Vent’anni di Google. Il 4 settembre 1998, Larry Page e Sergey Brin fondano Google Inc. Larry Page e Sergey Brin si incontrano per la prima volta a Stanford nel 1995. Sono coetanei (nati entrambi nel 1973) ma con storie molto diverse. Il padre di Page è stato definito uno dei pionieri dell’informatica negli Stati Uniti. E anche la madre Gloria ha costruito una carriera universitaria nello stesso campo di ricerca. Brin è figlio di un professore universitario di matematica e di una ricercatrice della Nasa. Ma la sua storia inizia in Russia. È nato a Mosca ed è arrivato negli Usa a sei anni.
Il progetto di Google nasce a Stanford. Obiettivo: creare un algoritmo che permetta di orientarsi online. Il nome iniziale del progetto è “Backrub” e gira solo sui server dell’università. Brin e Page optano poi per Google. Il nome sarebbe ispirato a “googol”, termine coniato dal matematico Edward Kasner per rappresentare un numero con un uno seguito da cento zeri. Non è certo il perché googol sia diventato Google. Forse per una scelta. O forse per un errore di trascrizione: la pronuncia delle due parole è quasi identica. Oggi, dopo milioni di ricerche, gli utenti sanno come si scrive “Google”.
Un modo semplice e utile di cercare informazioni, semplicità che si palesa anche nel logo dell’azienda è ormai diventato familiare a ognuno di noi. Google, per festeggiare con i propri utenti ha deciso di introdurre numerose funzionalità come la Activity Card ma anche AMP Stories e integrazioni con Google Lens. La prima, per importanza, è senza dubbio la nuova Activity Card ossia la “memoria” che Google integra nel proprio sistema e che permette di rilevare tutti i passaggi e le ricerche effettuate in passato inserendo un termine già ricercato. In pratica le Activity Card non fanno altro che visualizzare le pagine visitate legate ad un determinato argomento ricercato. Una sorta di “déjà vu” che potrebbe risultare quanto mai comodo per coloro che vogliono ripercorrere momenti passati.
Google Lens non è altro che la funzionalità implementata dall’azienda capace di riconoscere semplicemente con uno scatto o da un’immagine informazioni sfruttando l’Intelligenza Artificiale. In questo caso ecco che le novità riguarderanno l’apprendimento automatico come anche l’ampio uso delle reti neurali. Basterà all’utente premere il pulsante specifico di Google Lens per permettere all’algoritmo di riconoscere in maniera automatica gli oggetti mostrati in foto o nelle immagini. A seguire sarà possibile realizzare ricerche sui risultati visualizzati. Interessante anche il fatto che gli utenti d’ora in poi potranno anche disegnare una specifica area sull’immagine stessa per riuscire ad indirizzare il riconoscimento visuale solo su quella porzione di foto. Per quanto concerne invece le AMP Story altro non sono se non delle news realizzate con l’Accelerated Mobile Page per favorire il caricamento veloce e la visualizzazione web ottimizzata dei contenuti. In tal caso le storie introdotte da Google nel proprio feed includono anche immagini, brevi video, infografiche ma anche descrizioni più o meno brevi per fornire informazioni in modo veloce e completo a chi le visualizza.
Oggi Google è il motore di ricerca più popolare al mondo che vale ben 132,1 miliardi di dollari: e pensare che Larry e Sergey avevano cominciato con un ‘pocket money’ limitato, appena 100 mila dollari, forniti da Andy Bechtolsheim, creatore di Sun Microsystems. Ma il raggio d’azione si è allargato a più settori: dalla gestione degli annunci pubblicitari all’editoria, dalle mappe ai video con YouTube, dai programmi per navigare online con Chrome, al sistema operativo per dispositivi mobili Android che ha tagliato il traguardo dei 2 miliardi di dispositivi attivati nel mondo. E di recente, proprio per abuso di posizione dominante di Android, la Commissione europea ha inflitto alla società una maximulta da 4,3 miliardi di euro, la più alta mai imposta ad un’azienda. E’ pari al 5% dei ricavi medi giornalieri di Alphabet, la holding che controlla Big G. Alphabet è stata creata nell’ottobre 2015 per separare l’attività di ricerca online dalle altre società e divisioni che nel frattempo Mountain View ha lanciato.