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Spesa online, food delivery e ecommerce in Italia: l’analisi di Weborama

Dal 9 marzo con il lockdown nazionale deciso dal Governo, gli italiani stanno affrontando una situazione del tutto nuova, soprattutto per ciò che riguarda gli acquisti quotidiani.

In questo scenario, Weborama, Data Science Company attiva da vent’anni in diversi ambiti del marketing digitale e off-line grazie a strumenti di analisi dei dati, ha esaminato l’interesse dei consumatori rispetto a tre modalità di acquisto, la spesa online, il food delivery el’e-commerce valutandone anche la distribuzione geografica degli utenti.

Il nuovo tool di analisi: MoonFish

L’analisi effettuata da Weborama è stata realizzata attraverso il nuovo tool proprietario MoonFish, una nuova soluzione che semplifica la creazione di audience specifiche, basata sulla qualità dei dati di Weborama e sull’intelligenza artificiale semantica. Con MoonFish è possibile creare segmenti di pubblico esclusivi, raggiungere un pubblico che risponderà in modo efficace e che potrà essere immediatamente attivato utilizzando le leve principali leve del marketing e dei media.

MoonFish si basa sul know-how di professionisti che lavorano da anni nel reparto R&D di Weborama e rappresenta una risposta innovativa e dalle alte prestazioni alle sfide della conoscenza reale dei clienti dei brand nel mondo digitale. Questa conoscenza è già al servizio di quasi 1.000 grandi aziende nei più vari settori di attività, aziende che hanno la necessità di conversare e rivolgersi direttamente ai loro consumatori ideali.

La situazione nelle regioni del Nord

Nelle regioni del Nord Italia, in cui risiede quasi la metà della popolazione italiana, vive oltre il 62% delle persone che cercano servizi per la spesa online e quasi il 52% di quelle propense al food delivery. Dati trainati in particolare da Lombardia con il 31% di italiani interessati alla spesa online e il 28% al food delivery e soprattutto, dato inaspettato, dall’Emilia-Romagna che registra il 6,5% di interesse per il food delivery e il 10% per la spesa online riservandosi così il terzo posto a livello nazionale. La terza regione a supportare il Nord, in base all’analisi condotta da Weborama, è il Veneto dove la spesa online con il 9% supera di poco il food delivery (8%), segue poi il Piemonte con l’8% di interesse per laspesa online e il 7% per il food delivery.

Queste, ad oggi, sono le regioni più urbanizzate, le aree in cui le grandi catene della GDO sono più diffuse e in cui le piattaforme di food delivery sono maggiormente presenti e che sono state più duramente colpite.

I dati singolari dell’Italia centrale e meridionale

Nel Centro Italia, invece, la spesa online sembra essere un tema che interessa complessivamente il 23% degli italiani, mentre il food delivery registra il 25%, si differenzia la Toscana che da sola con l’9% di interesse per il food delivery si assesta al quarto posto su scala nazionale.

Il Lazio svetta in classifica con il 13,5% per la spesa online e il 12,2% per il food delivery mentre per il Sud Italia sono singolari i dati registrati in Campania in merito all’acquisto di prodotti alimentari online con un interesse del 7% e del 12% per il food delivery che pone la regione al terzo posto a livello nazionale dopo Lombardia e Lazio.

Fa eccezione anche la Sicilia che, tra le regioni del Sud, si stanzia, dopo la Campania, al secondo posto con il 3% di ordini online e il 5,5% di interesse per le richieste di food delivery. Secondo la ricerca di Weborama, tuttavia, in Sardegna e così come nel resto del sud, sembrano quasi ignorate le due categorie di spesa online e food delivery. Nello specifico, gli italiani interessati alla spesa online in Sardegna sono meno dello 0,5%, il dato più basso dopo la Basilicata con lo 0,11% e il Molise con lo 0,08%, mentre la Puglia rialza l’interesse al 2,8% e registra il 3,2% per il food delivery ma sancisce il distacco dall’Abruzzo all’1% e dalla Calabria con lo 0,1%.

Le cause di questa disparità numerica possono essere ricercate nella diversa struttura commerciale, e nella ristorazione che predilige modalità di delivery gestite in autonomia dal singolo ristorante, ma anche in una diversa penetrazione dell’epidemia di Coronavirus. Si può pensare che in aree drammaticamente colpite come Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, i consumatori siano stati più propensi ad evitare per quanto possibile di uscire di casa, mentre laddove il lockdown è stato percepito più come una misura precauzionale, la spesa settimanale o il ritiro di una pizza da asporto sono state considerate come attività legate alla quotidianità abituale.

Le regioni più interessate all’ecommerce in Italia

Al contrario, invece, la distribuzione geografica degli utenti interessati all’e-commerce è sostanzialmente analoga a quella della popolazione. Nella top 10 delle regioni più interessate all’e-commerce troviamo sul podio la Lombardia con il 31%, il Lazio con il 14,5% e la Campania con l’8% seguite in quarta posizione dal Veneto che registra il 7,6%, dal 7,3% del Piemonte e dall’Emilia-Romagna con il 6%, al settimo gradino c’è la Toscana con il 5,3%, poi la Sicilia 5,1% e al penultimo posto la Puglia 4%, chiudono al decimo posto le Marche con il 2%. Ciò conferma nuovamente come l’e-commerce sia ormai una realtà solida in tutto il Paese indipendentemente dall’area geografica.

Roberto Carnazza, Country Manager di Weborama Italia commenta a proposito dell’analisi: “I dati estratti da MoonFish sottolineano ulteriormente come, a causa del Covid-19, le abitudini degli italiani relative alla spesa online siano drasticamente cambiate e come ogni area del Bel Paese segua dinamiche proprie. Una volta usciti dall’emergenza, le vere incognite saranno molteplici: come affrontare un mercato che sarà inevitabilmente diverso, come prevedere i cambiamenti degli utenti online e lo scardinamento dei modelli fino ad ora conosciuti. Avremo una conferma soprattutto dell’effettivo interesse degli utenti verso la spesa online e il food delivery durante la cosiddetta Fase 2, momento in cui per i brand di settore, ma non solo, sarà quindi fondamentale formulare o riformulare strategie data-driven mirate e allo stesso tempo versatili al fine di ottimizzare gli investimenti e proseguire nel processo di fidelizzazione”.