Vai al contenuto

Accengage: numeri e futuro del mercato delle notifiche push

Accengage: numeri e futuro del mercato delle notifiche push

Accengage, leader nello sviluppo di tecnologie di notifiche push per app mobile, siti web e Facebook Messenger, ha presentato da pochi giorni i dati relativi all’edizione 2017 del Benchmark delle notifiche push. Lo studio ha analizzato 65 miliardi di notifiche push inviate dai clienti di Accengage nel 2016, vale a dire 50.000 campagne diffuse in tutto il mondo a 750 milioni di consumatori, rivelando per la prima volta il tasso di ritenzione delle app grazie alle push silenziose, le performance delle push web per settore e il tasso di reazione alle push provenienti da Facebook Messenger. Come per le scorse edizioni sono stati inoltre presentati i dati sui tassi di opt-in — consenso alla ricezione delle notifiche push —  e di reazione delle push — tasso di click — per applicazione mobile su iOS e Android per settore e paese.
«Dopo un’attenta analisi degli indicatori di performance per paese, nella Top 3 dei paesi con il tasso di opt-in più elevato troviamo: il Brasile (47%), seguito dalla Russia (46%) e dall’Italia (44%) che si posiziona terza a pari merito con la Francia. Quanto al tasso di reazione registrato per le push app mobile, troviamo l’Italia al secondo posto (10,5%), preceduta dalla Germania (11%) e seguita dalla Francia (10%)», ha annunciato Jérôme Stioui, ceo di Accengage. «I paesi Europei sono aperti alle push, molto più che gli Stati Uniti, dove si registra un tasso medio di reazione del 7,5%.»
Grazie alle notifiche push silenziose di Accengage, è stato infine possibile rispondere a una delle domande più gettonate da parte degli sviluppatori, ovvero capire per quanto tempo un’applicazione rimane installata all’interno del proprio dispositivo. Attraverso i test svolti sulle app dei clienti Accengage è stato rilevato che il 67% delle app scaricate (gaming escluso) rimane installato dopo 12 mesi dal download.

Le notifiche push via mobile

Il tasso di opt-in alle notifiche push provenienti da applicazioni mobile è del 100% per quanto riguarda utenti Android contro il 43% iOS. Bisogna però considerare che se Android rende opt-in gli utenti di default (consenso passivo), iOS richiede sempre il consenso alla ricezione (consenso attivo). In generale il tasso di opt-in è aumentato di 2 punti percentuali rispetto al 2015 (43% vs 41%) e gli utenti si confermano sempre più interessati alle comunicazioni via push. Il tasso di opt-in più elevato è stato registrato nel settore delle Telecomunicazioni (49%), seguito dal settore Viaggi (48%) e Finanza (46%). Il tasso di reazione medio alle push app mobile è invece dell’8,4%.
Come negli anni precedenti, i tassi di reazione registrati su Android sono più elevati di quelli rilevati su iOS (12,2% su Android contro 4,5% su iOS) grazie alla possibilità per gli utenti Android di ricevere formati arricchiti con immagini, linee multiple, AlertBox, icona fissa e via dicendo. Durante il 2016 è stata però registrata una leggera diminuzione del tasso di reazione su Android di 0,9 punti, mentre su iOS lo stesso dato è aumentato  di 0,2 punti, grazie soprattutto ai nuovi formati di notifiche push introdotti da iOS 10. In questo caso i settori con i tassi di reazione più elevati sono: Largo Consumo (23% su Android / 8% su iOS), Viaggi (18% su Android / 5,5% su iOS) e Telecomunicazioni (17% su Android / 8% su iOS).

Le notifiche push via web

Quello delle push web è un nuovo canale di comunicazione che permette agli inserzionisti di inviare notifiche ai visitatori del sito web su desktop e Android. Dopo due anni dalla presentazione di questa tecnologia, circa il 12% degli utenti accetta di ricevere le notifiche. I tassi di reazione alle push web sono in media del 18%: il settore dei Viaggi è in prima posizione con il 21,5% di opt-in, mentre al secondo posto si posizionano i Media con il 16%.
«Il settore dell’ecommerce registra un’ottima performance con un tasso di reazione del 27%, in particolare grazie agli scenari di rilancio dei carrelli abbandonati che, come il display retargeting, funzionano molto bene. I Media si posizionano subito dopo con un tasso del 24,5%. Queste performance eccellenti sono dovute all’alta visibilità offerta dalle push web: su desktop arrivano in primo piano sullo schermo, su smartphone e tablet invece, risvegliano il dispositivo allo stesso identico modo delle push app mobile ma senza avere un’app installata», ha spiegato Jérôme Stioui. «Gli inserzionisti hanno intuito la grande potenzialità di questo canale di comunicazione, infatti, negli ultimi mesi le push web si sono sviluppate molto velocemente in tutti i settori; tra tutti, anche Facebook, Twitter e LinkedIn le hanno attivate.»

Notifiche push via Facebook Messenger

Le notifiche push di Facebook Messenger permettono agli inserzionisti di inviare notifiche attraverso Facebook Messenger ai consumatori che hanno accettato di ricevere questo particolare tipo di notifica sul sito web o sulla pagina Facebook o ancora che hanno interagito con il BOT. In questo caso, le push inviate vengono integrate direttamente nella conversazione di Facebook Messenger dell’utente.
«Le prime campagne Facebook Messenger attuate dai nostri clienti registrano tassi di reazione elevatissimi: 35% in media. Il fatto che le push siano integrate tra i messaggi personali degli utenti è estremamente d’aiuto. Attraverso questo nuovo canale di comunicazione i consumatori lasciano entrare le loro marche preferite all’interno di una sfera più intima: il servizio di messaggistica. Senza sorpresa i clienti Facebook fanno parte dei clienti più fedeli e con maggiore valore per le marche. Proprio per questo l’elevato tasso di reazione ai messaggi non ci sorprende», ha concluso Jérôme Stioui.