Proprio ieri, il Politecnico di Milano ha presentato gli ultimi dati relativi all’andamento dell’ecommerce B2C in Italia, un mercato in crescita rispetto agli altri anni che però pesa ancora troppo poco sul totale degli acquisti retail. Questo significa due cose: da una parte che ci sono ancora ampi margini di miglioramento e dall’altra che qualche comparto merceologico non sta funzionando come dovrebbe. Come osservato da Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c, «il ritardo dell’Italia rispetto ai principali mercati ecommerce […] è riconducibile alla ridotta penetrazione nei comparti di prodotto e specialmente nel Food & Grocery (0,5%)». Nonostante quindi il gran parlare che nell’ultimo periodo si fa di Food e di Grocery, gli investimenti fatti fino ad oggi non sono stati sufficienti a far decollare un settore che in altri Paesi europei è in grado di contribuire significativamente al tasso di penetrazione dell’ecommerce sul totale degli acquisti. Il fatto però che gran parte dell’attenzione da parte delle aziende sia focalizzata proprio in questo comparto lascia intendere che la strada battuta sia quella giusta e che a breve termine i risultati emergeranno prepotentemente.
L’innovazione di Bofrost
Tra le aziende italiane specializzate in questo campo, Bofrost è sicuramente una di quelle che sta meglio assimilando le innovazioni portate dal digitale per realizzare un sistema ibrido che sia altamente competitivo nel mercato. L’ultima novità dell’azienda di surgelati è arrivata pochi giorni fa con l’annuncio della partnership con la startup di Pordenone A Cute Robot. L’accordo permette a Bofrost di utilizzare Bot*Frost, il chatbot ideato dalla startup che trasforma la piattaforma di messaggistica di Telegram in un canale di vendita per gestire i gruppi d’acquisto Business Food. Grazie all’intelligenza artificiale il chatbot permette di gestire l’acquisto dei prodotti Bofrost, facendo ricerche, rispondendo alle domande sugli ingredienti, registrando gli ordini e fornendo informazioni su spedizioni e consegne. «Si tratta di un nuovo canale di vendita che si affianca agli altri adottati da Bofrost. Il suo compito è di facilitare l’accesso ai prodotti e servizi Bofrost da parte di nuovi utenti e di semplificare l’esperienza d’acquisto, portandola in uno strumento d’uso comune come lo smartphone, attraverso una modalità di comunicazione sempre più diffusa, l’instant messaging», spiegano Niccolò Zamborlini, Carlo Nicolò Drigo e Maksim Sinik, fondatori di A Cute Robot.
Il chatbot diventa in questo modo un interlocutore virtuale che aiuta a fare acquisti condivisi, aggregando gli ordini di un gruppo di persone (chiamato “cliente sciame”). Il suo punto di forza è la perfetta integrazione con il knowledge di base aziendale: il chatbot conosce i prodotti ed è capace di chattare con i colleghi (nel caso di un azienda) che fanno parte del gruppo d’acquisto rispondendo alle domande, facendo ricerche specifiche (per esempio sui prodotti adatti a chi ha intolleranze alimentari) e dando indicazioni su eventuali promozioni. «Con un linguaggio naturale, come se si parlasse con una persona, si può poi dire al chatbot di aggiungere i prodotti al carrello e verificare quando è programmata la spedizione –continuano i tre fondatori di A Cute Robot–. La logistica viene semplificata riducendo al minimo il numero di consegne. Gli appartenenti al gruppo possono gestire in autonomia il proprio ordine, che verrà aggregato alla spesa dei colleghi creando un unico ordine per azienda e ricevere, così, i pasti da consumare».
Insegnare a i chatbot come interagire con gli essere umani
La fase di sperimentazione sarà fondamentale per “insegnare” al chatbot come interagire con gli esseri umani. Non serve infatti impartire comandi con una sintassi rigida, ma il software impara man mano il linguaggio naturale per dare risposte sempre più pertinenti, capire le esigenze dei clienti e aiutarli a fare la spesa. A testare per prime il chatbot saranno due aziende friulane: A2Bgroup, realtà di Udine distribuita su più sedi con 15 collaboratori diretti, e Talent Garden Pordenone, incubatore di startup dove attualmente lavorano 24 persone.
«Bofrost è sempre alla ricerca di canali innovativi per raggiungere la clientela. Finanziando una startup giovane, portiamo in azienda idee fresche e un modo nuovo di pensare. Un’opportunità importante per sviluppare servizi rivolti alla nostra clientela Business Food (cioè dove i dipendenti, per i pasti, si avvalgono dei prodotti e servizi Bofrost) e poi, successivamente, per i clienti privati che vivono nelle aree metropolitane», ha commentato Gianluca Tesolin, amministratore delegato di Bofrost. «Per la prima fase di test ci siamo rivolti a due partner friulani: A2Bgroup, di Udine, e Talent Garden Pordenone: due realtà orientate all’innovazione e alla digital transformation, che testeranno questa nuova modalità per la spesa intelligente».