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Conversion presenta una nuova strategia per incrementare il giro di affari in-store

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Proprio pochi giorni fa, durante l’ultima edizione del Retail’s Big Show organizzata dalla National Retail Federation, il ceo di Intel, Brian Krzanich, parlava dell’importanza di ottenere più informazioni, più dati, sui consumatori e sulle loro preferenze d’acquisto all’interno dei punti vendita fisici. Dati che al momento sono nettamente inferiori rispetto alla quantità di informazioni che invece riescono ad ottenere gli shop online ad ogni visita da parte di un potenziale acquirente.
Anche una volta raccolte più informazioni è però necessario saperle analizzare per aumentare il traffico all’interno dello store e successivamente convertire il traffico in acquisti veri e propri. La nuova strategia di Conversion, agenzia specializzata in omnichannel engagement, si concentrerà nel 2017 proprio sullo sviluppo di tool adatti per migliorare questi ultimi due passaggi nella filiera di acquisto.

Cosa cambia con la nuova strategia di Conversion

Fino a poco tempo fa ci si limitava alle sole promozioni in-store, attività che oggi è stata integrata con campagne di drive to store ed engagement digitali. Quello che Conversion vuole cercare di fare è mantenere i contatti con tutti quei consumatori che con le campagne drive to store si riesce a far entrare in un punto vendita, in modo da contattarli nuovamente con nuove promozioni e nuovi incentivi nel momento in cui questi non effettuano alcun acquisto.

In piena coerenza con la sua mission d’agenzia, omnicanalità e conversione, e grazie alla tecnologia, Conversion ha sviluppato una nuova strategia di generazione di traffico e conversione, valida per qualunque brand e qualunque canale di vendita. Marco Prelini, cto di Conversion, ha spiegato che i passaggi fondamentali nella nuova strategia saranno tre: una campagna di drive to store; un engagement per stimolare il check-in in-store e spingere all’acquisto; e grazie ad opportuno tracciamento, lo sviluppo di attività di retargeting e comunicazioni per convertire anche successivamente.
Servirà quindi sempre una campagna di drive to store ed un incentivo all’acquisto nel punto vendita. Ciò che cambierà sarà lo strumento che Conversion ha concepito per integrare queste due iniziative. “Grazie all’azione di check-in che stimoleremo lo shopper a compiere, sarà possibile tracciare ogni sua azione da quel momento in poi”, spiega Prelini. “Ciò garantisce la possibilità di mantenere la relazione con messaggi personalizzati e continuare a stimolare la conversione con attività di retargeting successive.”