
Con l’ondata di digitalizzazione che ha coinvolto l’Italia, ma anche il mondo intero, negli ultimi mesi sono tantissime le realtà che hanno deciso di aprire un e-shop per vendere online i propri prodotti o servizi. Questo trend, però, ha portato molti a voler puntare solo sul canale di vendita digitale, piuttosto che a quello fisico.
Ma se è vero che i costi di gestione di un ecommerce sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli di un negozio vero e proprio – che implica affitto, spese di gestione e utenze – non necessariamente l’uno dovrebbe sostituire l’altro, ma piuttosto integrarlo, per toccare una clientela più vasta, raddoppiare le vendite e, di conseguenza, i profitti.
Ecommerce o negozio fisico?
Secondo Luca Gerini, Head of e-commerce, Angel Investor e docente, sono quattro motivazioni per le quali l’ecommerce non potrà mai sostituire del tutto gli acquisti fisici, in particolar modo quando si tratta della praticità del negozio sotto casa.
- E’ difficile che all’interno di uno shop online si sviluppi lo stesso legame emozionale che si crea in un negozio fisico, tra acquirente e addetto alle vendite. Non è detto che ciò si verifichi, ma quando questo accade da sicuramente forza e valore agli acquisti (settore del travel a parte).
- Il fattore immediatezza, in particolar modo per i negozi sotto casa, è sufficiente per entrare nel negozio ed effettuare l’acquisto, senza dover aspettare i tempi di spedizione, nonostante le tempistiche di consegna si siano molto accorciate e talvolta la merce arriva anche in poche ore.
- La possibilità di visitare il punto vendita e osservare la merce, toccarla con mano, vedere i colori senza il tramite di uno schermo, provare le taglie e lasciarsi ispirare dall’atmosfera del negozio. Questo può aiutare molto nell’incentivare il cliente a guardare anche altro, oltre a ciò per cui è entrato nel negozio.
- Ci sono prodotti dall’alta componente emozionale (come ad esempio gioielli, oggetti d’arte, stoffe e tessuti) che rendono molto di più se visti di persona e soprattutto toccati.
La forza dello store fisico
Secondo l’esperienza di Luca Gerini, la forza del negozio fisico sta proprio nel riuscire a incentivare la relazione tra imprenditore e acquirente, un legame che viene stimolato in particolar modo nell’approccio interpersonale, anche se il digitale si sta evolvendo talmente tanto da riuscire, quasi, a sopperire a questa mancanza.
“Durante il lockdown l’e-commerce ha mostrato tutto il proprio potenziale, ha permesso a tanti clienti (sino a quel momento reticenti) di scoprire i benefici di ricevere un prodotto a casa senza doversi spostare in negozi o centri commerciali (con i vari problemi di traffico, parcheggio e lunghe file). Dall’altro lato ha permesso a quei retailer che non erano organizzati o pronti per fare ecommerce, di prendere coscienza del potenziale delle vendite a distanza. Il potenziale non è solo legato alle vendite, ma soprattutto al fatto di avere dei team nei negozi che diventano più digitali, che assistono i clienti via chat e via video. Aziende che non hanno più un solo stock in negozio ma hanno uno stock a 360° e che connettono i negozi e l’e-commerce con un solo obiettivo: soddisfare il cliente ovunque esso si trovi. Se la taglia della maglietta non è disponibile in un determinato negozio non ci sono problemi, poiché il negozio che ne sarà provvisto potrà spedirla direttamente in 24 ore a casa del cliente. Sino a febbraio esisteva un cliente e-commerce ed uno retail, oggi esiste solo un cliente” conclude Luca Gerini.