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Crediti deteriorati: gestione e consigli

crediti deteriorati

I crediti deteriorati sono quei prestiti che le banche non riescono a riscuotere dai debitori, perché questi sono in difficoltà economiche o finanziarie. Si tratta di un problema che pesa sul bilancio delle banche e che può avere ripercussioni negative sull’intero sistema creditizio. Come si possono gestire i crediti deteriorati? Quali sono i consigli per evitarli o ridurli? Vediamo di approfondire questi aspetti in questo articolo.

Cos’è un credito deteriorato

Un credito deteriorato, o non performing loan (NPL) in inglese, è un’esposizione verso un soggetto che non è in grado di adempiere alle proprie obbligazioni contrattuali, sia per quanto riguarda il capitale che gli interessi. Si tratta di una situazione che può derivare da una crisi economica, da una valutazione errata del merito creditizio, da una gestione inefficace del recupero o da una combinazione di questi fattori.

I crediti deteriorati si possono classificare in tre categorie, secondo la definizione armonizzata a livello europeo:

  • Sofferenze: sono i crediti verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni equiparabili, per i quali si prevede una perdita totale o parziale del valore.
  • Inadempienze probabili: sono i crediti per i quali la banca ritiene improbabile che il debitore possa onorare le sue obbligazioni, senza il ricorso a garanzie o azioni legali.
  • Esposizioni scadute e/o sconfinanti: sono i crediti che sono scaduti e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e che superano una soglia di materialità.

I crediti deteriorati rappresentano un rischio per le banche, perché riducono la loro redditività, la loro solidità patrimoniale e la loro capacità di erogare nuovi prestiti. Inoltre, possono influenzare negativamente la fiducia degli investitori e dei depositanti, con possibili effetti di contagio sul sistema finanziario.

Come si gestiscono i crediti deteriorati

La gestione dei crediti deteriorati è un processo complesso e articolato, che richiede competenze specifiche e strumenti adeguati. Le banche possono adottare diverse strategie, a seconda della tipologia e della gravità dei crediti, delle condizioni di mercato e delle normative vigenti. Nella gestione dei crediti deteriorati, si riscontrano diverse modalità principali. Il recupero è una di queste e consiste nel tentativo di ottenere il pagamento del credito dal debitore. Questa operazione può avvenire attraverso accordi negoziali o azioni legali e può essere condotta direttamente dall’istituto di credito o essere delegata a società specializzate, che possono agire per conto della banca o acquisire il credito tramite cessione.

Un altro metodo è la ristrutturazione, che implica la modifica dei termini del credito per agevolare il pagamento da parte del debitore. Questa procedura può prevedere l’adozione di dilazioni, sconti, moratorie, conversioni o altre forme di rinegoziazione.

C’è poi la cessione, che comporta il trasferimento del credito a un terzo, il quale si assume il rischio e il diritto di riscossione. Tale operazione può avvenire a un prezzo inferiore al valore nominale del credito, provocando una perdita per la banca cedente. Gli acquirenti dei crediti deteriorati possono essere altre banche, fondi di investimento, società di gestione o altri operatori del settore.

Infine, la cartolarizzazione rappresenta un ulteriore modo di gestire i crediti deteriorati. Questa pratica consiste nel trasformare i crediti in titoli negoziabili sul mercato, emessi da una società veicolo appositamente costituita. Questo processo consente alla banca di rimuovere i crediti dal proprio bilancio, trasferendo il rischio agli investitori che acquistano i titoli. Per rendere i titoli più attraenti e sicuri, la cartolarizzazione può essere supportata da garanzie pubbliche o private.

Quali sono i consigli per evitare o ridurre i crediti deteriorati

Per evitare o ridurre i crediti deteriorati, le banche devono adottare buone pratiche, sia nella fase di erogazione che in quella di gestione dei prestiti. Tra i principali consigli: effettuare una valutazione accurata del merito creditizio dei potenziali clienti, considerando situazione economica, finanziaria e patrimoniale, nonché i rischi legati al settore d’attività e al contesto macroeconomico. Inoltre, definire le condizioni del credito in modo adeguato al profilo del cliente e al tipo d’operazione, prevedendo eventuali garanzie, clausole di salvaguardia, limiti d’esposizione e meccanismi d’allerta precoce.

Importante è monitorare costantemente l’andamento dei crediti, verificando rispetto delle scadenze, livello d’indebitamento, qualità delle garanzie ed eventuali segnali di difficoltà dei clienti. Fondamentale è intervenire tempestivamente in caso di deterioramento, cercando soluzioni negoziali coi clienti, attivando procedure di recupero o valutando cessione o cartolarizzazione.

L’importanza di una gestione efficace dei crediti deteriorati

Una gestione efficace dei crediti deteriorati non porta benefici solo alle banche, ma all’intero sistema economico e finanziario. Infatti, riducendo il peso di questi crediti, gli istituti di credito possono migliorare redditività, solidità patrimoniale e reputazione sul mercato. Inoltre, si liberano risorse da destinare a nuovi prestiti, favorendo così crescita e innovazione di imprese e consumatori. Tutto ciò contribuisce a stabilità e trasparenza del sistema finanziario, riducendo i rischi di contagio e crisi.

In aggiunta, una efficace gestione dei crediti deteriorati può avere effetti positivi anche per i debitori, che possono trovare soluzioni per uscire dalle difficoltà, rinegoziando le condizioni del credito o accedendo a forme di sostegno. In questo modo si evitano le conseguenze negative dell’insolvenza, come pignoramento, protesto, segnalazione nelle banche dati o fallimento. Così i debitori possono ripristinare la loro affidabilità creditizia e accedere a nuove opportunità di finanziamento.

Per questi motivi, una gestione efficace dei crediti deteriorati è un obiettivo condiviso da tutti gli attori coinvolti: banche, debitori, investitori, autorità di vigilanza e istituzioni pubbliche. Solo attraverso una collaborazione e una cooperazione tra questi soggetti, si può affrontare il problema dei crediti deteriorati in modo efficace e sostenibile.

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Cos’è un credito deteriorato

Un credito deteriorato, o non performing loan (NPL) in inglese, è un’esposizione verso un soggetto che non è in grado di adempiere alle proprie obbligazioni contrattuali, sia per quanto riguarda il capitale che gli interessi. Si tratta di una situazione che può derivare da una crisi economica, da una valutazione errata del merito creditizio, da una gestione inefficace del recupero o da una combinazione di questi fattori.

I crediti deteriorati si possono classificare in tre categorie, secondo la definizione armonizzata a livello europeo:

  • Sofferenze: sono i crediti verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni equiparabili, per i quali si prevede una perdita totale o parziale del valore.
  • Inadempienze probabili: sono i crediti per i quali la banca ritiene improbabile che il debitore possa onorare le sue obbligazioni, senza il ricorso a garanzie o azioni legali.
  • Esposizioni scadute e/o sconfinanti: sono i crediti che sono scaduti e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e che superano una soglia di materialità.

I crediti deteriorati rappresentano un rischio per le banche, perché riducono la loro redditività, la loro solidità patrimoniale e la loro capacità di erogare nuovi prestiti. Inoltre, possono influenzare negativamente la fiducia degli investitori e dei depositanti, con possibili effetti di contagio sul sistema finanziario.

Come si gestiscono i crediti deteriorati

La gestione dei crediti deteriorati è un processo complesso e articolato, che richiede competenze specifiche e strumenti adeguati. Le banche possono adottare diverse strategie, a seconda della tipologia e della gravità dei crediti, delle condizioni di mercato e delle normative vigenti. Nella gestione dei crediti deteriorati, si riscontrano diverse modalità principali. Il recupero è una di queste e consiste nel tentativo di ottenere il pagamento del credito dal debitore. Questa operazione può avvenire attraverso accordi negoziali o azioni legali e può essere condotta direttamente dall’istituto di credito o essere delegata a società specializzate, che possono agire per conto della banca o acquisire il credito tramite cessione.

Un altro metodo è la ristrutturazione, che implica la modifica dei termini del credito per agevolare il pagamento da parte del debitore. Questa procedura può prevedere l’adozione di dilazioni, sconti, moratorie, conversioni o altre forme di rinegoziazione.

C’è poi la cessione, che comporta il trasferimento del credito a un terzo, il quale si assume il rischio e il diritto di riscossione. Tale operazione può avvenire a un prezzo inferiore al valore nominale del credito, provocando una perdita per la banca cedente. Gli acquirenti dei crediti deteriorati possono essere altre banche, fondi di investimento, società di gestione o altri operatori del settore.

Infine, la cartolarizzazione rappresenta un ulteriore modo di gestire i crediti deteriorati. Questa pratica consiste nel trasformare i crediti in titoli negoziabili sul mercato, emessi da una società veicolo appositamente costituita. Questo processo consente alla banca di rimuovere i crediti dal proprio bilancio, trasferendo il rischio agli investitori che acquistano i titoli. Per rendere i titoli più attraenti e sicuri, la cartolarizzazione può essere supportata da garanzie pubbliche o private.

Quali sono i consigli per evitare o ridurre i crediti deteriorati

Per evitare o ridurre i crediti deteriorati, le banche devono adottare buone pratiche, sia nella fase di erogazione che in quella di gestione dei prestiti. Tra i principali consigli: effettuare una valutazione accurata del merito creditizio dei potenziali clienti, considerando situazione economica, finanziaria e patrimoniale, nonché i rischi legati al settore d’attività e al contesto macroeconomico. Inoltre, definire le condizioni del credito in modo adeguato al profilo del cliente e al tipo d’operazione, prevedendo eventuali garanzie, clausole di salvaguardia, limiti d’esposizione e meccanismi d’allerta precoce.

Importante è monitorare costantemente l’andamento dei crediti, verificando rispetto delle scadenze, livello d’indebitamento, qualità delle garanzie ed eventuali segnali di difficoltà dei clienti. Fondamentale è intervenire tempestivamente in caso di deterioramento, cercando soluzioni negoziali coi clienti, attivando procedure di recupero o valutando cessione o cartolarizzazione.

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Una gestione efficace dei crediti deteriorati non porta benefici solo alle banche, ma all’intero sistema economico e finanziario. Infatti, riducendo il peso di questi crediti, gli istituti di credito possono migliorare redditività, solidità patrimoniale e reputazione sul mercato. Inoltre, si liberano risorse da destinare a nuovi prestiti, favorendo così crescita e innovazione di imprese e consumatori. Tutto ciò contribuisce a stabilità e trasparenza del sistema finanziario, riducendo i rischi di contagio e crisi.

In aggiunta, una efficace gestione dei crediti deteriorati può avere effetti positivi anche per i debitori, che possono trovare soluzioni per uscire dalle difficoltà, rinegoziando le condizioni del credito o accedendo a forme di sostegno. In questo modo si evitano le conseguenze negative dell’insolvenza, come pignoramento, protesto, segnalazione nelle banche dati o fallimento. Così i debitori possono ripristinare la loro affidabilità creditizia e accedere a nuove opportunità di finanziamento.

Per questi motivi, una gestione efficace dei crediti deteriorati è un obiettivo condiviso da tutti gli attori coinvolti: banche, debitori, investitori, autorità di vigilanza e istituzioni pubbliche. Solo attraverso una collaborazione e una cooperazione tra questi soggetti, si può affrontare il problema dei crediti deteriorati in modo efficace e sostenibile.

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