Crollo delle vendite al dettaglio e impennata dell’ecommerce. È l’effetto Covid sui consumi nei primi mesi del 2020. Un processo per molti irreversibile, ma che apre di fatto nuove strade alla ripartenza.
«L’Italia utilizzi i fondi europei per la ripresa post pandemia anche per dotarsi una volta per tutte di infrastrutture informatiche di livello e per diffondere l’educazione digitale, in modo da poter consentire un adeguamento del nostro sistema produttivo, distributivo e commerciale alle enormi potenzialità offerte dall’ecommerce».
È l’appello giunto dai relatori del secondo incontro della rassegna “Economia sotto l’ombrellone 2020″ svoltosi martedì 18 agosto a Lignano Pineta e organizzato dall’agenzia di comunicazione Eo Ipso: Andrea Magro, professore a contratto di Informatica e Telecomunicazioni presso l’Università telematica E-Campus e socio fondatore e vicepresidente di Lignano Banda Larga per la quale ha firmato il progetto di cablaggio di Lignano Sabbiadoro; Marco Tam, presidente di Greenway Group, realtà friulana che opera nel settore dell’energia pulita e di Filare Italia, progetto per portare la tradizione enologica in Cina; il terzo relatore è Andrea Zaniolo, direttore dell’area New Business dell’agenzia di marketing Velvet Media, nonché profondo conoscitore dei processi digitali e innovatore della comunicazione.
Potenziale di enorme crescita
«A seguito della pandemia, infatti – hanno spiegato i relatori – si è avuta una notevolissima accelerazione della conoscenza e utilizzo dell’ecommerce da parte sia delle aziende, sia dei consumatori (soprattutto fra gli over 60 che prima lo utilizzavano pochissimo), ma in Italia il commercio online ha ancora enormi potenzialità di crescita che potranno concretarsi solo attraverso forti investimenti in infrastrutture, digitali e fisiche, e grazie alla diffusione dell’educazione digitale che manca sia nelle persone, sia nelle aziende. Molti – hanno aggiunto Zaniolo, Tam e Magro – continuano a pensare che l’ecommerce sia qualcosa di costoso, difficile da gestire e che sottrae posti di lavoro nelle aziende tradizionali, nonché spazio ai negozi fisici, senza rendersi conto che oggi esistono strumenti per approcciarsi all’e-commerce adatti anche alle piccole e piccolissime aziende, che la gestione dell’ecommerce crea in realtà molti nuovi posti di lavoro e che i negozi fisici approcciandosi alle vendite on line possono ampliare la propria competitività e la propria clientela».
Dal lockdown in avanti sono state ridisegnate le abitudini dei consumatori e, di conseguenza, alle aziende è stata prospettata una nuova via d’uscita. Nel mese di marzo infatti l’ecommerce è cresciuto del 20% rispetto allo stesso mese del 2019; del 28,2% ad aprile ed ha subito un’ulteriore accelerazione anche nella cosiddetta Fase 2, registrando a maggio un balzo del 41,7% (dati fonte Istat). E le previsioni sull’anno in corso prevedono un salto complessivo compreso tra il 35% e il 40% rispetto al 2019.
Un caso virtuoso
Andra Magro con Lignano Banda Larga ha portato la connessione di altissimo livello in tutta la località turistica friulana, facendo di Lignano Sabbiadoro l’unico comune certificato Ftth (Fiber to the home) dell’Adriatico mettendo a disposizione quattro Terabit/s di banda (più di quanta se ne utilizzi in tutto il Fvg).
«Le infrastrutture digitali in Italia – ha affermato – sono all’anno zero. Ci sono zone cablate e altre, tante, non raggiunte da connettività decente e addirittura diverse aree industriali che non sono dotate di infrastrutture digitali performanti. La causa va ricercata nelle scelte politiche che si sono susseguite dal 2008 che in una sorta di vortice impazzito hanno via via distrutto sistematicamente quanto fatto dalla politica precedente, senza una strategia di lungo periodo. Deleteria è stata, poi, anche la scelta di dotarsi di un “cablaggio di Stato” da cedere agli operatori a basso costo in modo che le connessioni fossero a basso costo per l’utenza. Gli operatori privati, infatti, che sono quasi tutti stranieri, vogliono lucrare e non hanno interesse ad avere migliaia di piccoli contratti poco remunerativi, con migliaia di piccoli problemi da gestire e risolvere, ma preferiscono concentrarsi sulle località con moltissimi residenti. Tutto ciò ha portato, di fatto, all’esclusione di molti piccoli comuni dalla banda larga che può essere superata solo con accordi diretti fra i privati e i comuni come è stato nel caso di Lignano».
Cosa succede nel settore del commercio?
Lo spiega Andrea Zaniolo, direttore dell’area New Business dell’agenzia di marketing Velvet Media: «Chiariamolo subito – ha esordito – la vendita online non va mai a discapito della vendita tradizionale nei negozi fisici, ma anzi, l’una supporta l’altra. L’e-commerce, dunque, non è più futuro, ma il presente. Sta crescendo da oltre un decennio e ha avuto una spinta grazie al Covid, ma oggi non si discute più “se” sia il caso di aprire un canale di vendita on line, il tema è solo “come” aprire un canale e-commerce, quali siano le tecnologie e i metodi di comunicazione per farlo performare al meglio. Oggi, infatti, non avere un canale di vendita on-line vuol dire precludersi una gran parte del mercato, subendo un danno competitivo rispetto ai competitor che sono presenti on-line. La pandemia – ha aggiunto Zaniolo – ha fatto fare un salto in avanti di almeno due anni rispetto al percepito sulle nuove tecnologie e sulle nuove modalità di acquisto e ciò è stato molto importante in un Paese che ha ancora tanta strada da fare sull’educazione digitale e sull’aggiornamento tecnologico. L’ecommerce è un cambiamento – ha concluso -, come tutti i cambiamenti offre opportunità e va affrontato senza paura, ma governandolo con professionalità e saggezza».
«L’ecommerce è sicuramente molto interessante, ma non in contrasto con i negozi fisici e con l’attività delle aziende tradizionali – ha ribadito l’imprenditore Marco Tam che ha utilizzato ampiamente le vendite on line per proporre nel mondo i suoi vini marchiati Filare Italia -, anzi lo stesso ecommerce è agevolato dalla presenza del negozio fisico. I dati statunitensi dicono che chi vende on line, ma ha anche il negozio fisico ha vendite superiori del 37% rispetto ai concorrenti che vendono gli stessi prodotti solo on line. L’ecommerce, dunque, va gestito – ha aggiunto-, ma ci vuole educazione e molte aziende hanno ancora modelli organizzativi che non sono pro-e-commerce, molte si approcciano a questo mondo solo perché devono farlo, ma senza una cultura e strategie definite. Va, poi, detto – ha proseguito – che l’e-commerce offre opportunità di ripensamento e sviluppo a molti settori. Si pensi, ad esempio, solo a problema connesso all’aumento di inquinamento generato dalla crescita esponenziale delle consegne di pacchi e alle opportunità di ripensamento che la necessità di contenere i danni ambientali offre al sistema logistico e al settore dell’automotive. Infine, bisogna essere consapevoli – ha concluso Tam – che oggi si è accelerata la glocalizzazione, essere globali rimanendo locali, perché non si può più viaggiare con i tempi, la frequenza e i costi che si avevano prima del Covid. Non avere autostrade digitali funzionanti e un sistema logistico efficiente ci darebbe, quindi, uno svantaggio competitivo di 40 anni. Su questi aspetti la politica italiana locale e nazionale deve riflettere attentamente per non far perdere al nostro Paese e alle nostre aziende il ruolo che hanno nell’economia mondiale».
IL PROSSIMO INCONTRO PROGRAMMA
25 agosto
“La finanza per ripartire”
Mario Fumei – consulente finanziario e private banker
Paola Pallotta – managing director Capital Group
Cristian Vida – presidente Confidi Friuli
Moderatore: Carlo Tomaso Parmegiani, giornalista e responsabile editoriale Nordest di Eo Ipso.