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Black Friday 2021: è finito “l’effetto Pandemia”? Meno ricerche, ma più vendite. I dati di Semrush

Black Friday

Lo scorso anno la Pandemia aveva portato ad un boom dell’e-commerce, con una spesa di 9 miliardi di dollari solo durante il Black Friday. Cosa aspettarsi, dunque, per il 2021

Semrush, piattaforma di Saas per la gestione della visibilità online, ha analizzato le ricerche sul web fatte con finalità di acquisto, per individuare quale sarà la tendenza quest’anno e i prodotti che stanno destando maggior interesse tra i consumatori.

Innanzitutto, va detto che dallo studio sembra essere finito “l’effetto Pandemia”, con dati in calo rispetto allo scorso anno. Le ricerche per acquisti online sono diminuite di quasi il 55%, riportando il volume di ricerca ai livelli pre-2018. Anche le digitazioni correlate all’item “Black Friday” sono più basse di quanto fosse nel 2018, e quasi la metà del 2019.

I commercianti, però, non devono scoraggiarsi, perché il Black Friday 2021 vedrà probabilmente il maggior numero di visite di sempre, con alcune differenze nei comportamenti di acquisto.

Il miglioramento degli approcci di vendita online, caratterizzati da azioni di marketing avanzate e sempre più mirate, e una maggior consapevolezza da parte dei consumatori, sempre più accorti ed esigenti, produrranno, comunque ottimi risultati, anche se con numeri un po’ più moderati.

Quanto ai prodotti che stanno destando maggiore interesse, ai primi posti ci sono device tecnologici. Prima su tutti la PlayStation 5 di Sony (PS5), con oltre 18 milioni di ricerche accumulate tra gennaio e settembre 2021. Al secondo posto, a pari merito, troviamo l’iPhone 11 e il 12, con solo 1 milione di ricerche in meno rispetto al numero uno in classifica.

Per quanto riguarda le piattaforme in cui si fa più shopping, ancora una volta Amazon domina la classifica dei rivenditori più popolari, con un volume di traffico quattro volte quello del concorrente più prossimo, eBay.

Quando si tratta di brand, Nike e H&M sono i vincitori assoluti. Otto dei primi dodici marchi appartengono al settore dell’abbigliamento, che ha visto un’impennata delle vendite e altri vantaggi come una massiccia riduzione del magazzino. In breve, le persone stanno abbandonando il loro abbigliamento da casa a vantaggio della moda, a mano a mano che le restrizioni vengono eliminate. Sicuramente una nota decisamente positiva per il settore dell’abbigliamento, che nel 2020 ha sofferto profondamente per le chiusure, registrando in alcuni casi perdite di fatturato fino all’80%.

Piacevole sorpresa, l’aumento delle vendite dei prodotti sostenibili. Dopo un aumento del 200-380% su base annua delle ricerche di prodotti sostenibili nel 2018 e del 72-210% nel 2019, si era registrato un calo di interesse. Forse perché tra i consumatori si è diffusa una maggior conoscenza dei temi legati allo shopping sostenibile, per questo oggi hanno meno bisogno di cercare online informazioni a riguardo.

Negli ultimi anni si sono affermati anche motori di acquisto specializzati in e-commerce etici, progettati per mostrare solo prodotti sostenibili, come EarthHero, che vede circa 200-300 mila visitatori unici al mese, ma anche plug-in per il browser, come DoneGood, che hanno reso la ricerca di parole chiave per lo shopping sostenibile in qualche modo ridondante.