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Festival di Venezia 2018, quando il cinema incontra la tecnologia

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Si è appena conclusa la 75 Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia. Il glamour che accompagna l’evento è solo una parte di ciò che contraddistingue il Festival nostrano nel mondo.

Quest’anno il Leone d’oro per il miglior film lo ha ritirato Alfonso Cuaron, che con il suo “Roma” ha vinto il consenso di critica e pubblico.

Le novità di quest’anno sono state numerose, fra tutte spicca il successo ottenuto dalla sezione della Realtà Virtuale. Da qualche anno, ormai, Venezia e il suo Festival hanno centrato l’obiettivo di mostrare come la settima arte sia perfettamente in grado di interagire con il futuro, presentando cortometraggi e film documentari e di animazione interamente realizzati tramite Realtà Virtuale.

Venice Virtual Reality

Come sarà il cinema del futuro? Cosa possiamo aspettarci dalla congruenza con le innovazioni tecnologiche? Sono soli alcuni dei quesiti ai quali la rassegna allestita quest’anno sull’isola del Lazzaretto Vecchio ha tentato di dare una risposta.

Il pubblico che approda sulla lingua di terra a pochi metri dal Lido, vi mette piede con aspettativa, curiosità e una certa dose di diffidenza. Provare per credere, insomma, e la cosa sembra funzionare davvero.

Le molteplici proposte interattive, lo spazio dedicato alle Installations e quello del Theatre, oltre ai gettonatissimi Stands Up, hanno catapultato lo spettatore in territorio diverso da quello tradizionalmente praticato.

In particolare oggi, dove l’offerta multimediale è ricca di contenuti anche su tablet e smartphone, diversificando non poco l’esperienza cinematografica, il futuro riserva novità incredibili, volte a cambiare completamente la fruizione alla quale siamo abituati.

Occhiali interattivi, maschere, sedie girevoli e tanto altro: si passa dall’interazione nel contesto di una vignetta manga, ad aggrapparsi per non volare via mentre si sfreccia con uno scooter ad alta velocità, fino a ritrovarsi indietro nel tempo e rivivere in pieno gli Stati Uniti degli anni ’70.

Le proposte e la reazione del pubblico

Le proposte di Virtual Reality sono arrivate dai paesi di tutto il mondo. La qualità continua ad alzarsi anno dopo anno, e il Venice Virtual Reality, con la sua parallela mostra all’isola del Lazzaretto Vecchio, rappresentano esempi felici di come l’Italia riesca a farsi vetrina di innovazione e tecnologia applicate alle settima arte.

30 progetti di realtà virtuale in anteprima mondiale, in uno spazio che prova a coinvolgere non solo i giovani appassionati, ma soprattutto i cinefili di vecchia generazione, ancora restii a guardare la Realtà Virtuale come un nuovo modo di fare, ma soprattutto di vedere il cinema e le sue opere.

Tra le proposte che hanno riscosso più successo quest’anno citiamo X-Ray Fashion, di Francesco Carrozzini. Per “vedere” e al tempo stesso “esplorare”, è necessario indossare uno zainetto provvisto di computer, e un visore facciale. Le immagini che scorrono portano lo spettatore attraverso un viaggio nel mondo, dietro le quinte della produzione di vestiti. Il documentario, che mentre mostra una fetida sartoria indiana, immerge lo spettatore in un’atmosfera con una temperatura più elevata per garantirne l’effetto soffocante, vuole deliberatamente denigrare lo sfruttamento che avviene nel mondo della moda. 

Film, cinema e moviestar, comprese le polemiche sulla fruizione dei contenuti, continueranno ad accendere le prossime edizioni, convinti però che il successo della sezione dedicata alla Vitual Reality, visto il settore, non farà altro che guadagnare sempre più attenzione. Del tutto meritata.

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