Nell’ambito della contabilità aziendale, la corretta rilevazione dei costi e dei ricavi è fondamentale per rappresentare fedelmente la situazione economica di un’impresa. In questo contesto, i ratei e i risconti assumono un ruolo essenziale, in quanto consentono di allocare nel tempo le voci economiche in modo appropriato.
Comprendere appieno questi strumenti contabili è cruciale per garantire una gestione finanziaria efficace e per rispettare i principi contabili generalmente accettati.
Ma cosa sono esattamente i ratei e i risconti, e come si calcolano? Scopriamolo insieme!
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Definizione di ratei attivi e passivi
I ratei rappresentano quote di ricavi o costi di competenza dell’esercizio in corso, ma che verranno rispettivamente incassati o pagati in un periodo successivo.
In particolare, i ratei attivi sono ricavi già maturati ma non ancora incassati alla data di bilancio, e vengono iscritti tra le attività correnti. I ratei passivi, invece, sono costi già maturati ma non ancora pagati, e vengono iscritti tra le passività correnti. La loro corretta individuazione permette di rilevare in bilancio tutte le componenti economiche di competenza, anche se non ancora manifestate finanziariamente.
Definizione di risconti attivi e passivi
I risconti, al contrario, sono quote di costi o ricavi già rilevati contabilmente nell’esercizio corrente, ma che si riferiscono a periodi futuri. I risconti attivi riguardano costi anticipati relativi a esercizi successivi, e vengono iscritti tra le attività. Ad esempio, un’assicurazione pagata in anticipo per più anni. I risconti passivi concernono ricavi già incassati ma di competenza di periodi futuri, e vengono iscritti tra le passività. Un esempio comune è un canone di locazione incassato anticipatamente per periodi successivi.
L’importanza del principio di competenza economica
Per comprendere appieno l’utilità dei ratei e dei risconti, è necessario fare riferimento al principio di competenza economica. Questo principio stabilisce che i costi e i ricavi devono essere imputati all’esercizio al quale si riferiscono, indipendentemente dalla loro manifestazione finanziaria.
Pertanto, i ratei e i risconti permettono di rispettare tale principio, in quanto assicurano una rappresentazione corretta dei risultati aziendali. Senza di essi, si rischierebbe di sovrastimare o sottostimare l’utile di esercizio, compromettendo l’accuratezza del bilancio.
Come si calcolano i ratei
Per determinare l’importo di un rateo, occorre calcolare la quota di costo o ricavo maturata nell’esercizio corrente ma che verrà pagata o incassata in futuro. Il calcolo si basa sul tempo trascorso e sul periodo totale di riferimento. Ad esempio, se un’azienda stipula un contratto di locazione passiva con canoni trimestrali pagabili posticipatamente, alla fine dell’esercizio dovrà rilevare un rateo passivo per il canone maturato ma non ancora pagato.
Supponendo un canone trimestrale di 3.000 euro, e che l’esercizio termini il 31 dicembre mentre il pagamento è previsto per il 31 gennaio, si rileverà un rateo passivo di 2.000 euro per i due mesi (novembre e dicembre) già maturati.
Come si calcolano i risconti
Il calcolo dei risconti prevede la determinazione della quota di costo o ricavo già rilevata ma che si riferisce a esercizi successivi. Anche in questo caso, il calcolo si basa sul tempo residuo e sul periodo totale di riferimento. Ad esempio, se un’impresa paga in anticipo un premio assicurativo annuale di 1.200 euro il 1° settembre, alla fine dell’anno avrà usufruito di quattro mesi di copertura assicurativa. I restanti otto mesi si riferiscono all’esercizio successivo. Pertanto, si dovrà rilevare un risconto attivo di 800 euro (1.200 euro x 8/12), corrispondente alla quota di costo anticipato relativa all’anno successivo.
Effetto sui bilanci e sulla fiscalità
La corretta gestione di ratei e risconti influisce significativamente sulla redazione del bilancio d’esercizio e sulle dichiarazioni fiscali. Una rappresentazione inaccurata potrebbe portare a errori nel calcolo dell’utile o della perdita, con possibili conseguenze in termini di tassazione e di valutazione da parte di investitori e creditori.
Inoltre, la normativa fiscale prevede specifiche disposizioni riguardo alla deducibilità di costi e ricavi, rendendo ancora più importante una precisa rilevazione contabile. Pertanto, è fondamentale che i professionisti contabili prestino particolare attenzione a queste rilevazioni, anche alla luce dei principi contabili internazionali se applicabili.
Esempi pratici di ratei e risconti
Per rendere più chiaro il concetto, consideriamo alcuni esempi pratici. Un rateo attivo può essere rappresentato da interessi attivi su un prestito con scadenza futura, ma maturati nell’esercizio corrente. Se un’azienda ha concesso un prestito di 10.000 euro al tasso annuo del 6% con scadenza a marzo dell’anno successivo, alla fine dell’esercizio dovrà rilevare un rateo attivo per gli interessi maturati da ottobre a dicembre, pari a 150 euro (10.000 euro x 6% x 3/12).
Un risconto passivo, invece, può riguardare un canone di manutenzione incassato in anticipo per un periodo che si estende oltre l’esercizio in corso. Se l’azienda ha incassato 2.400 euro il 1° novembre per un servizio annuale, al 31 dicembre dovrà rilevare un risconto passivo di 2.000 euro (2.400 euro x 10/12), corrispondente alla quota di ricavo non ancora maturata.
Normativa e principi contabili
La disciplina dei ratei e dei risconti è regolamentata dai principi contabili nazionali (OIC) e internazionali (IAS/IFRS). Questi principi stabiliscono le modalità di rilevazione, classificazione e valutazione di tali voci. In particolare, l’OIC 18 e l’OIC 19 forniscono indicazioni dettagliate su come trattare i ratei e i risconti nelle scritture contabili e nel bilancio d’esercizio.
È importante che le aziende si attengano a queste disposizioni per garantire la conformità normativa e per offrire una rappresentazione veritiera e corretta della situazione economico-finanziaria.
La rilevanza strategica dei ratei e dei risconti
La gestione accurata dei ratei e dei risconti non solo assicura il rispetto delle norme contabili, ma contribuisce anche alla trasparenza e all’affidabilità delle informazioni finanziarie. In un contesto economico sempre più competitivo, disporre di dati contabili precisi e aggiornati diventa un elemento strategico per l’azienda.
Grazie una corretta rilevazione di queste voci, è possibile ottenere una visione chiara delle performance aziendali, il che facilita la pianificazione e il controllo di gestione.
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