Il marketing online ha letteralmente investito ogni tipologia di business, dando sempre più spazio a soluzioni pubblicitarie digitali e accantonando invece il tradizionale tocco personale. Il che per certi versi è un peccato, dato che in quanto esseri umani rinunciare a una pratica come il field marketing (letteralmente “marketing sul campo”) potrebbe avere delle ripercussioni non del tutto piacevoli. Soprattutto per quanto riguarda il segmento di pubblico al quale si rivolge il nostro brand.
Rinunciare del tutto all’approccio diretto potrebbe infatti nuocere al rapporto con il cliente, il quale comunque esprime delle esigenze che non possono essere sempre bypassate dal puro acquisto di un prodotto. Quello che infatti cerca è un riscontro, una testimonianza del valore delle proprie emozioni, non ultima la comprensione da parte del marchio presso il quale compie i suoi acquisti.
Per questo motivo alcune aziende non hanno del tutto rinunciato alle soluzioni face to face per rinforzare ulteriormente le proprie strategie pubblicitarie. Riconoscendo di fatto nel field marketing un alto potenziale di successo se ben strutturato.
Vediamo più da vicino di cosa si tratta e quali sono le caratteristiche di questa pratica.
Indice
Che cos’è il field marketing e perché è cos’ importante
Con l’espressione “marketing sul campo” o field marketing intendiamo tutte quelle attività di promozione pubblicitaria che pongono in contatto diretto brand e consumatore. In molte situazioni infatti un promoter farà da tramite nella presentazione di un bene o servizio in modo da persuadere il potenziale cliente a compiere l’acquisto.
Dunque l’approccio diretto, dal vivo, face to face è la peculiarità principale del field marketing, e pertanto questa pratica può essere configurata come forma di pubblicità tradizionale.
Spesso infatti chi veste i panni del promoter per un’azienda dispone di tutta una serie di elementi volti a semplificare e rafforzare il messaggio promozionale da lanciare. Questi possono essere dei volantini, dei voucher, dei gadget messi a disposizione per fare in modo che il potenziale acquirente si faccia un’idea del nostro marchio e della sua convenienza quando ci vedrà apparire in uno store fisico o in strada.
Queste soluzioni servono infatti a stabilire e mantenere il contatto umano tra promoter e cliente, mettendo in moto tutta quella serie di meccanismi e reazioni che coinvolgono direttamente le emozioni umane. Questo approccio del field marketing lo rende molto simile ai servizi di customer care, ma con la differenza che la prima avrà molte più probabilità di successo. La seconda infatti viene per lo più utilizzata nei servizi di pura assistenza, e pertanto non esige che ci sia contatto diretto fra le parti.
Naturalmente, un buon field marketing deve poter contare su adeguate capacità comunicative in possesso del promoter. Queste possono essere anche apprese in preparazione del proprio compito. Lo studio dovrà basarsi anzitutto sulla conoscenza del pubblico al quale ci si rivolgerà, in modo da poter strutturare un copione che valga per tutte quelle caratteristiche comuni al gruppo di buyer personas. E poi in un secondo momento, favorire il rapporto con il singolo face to face in modo che si senta adeguatamente considerato rispetto alla massa.
Nell’attività di field marketing trasmettere i valori dell’azienda è essenziale, come fosse un biglietto da visita. Per questo il personale dovrà essere formato e preparato per ogni occasione. In grado di suscitare interesse e curiosità, ma anche comprensione ed empatia. Spesso infatti sono le doti di ascolto a favorire una maggiore conversione dei nostri sforzi in acquisti, fidelizzazione, sponsorizzazione.
Insomma il field marketing è un ottimo strumento capace persino di salvare la nostra campagna in corso. Può entrare in gioco per dare maggiore forza all’intero piano di azione, oppure servire unicamente per mantenere l’attenzione ancora alta verso il nostro brand una volta terminata la campagna.
Proviamo a vedere adesso qual è l’approccio migliore per un marketing sul campo di successo.
Come impiegare il field marketing in una strategia? Ecco alcuni suggerimenti
Ovviamente non esistono ricette definitive per il field marketing perfetto. Ogni situazione o campagna pubblicitaria prevede un approccio diverso. Ma ci sono alcuni passaggi che in ogni caso valgono sempre e possono aiutare ad approntare la migliore strategia di marketing sul campo.
Sicuramente il primo passaggio è fissare bene gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Vogliamo aumentare le vendite? Lanciare un nuovo prodotto? Rafforzare la awareness del nostro marchio? Ogni azione vuole il suo approccio e pertanto una strategia diversa per ogni occasione.
A questo proposito ci sarà molto utile ricorrere ad alcuni strumenti di analisi per approfondire le caratteristiche del nostro target di pubblico. Età, abitudini, hobby, stili di vita: tutto ci aiuta a configurare le persone con le quali il nostro promoter dovrà interfacciarsi. Preparando così il giusto “copione”.
Naturalmente, in base alle analisi dati di cui sopra, dovremo essere in grado anche di sapere dove intercettare il nostro pubblico. Di norma puntare piazze e centri commerciali può essere una buona soluzione anche se dispersiva. Altrimenti la nostra strategia potrebbe prevedere un coinvolgimento dei nostri clienti già a partire dai canali online. In questo modo susciteremo il giusto grado di interesse e curiosità, fino al momento in cui li inviteremo a farci visita nei nostri store fisici.
Infine, una volta terminata la nostra campagna pubblicitaria rinforzata con il field marketing, non dimentichiamoci di analizzare i dati delle nostre performance. Questo è probabilmente l’unico modo che abbiamo per sapere se la nostra strategia ha avuto successo oppure se dobbiamo tornare sui nostri passi e correggere il tiro.
In ogni caso il consiglio spassionato per un buon business è di non rinunciare mai del tutto all’approccio diretto con il cliente. Non solo offre vantaggi, ma aiuta anche le parti in gioco a mantenere il giusto grado di umanità che occorre nel mondo del commercio.