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Mercato cloud: in Italia vale oltre 2,3 miliardi di euro

Mercato cloud: in Italia vale oltre 2,3 miliardi di euro

Creare e diffondere conoscenza che supporti le aziende nel cogliere le opportunità del Cloud, ormai vero abilitatore della trasformazione digitale, è diventata la norma in molti ambiti e settori di impresa: l’82% delle imprese medio-grandi utilizza almeno un servizio in Public Cloud, nel 23% dei casi in maniera estesa su processi core. Infatti, per la digitalizzazione dei processi e l’introduzione di innovazione in azienda, il Cloud si pone come modello di fruizione delle tecnologie in grado di ridurre costi e time-to-market, rendendo l’Information Technology pronta a rispondere alle esigenze del business e ai rapidi cambiamenti del contesto esterno. In questo modo, le aziende sono in grado di sfruttare le opportunità degli ultimi trend emergenti, come il Machine Learning, gli Analytics e l’IoT, oltre che di gestire in maniera più Agile l’intero patrimonio IT.

Il mercato Cloud in Italia continua il proprio processo di crescita. La nuvola spicca il volo in Italia, ha raggiunto quota 2,34 miliardi di euro, in crescita del 19% rispetto al valore di consuntivo del 2017. L’utilizzo di servizi esterni di Public & Hybrid Cloud, ovvero l’insieme dei servizi forniti da provider esterni e dagli “ibridi” tra provider pubblici e privati, raggiunge 1,24 miliardi di € a valore, con una crescita del 28%; il Virtual & Hosted Private Cloud, ovvero i servizi infrastrutturali residenti presso fornitori esterni caratterizzati da maggiore flessibilità in termini di personalizzazioni e maggiore isolamento, raggiungono i 593 milioni di € (+14%); il mercato della Datacenter Automation e convergenza, infine, mostra una crescita più modesta (+4%), raggiungendo 500 milioni di euro.

“A livello internazionale il Cloud non conosce crisi, come dimostrano i dati di mercato che proiettano il mercato globale a poco meno di 100 miliardi di dollari per il 2017, con un tasso di crescita del 26%”, afferma Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano. “Anche in Italia oggi solo il 10% delle grandi organizzazioni afferma di non avere interesse ad utilizzare servizi in Public Cloud, mentre il 42% dei CIO e dei Responsabili Innovazione afferma di utilizzare il Cloud per introdurre in modo rapido tecnologie innovative allo stato dell’arte. Vi sono inoltre importanti fattori esterni che favoriscono la crescita di questo mercato: il piano di sviluppo strategico del governo per la banda larga rappresenta il superamento di una barriera importante per le PMI, che hanno l’opportunità di poter finalmente cogliere appieno le possibilità offerte dal Cloud; sul versante della Pubblica Amministrazione, invece, il piano triennale per l’informatica di recente approvazione punta in modo diretto all’obiettivo di razionalizzazione delle infrastrutture degli Enti e di utilizzo di servizi Cloud”.

Cos’è il Cloud? Cloud, in italiano «nuvola», è un insieme di dati diffusi e memorizzati su più server, enormi archivi digitali ai quali ciascun utente può accedere semplicemente con un PC (o smartphone) collegato ad internet. In questo modo si cerca di risolvere il problema dell’archiviazione dei dati personali all’interno dei propri dispositivi elettronici, non sempre sufficientemente capienti e reperibili. Ad esempio, come spesso può capitare, se si smarrisce lo smartphone o se viene rubato il proprio PC, grazie al Cloud è possibile conservare tutti i dati che altrimenti sarebbero andati perduti. Esistono due modelli principali di distribuzione del Cloud. Quello più diffuso in Italia è il Public Cloud, erogato attraverso la rete internet da un gestore (provider) verso i rispettivi clienti (client). La piattaforma è di proprietà del gestore, cui spetta la facoltà di decidere con chi condividerla. Il secondo modello è il Private Cloud, messo ad esclusiva disposizione di una singola organizzazione. Insomma, il Cloud è un sistema ormai collaudato a cui possono far riferimento le start up del presente e del futuro per risparmiare notevolmente in termini di investimenti su software, hardware e gestione degli stessi e avere risultati in tempi brevi. Il che per una start up è fondamentale.