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Nexive: “La liberalizzazione del mercato portale è ancora lontana: Nexive denuncia ritardi e trattamenti differenziati a scapito degli operatori privati, che si traducono in danni per gli utenti”

Nexive

Milano, 22 maggio 2019 – Nexive, primo operatore privato del mercato postale in Italia, denuncia ritardi e disparità di trattamento nell’ambito degli obblighi imposti agli operatori postali che hanno ottenuto dal MISE la nuova licenza individuale speciale per la notifica di atti giudiziari e violazioni del Codice della Strada e prevista a seguito dell’approvazione del DDL Concorrenza ad Agosto 2017 e dal Decreto attuativo di Luglio 2018. Una situazione che, secondo l’azienda, che ha già ottenuto tale licenza, ostacola il raggiungimento di una completa ed effettiva liberalizzazione del mercato postale a danno degli utenti finali, Pubbliche Amministrazioni e cittadini.

Con l’approvazione del DDL Concorrenza, del successivo Regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) e del decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo economico di luglio 2018, è stato infatti abrogato il regime di esclusiva in favore dell’incumbent per il servizio di notifica a mezzo posta di atti giudiziari e violazioni del Codice della Strada, risultato fondamentale per rendere più competitivo il settore postale e strategico per permettere al Paese di recuperare efficienza e allinearsi agli standard degli altri Paesi europei.

Secondo la normativa, infatti, una volta ottenuta dal MISE la licenza per la notifica di atti giudiziari e multe, gli operatori postali, per essere definitivamente abilitati a offrire questo nuovo servizio a PA e consumatori devono seguire, così come prevedono le Linee guida del Ministero della Giustizia pubblicate il 12 marzo 2019, un’articolata formazione della durata complessiva di quaranta ore e superare un esame finale, entrambi di competenza dei funzionari UNEP – Corte di Appello. A fronte della pubblicazione delle linee guida per la formazione, tuttavia, non sono state date disposizioni formali agli uffici UNEP sul territorio i quali, senza un incarico esplicito da parte del Ministero, non si attiveranno, bloccando quindi di fatto l’avvio delle attività di formazione stesse.

Nexive sottolinea inoltre come questi adempimenti siano in realtà prerogativa dei soli operatori postali privati e non di Poste Italiane, i cui dipendenti possono essere formati attraverso un’attività di aggiornamento interna e non hanno l’obbligo di sostenere l’esame finale di abilitazione.

Il commento di Luciano Traja, Amministratore Delegato di Nexive: “Nonostante siano passati diversi mesi dall’approvazione del Decreto attuativo per le licenze postali, persistono forti ritardi che rallentano una concreta apertura del mercato postale alla libera concorrenza degli operatori privati. Nexive stessa ha già ottenuto la licenza grazie a un grande lavoro di squadra, ma attualmente non è ancora stata messa nelle condizioni di offrire questo servizio. La liberalizzazione è ad oggi inefficace e gli operatori privati si trovano in una situazione di grave difficoltà dovuta, da un lato, a disposizioni ancora fortemente sbilanciate a favore del Fornitore del Servizio Universale, dall’altro al rallentamento delle procedure di attuazione. Ci auguriamo che il Ministero della Giustizia prosegua rapidamente l’opera di regolamentazione necessaria per aprire realmente il settore alla libera concorrenza e tradurre le nuove normative in realtà, sostenendo gli operatori che investono in questo settore. Chiediamo inoltre pari trattamento affinché tutti gli operatori privati qualificati possano concorrere al servizio di notifica. L’obbligo di formazione, in particolare, necessario, ma che comporta un ingente impegno per gli operatori titolari di licenza in termini organizzativi, logistici ed economici, dovrebbe valere per tutti i soggetti che operano nel mercato al fine di non creare discriminazioni a favore dell’incumbent. Ad oggi, quindi, gli atti giudiziari e quelli relativi alle contravvenzioni stradali continuano a essere affidati al Fornitore del Servizio Universale, l’unico soggetto che non deve richiedere la licenza, né formare i propri addetti con i corsi del Ministero della Giustizia. Ciò determina un danno per le PA e i cittadini, costretti ancora a sostenere prezzi maggiori di quelli che potrebbero pagare in un regime effettivamente concorrenziale”.

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