Mentre in Italia alcuni esercizi commerciali ancora non dispongono di un POS o si lamentano se si vuol pagare con la carta anche le cifre più basse, in altri paesi si procede gradualmente ad un’economica cardless, senza carte. Un’economia in cui a prevalere sarebbero i pagamenti digitali, quelli che avvengono tramite i mobile wallet e che oltre a prevedere l’eliminazione del contante azzerano anche l’uso delle carte plastificate.

Le previsioni più ottimiste parlano di un 2020 in cui i pagamenti digitali rappresenterebbero il 20-30% dei pagamenti nel mondo. Previsioni che potrebbero essere riviste in base all’interazione che questo mondo avrà con l’avanzamento delle nuove tecnologie. Oltre all’uso dei classici dispositivi mobile, come smartphone o tablet, il futuro che si sta delineando è un futuro in cui sarà possibile effettuare con sempre maggiore facilità pagamenti anche tramite le nuove tecnologie indossabili o tutta la gamma di prodotti IOT. Fenomeni che in parte sono già realtà se si pensa agli Apple Watch o ai frigoriferi Samsung Family Hub.

Il problema della sicurezza

Come accaduto per le carte tradizionali e poi per le carte contactless anche per le transazioni digitali la parola d’ordine è sicurezza. Molti degli sforzi dei principali network di carte di pagamento sono infatti indirizzati verso tale ambito con l’obiettivo di rendere il nuovo ecosistema di pagamenti il più sicuro possibile. Tra le varie proposte quello della tokenizzazione sembra al momento il sistema che più di altri riesce a garantire sicurezza per le credenziali di ciascun utente che fa uso delle proprie carte tramite un portafoglio digitale. Per quei pochi che ancora non fossero pratici con il concetto di tokenizzazione, si tratta semplicemente di un sistema di criptaggio che consente di rimpiazzare le informazioni dei titolari delle carte, come ad esempio il numero di carta o la data di scadenza, con un unico identificativo digitale che per l’appunto prende il nome di token.

Proprio dal mondo dei token arrivano interessanti novità dai due principali circuiti di carte di pagamento, Visa e Mastercard. Lo scorso 15 dicembre è stato infatti annunciato l’accordo che consente lo scambio dei token dei propri clienti per farne uso all’interno dei rispettivi portafogli digitali, Masterpass e Visa Checkout. Grazie all’accordo Visa potrà avere accesso ai dati criptati dei clienti Mastercard e a sua volta lo stesso potrà fare Mastercard. In questo modo se un titolare di Masterpass vorrà fare acquisti presso un merchant che accetta pagamenti tramite Visa Checkout potrà ugualmente effettuare il suo acquisto dal momento che le credenziali di accesso saranno riconosciute anche dal circuito Visa, che per l’appunto avrà accesso ai token del consumatore. Questo sarà possibile in-store ma anche nei pagamenti online o in-app.

A vincere sono i sistemi aperti

La nuova partnership consentirà ai due principali network di carte di pagamento di restare dei sistemi aperti garantendo allo stesso tempo un elevato grado di sicurezza. Come ha affermato James Anderson, group executive of platforms and emerging payments di Mastercard, sia Mastercard che Visa hanno i loro personali obiettivi legati al proprio portafoglio digitale, essere dei sistemi aperti non significa rinunciare alla crescita dei propri prodotti. Tuttavia, entrambi i network sanno che la crescita di questo tipo di pagamenti passa attraverso l’interoperabilità tra i diversi circuiti, il che significa restare aperti ma anche standardizzare i sistemi di sicurezza.

L’approvvigionamento di dati da parte dei due circuiti sarà possibile a partire dalla seconda metà del 2017 e solo negli Stati Uniti, per poi espandersi su scala globale. Anche il nostro Paese avrà quindi il tempo di mettersi in pari con i nuovi sistemi di pagamento e la recente operazione portata avanti dall’ICBPI e Bassilichi SpA lascia ben sperare per un sistema in cui standardizzazione e interoperabilità siano messi al primo posto invece di una giungla anarchica in cui ognuno pensa al suo piccolo orticello.