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Cos’è lo spesometro e chi è obbligato a inviarlo

Lo spesometro è stato uno strumento introdotto in Italia con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, attraverso la raccolta sistematica delle informazioni relative alle operazioni economiche effettuate dai contribuenti. Si tratta, in sostanza, di un adempimento fiscale che prevedeva l’invio periodico all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi alle fatture emesse e ricevute.

Nel tempo ha subito varie modifiche e integrazioni, fino ad essere sostituito dalla fatturazione elettronica. Si trattava di una comunicazione che dovevano fare periodicamente i soggetti passivi di Iva all’Agenzia delle Entrate per migliorare la trasparenza delle transazioni commerciali. Inizialmente, l’obbligo riguardava le operazioni di importo superiore a una determinata soglia di 3.600 euro in caso di scontrino o ricevuta fiscale; 3mila euro nel caso in cui sia obbligatoria l’emissione di fattura. Successivamente si è esteso a tutte le operazioni fatturate, indipendentemente dall’importo.

spesometro

Come funzionava lo spesometro

La comunicazione dello spesometro poteva avvenire in forma analitica, dettagliando ogni singola operazione, oppure in forma aggregata, riepilogando le operazioni effettuate con lo stesso cliente o fornitore. In entrambi i casi, era necessario indicare una serie di informazioni cruciali, tra cui i dati identificativi delle controparti (partita IVA o codice fiscale), la data e il numero della fattura, la base imponibile, l’aliquota IVA applicata e l’imposta.

Lo spesometro rappresentava uno strumento importante per il contrasto all’evasione, in quanto consentiva di incrociare i dati dichiarati dai diversi operatori economici, individuando eventuali incongruenze o anomalie che potevano essere indicative di comportamenti elusivi o evasivi. Attraverso l’analisi dei dati trasmessi, l’Agenzia delle Entrate poteva effettuare controlli più mirati ed efficaci, contribuendo a una maggiore equità fiscale. Lo spesometro è stato introdotto con il Decreto Legge 78/2010, convertito con modificazioni dalla Legge 122/2010 e aveva l’obiettivo di evitare le frodi fiscali.

Tuttavia, l’adempimento dello spesometro comportava anche oneri amministrativi significativi per le imprese e i professionisti, i quali dovevano dedicare tempo e risorse per la raccolta, la verifica e la trasmissione dei dati richiesti. Proprio in considerazione di tali oneri e dell’evoluzione dei sistemi di controllo fiscale, lo spesometro è stato progressivamente superato e sostituito da nuovi adempimenti, in particolare con l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2019.

Chi era obbligato all’invio dello Spesometro?

L’obbligo di invio dello spesometro gravava su tutti i soggetti passivi IVA che effettuavano operazioni rilevanti ai fini dell’imposta. Dalle imprese individuali alle società ma anche lavoratori autonomi ecc. Tuttavia, esistevano alcune categorie di soggetti esonerati dall’invio dello spesometro. Ad esempio, professionisti in regime forfettario, produttori agricoli in regime speciale, soggetti passivi non obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale

La Legge di Bilancio 2018 ha quindi sancito la fine dello spesometro a partire dal 1° gennaio 2019, sebbene alcune comunicazioni residue abbiano continuato a essere richieste per operazioni transfrontaliere attraverso l’esterometro, anch’esso oggetto di successive modifiche. L’obbligo di invio dello spesometro per le operazioni documentate tramite fattura elettronica è venuto meno, in quanto i dati delle fatture sono già trasmessi telematicamente all’Agenzia delle Entrate attraverso il Sistema di Interscambio (SdI).

In conclusione, lo spesometro è stato un importante strumento di controllo fiscale in Italia, finalizzato a monitorare le transazioni IVA e contrastare l’evasione. L’obbligo di invio gravava sulla maggior parte dei soggetti passivi IVA, con alcune specifiche esclusioni. Con l’avvento della fatturazione elettronica, la sua importanza è diminuita, venendo progressivamente sostituito da nuovi sistemi di trasmissione dati più efficienti e integrati.

Oggi con la fatturazione elettronica è molto più semplice e trasparente tenere sotto controllo tutte le fatture emesse e ricevute dai possessori di partita iva per l’Agenzia delle Entrate. La sua obbligatorietà ha definitivamente messo fine ai precedenti strumenti.