Weart: l’anello che riproduce il senso del tatto

L'anello creato da E-Novia verrà presentato allo Smau di Londra e permette di trasmettere le percezioni provate attraverso la combinazione di pressione, vibrazione e temperatura.

weart anello tatto

Quando si parla di commercio digitale, relativamente alla compravendita di prodotti, una degli intoppi più grossi è sempre stato quello di non poter toccare gli oggetti che si sta per acquistare. Per questo parte delle innovazioni nel settore si sono focalizzate sull’abbattimento di questo ostacolo, grazie all’introduzione di tecnologie come la realtà aumentata o virtuale.

A tal proposito domani verrà presentato un anello che trasmette la sensazione del tatto da una persona all’altra, anche a distanza, o la ricrea – associata a un film, a una musica, a un videogioco, all’e-commerce o alla realtà aumentata – amplificando così le percezioni sensoriali. Si chiama Weart (Wearable Robotics Technology) la soluzione indossabile che la Fabbrica di Imprese e-Novia accompagnerà a Smau – Italy RestartsUp in London, momento di confronto tra l’ecosistema dell’innovazione made in Italy e britannico che si terrà nella capitale inglese dal 10 al 12 aprile.

Weart può far percepire a chi lo indossa pressione, vibrazione e temperatura che combinati offrono una riproduzione del tatto. La tecnologia è nata all’interno di SIRSLab (Siena Robotics and Systems Lab), laboratorio di ricerca dell’Università di Siena, che si occupa di robotica e tecnologie legate alla manipolazione e al senso del tatto, e viene sviluppata in collaborazione con e-Novia attraverso l’omonima società che vede tra i fondatori oltre alla stessa e-Novia, Guido Gioioso, Giovanni Spagnoletti e il professor Domenico Pratichizzo.

La soluzione

Anche per via delle sue applicazioni rivoluzionarie, c’è molta attesa tra gli stakeholder inglesi proprio per Weart, l’anello che, trasmettendo o ricreando la sensazione del tatto da una persona all’altra, può essere associato a musica, immagini o alla realtà aumentata per amplificare le percezioni sensoriali.

«I device che stiamo sviluppando – spiega Guido Gioioso, co-fondatore di Weart – possono essere visti come l’equivalente di microfoni e speaker per il senso del tatto. Da un lato permetteranno di registrare le interazioni tattili di un utente mentre esplora o afferra oggetti che lo circondano, in termini di forze, vibrazioni e cambiamenti di temperatura. Dall’altro potranno riprodurre, “mettere in play”, queste sensazioni, realizzando per il senso del tatto quel processo di digitalizzazione che è già avvenuto per la vista e l’udito».

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Due utenti distanti tra loro potranno così, per esempio, grazie a questi dispositivi, scambiarsi e condividere sensazioni tattili (anche in tempo reale durante una videochiamata) che si andranno ad aggiungere a quelle audio e video, comunicando attraverso un canale, quello del tatto appunto, che è fortemente legato alla nostra sfera emotiva.

Il “microfono” tattile è fatto da sensori tattili: il dispositivo registra segnali fisici quali pressioni, vibrazioni e temperatura. Lo “speaker” ha a bordo degli attuatori, componenti che riproducono sulla pelle ruvidezza, consistenza e le sensazioni di calore e freddo.