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StockX, il marketplace di sneaker, ma non solo: la nostra intervista a Derek Morrison, Director Europe dell’azienda

StockX, il marketplace di sneaker, ma non solo: la nostra intervista a Derek Morrison, Director Europe dell’azienda

Nel 2016, a Detroit – da un’idea dallo startupper Josh Luber e da Dan Gilbert, patron della squadra di basket Cleveland Cavaliers -, nasce StockX, a oggi la piattaforma di reselling più importante al mondo in cui vendere e acquistare sneaker, ma anche capi streetwear e accessori a tiratura limitata.

StockX mette, infatti, in contatto acquirenti e venditori con gli stessi metodi del mercato azionario, utilizzando l’anonimato e la standardizzazione per fornire prezzi di mercato in tempo reale e completa trasparenza. Tutti i prodotti sono fisicamente controllati e autenticati dagli authenticator di StockX.

Il marketplace, che diventa unicorno lo scorso giugno, entra anche nel mercato italiano a luglio di quest’anno: abbiamo quindi deciso di fare quattro chiacchiere con Derek Morrison, Director Europe di StockX, che ci ha raccontato i piani dell’azienda per l’Italia e non solo.

StockX
Josh Luber, Founder di StockX

StockX nasce per le sneaker, ma si è aperta col tempo anche ad altre tipologie di prodotti: l’obiettivo è di diventare una piattaforma generalista per il reselling?

Quando pensiamo al futuro di StockX, consideriamo il nostro modello come un modo migliore per le persone di acquistare e vendere articoli che appartengono a categorie anche diverse da quelle in cui operiamo attualmente. L’elenco dei prodotti che potremmo offrire su StockX è quasi infinito, ma per ora, preferiamo continuare a concentrarci sul perfezionamento e sul miglioramento dell’esperienza all’interno delle nostre categorie principali. Ci sono ancora tantissime opportunità per migliorare il nostro mercato per renderlo ancora più facile e fruibile alle persone. Mentre continuiamo a perfezionare questo modello, continueremo a considerare altre categorie di prodotti. Allo stesso tempo, continueremo a guardare oltre la piattaforma per la vendita al dettaglio per trovare nuovi modi per entrare nel mercato primario.

StockX è, a tutti gli effetti, un marketplace. Ma è solo questo? o parte dei prodotti viene venduto direttamente da voi (come nel modello Amazon)?

Una delle cose che ha reso grande Amazon è che le persone hanno avuto accesso a prodotti diversi sulla stessa piattaforma. Con StockX vogliamo fornire l’accesso a oggetti che non si possono trovare altrove se non sulla nostra piattaforma. L’accesso e la facilità sono simili, ma ovviamente la più grande differenza tra la nostra piattaforma e quella di Amazon è che il nostro modello di marketplace è un modo migliore per scambiare beni di consumo ad alta domanda limitati che esistono in un’offerta limitata. La differenza principale riguarda l’accesso: puntiamo su prodotti altrimenti non disponibili e che si esauriscono nel giro di poco.

Il modello di StockX è, inoltre, pensato per seguire quello della Borsa, ed è questa la differenza più grande. Penso che il nostro modello sia più adatto rispetto a quello in cui è il mercato a dettare i prezzi dei beni, perché la domanda incontra l’offerta in un singolo luogo.

StockX è, da poco, anche in Italia: cosa motiva questa scelta?

Il mercato italiano è un mercato molto interessante per noi e in generale: è uno dei detentori del patrimonio di design e cultura. Siamo molto orgogliosi di aver recentemente lanciato StockX in lingua italiana. L’Italia ha un grande appetito per queste categorie di prodotti e un grande senso dello stile per la moda. Vogliamo continuare a investire nel mercato italiano. È un ottimo mercato culturale per consolidare il nostro brand, ma anche per creare una customer base che ovviamente vogliamo continuare a coltivare. Pertanto, continueremo a coinvolgere l’Italia attraverso diversi progetti tra cui nuove esperienze localizzate e offerte esclusive per interagire in modo ancora più diretto con gli utenti italiani e per creare nuovi contenuti che celebrino la cultura contemporanea italiana. Stiamo investendo nei mercati locali e stiamo trovando nuovi modi per incontrare le persone faccia a faccia.

Quanto pesa il Made in Italy nel reselling? Ha lo stesso appeal che ha nel retail tradizionale?

Prendiamo ad esempio la collaborazione tra Prada e Adidas per le sneaker: penso che sia un ottimo esempio dell’alta qualità dell’artigianato e del prestigio associati ai prodotti italiani. In Italia ci sono alcuni marchi che hanno fatto la storia della moda e penso che quella maestria brilli attraverso la qualità di quel prodotto. Non direi però che è necessariamente una garanzia di rivendita. Ma il dettaglio e la cura dell’artigianato sono ancora molto importanti per la creazione di prodotti capaci di resistere alla prova del tempo.

StockX

Come si posiziona nel mercato del reselling l’Italia rispetto agli altri Paesi, europei e non?

L’Italia ha un grande gusto per la moda e per lo stile. Allo stesso tempo c’è un grande apprezzamento per la cultura e la storia del basket, per questo c’è una grande richiesta di Jordan e altre sneaker tipicamente legate al basket. Le Jordan One in particolare sono la categoria di prodotto più performante nel mercato italiano. Pensando poi Supreme, un marchio del quale non esiste ancora un negozio in Italia, il nostro marketplace viene vissuto come un ottimo modo per avere accesso a questi articoli.

A quali dati e metriche è possibile accedere attraverso StockX?

Una delle cose di cui siamo orgogliosi è la trasparenza: forniamo dati sui prezzi in tempo reale su ogni singola pagina di prodotto sul sito. L’utente può visualizzare ogni singola transazione mai avvenuta per ogni prodotto e vedere le tendenze storiche del valore commerciale di ogni articolo, sia per un venditore che per un acquirente. Questi dati trasparenti consentono agli utenti di accedere a una piccola cronologia che può essere d’aiuto per capire quando vendere o comprare e a che prezzo. E abbiamo anche un indice in fondo a tutte le nostre pagine che mostra in modo significativo la quantità di operazioni in corso per vedere come sta performando il prodotto. Forniamo tutte le informazioni di cui gli utenti potrebbero aver bisogno per prendere le migliori decisioni di acquisto.

Nell’epoca del digitale chi vincerà, quindi, la sfida tra brand loyalty e store loyalty?

Forniamo accesso a prodotti per tutti i tipi di marchi diversi in modo che le persone che sono fedeli a un marchio possano venire su StockX con la consapevolezza di trovare una vasta collezione di articoli disponibili. Sappiamo che non stanno acquistando scarpe da ginnastica StockX, stanno acquistando prodotti di altri brand. Se domani la Nike smettesse di produrre scarpe, il nostro mercato continuerebbe comunque. Dobbiamo assicurarci un brand solido e sano, per questo scegliamo di investire in progetti e campagne con marchi che supportano e alimentano questa vibrante cultura urbana legata alle sneaker e alla moda streetwear. Vogliamo creare una grande esperienza per i nostri acquirenti e venditori. Penso che la trasparenza sia stata fondamentale per StockX per fidelizzare il nostro mercato; garantiamo che i nostri clienti ottengano i prodotti che vogliono, siamo qui per proteggerli come consumatori vulnerabili e siamo qui anche per assicurarci che stiano ottenendo i prodotti giusti tra tutti quelli che consegniamo nel mondo. È un impegno non poco, me è fondamentale rispettarlo perché ci sono ancora poche aziende in grado di dare potere al consumatore.

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