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Digital Commerce i trend del 2023 e come cavalcarli secondo VTEX

Digital Commerce i trend del 2023 e come cavalcarli secondo VTEX

La pandemia ha portato ad una forte accelerazione del processo di trasformazione digitale, e sono molti i retailer ad aver iniziato ad investire sforzi e denaro in strategie di commercio online. Per ottenere un vantaggio competitivo si sta facendo sempre più strada la necessità di integrare canali, inventario, gestione degli ordini e molto altro, in ottica di incremento concreto della redditività. Oggi le aziende hanno l’opportunità di sfruttare piattaforme e tecnologie all’avanguardia, e di sviluppare strategie di marketplace complete, efficaci per soddisfare le esigenze dei clienti in un modo sempre più personalizzato e flessibile.

Abbiamo chiesto a Fabrizio Cascianelli, Head of Sales and Marketing di VTEX Italia, di condividere il punto di vista di VTEX sulle tendenze che stanno prendendo piede nel settore e alcuni suggerimenti per fare le giuste scelte strategiche.

Si parla molto di marketplace e di opportunità da sfruttare su questi canali. Voi cosa ne pensate?

I marketplace si stanno espandendo come mai prima e il consumatore – che si tratti di mercato B2B come B2C – tende a fare affidamento sempre più su quelli in grado di offrire un’ampia varietà di prodotti, prezzi competitivi e un processo di checkout semplificato. La crescita del modello marketplace è una certezza. Si prevede ad esempio che entro il 2026 la quota delle transazioni di ecommerce a livello mondiale effettuate sui marketplace digitali passerà dal 60% al 70% (ad attestarlo è il 2021 Digital Commerce 360 Global Ecommerce Sales Report). Parliamo di una crescita determinata soprattutto dall’esplosione di marketplace di nicchia in settori come quello sanitario, dei servizi e della produzione industriale.

Il concetto di “strategia di ecommerce” sarà in futuro sempre più sinonimo di “strategia di marketplace”. Indipendentemente dalle dimensioni e dal settore di appartenenza, ogni azienda attiva nell’ambito del commercio dovrà, infatti, far leva sui marketplace per far crescere la propria audience e i profitti. Il nostro suggerimento ai brand è quello di inserire i prodotti nei marketplace di nicchia per riuscire a raggiungere un pubblico più ampio. I retailer dovrebbero poi considerare l’opportunità di investire in marketplace proprietari o di vendere su molteplici store online similari.

Digital-first pare essere ormai la regola. Qual è il vostro punto di vista?

Brand e retailer si battono per rendere l’esperienza ecommerce quanto più vicina possibile a quella in-store, e viceversa. Ecco spiegato il motivo per cui si prevede che nel 2026, quando si presume che la maggior parte dei principali retailer l’avranno sperimentato, oltre il 20% delle vendite al dettaglio si baseranno su un modello “just walk out“, in cui tecnologie come sensori, telecamere di sicurezza, sistemi RFID, saranno utilizzati per tracciare gli articoli che il consumatore mette nel carrello. I retailer saranno così in grado di automatizzare le attività del punto vendita e l’esperienza di checkout, nonché di avere accesso ad un maggior numero di dati sulle modalità di acquisto dei consumatori in negozio.

Il nostro suggerimento per i retailer è quindi quello di integrare il più possibile esperienze digitali a valore aggiunto negli store fisici.

La fiducia del consumatore guida una maggiore spesa, da sempre. Su quali fattori deve puntare oggi un retailer per conquistarsi questa fiducia?

La trasparenza è un requisito fondamentale per i consumatori, che oggi chiedono a brand e retailer maggiori informazioni sull’utilizzo dei dati, sulla sostenibilità dei materiali e dei prodotti, sulle emissioni di carbonio legate alle operation e molto altro.

Si prevede che aumenteranno gli investimenti da parte di brand e retailer in un’ottica di fidelizzazione dei clienti: oltre il 20% di tutte le esperienze di acquisto si baserà sulla capacità di fornire ai clienti informazioni in termini di sostenibilità in tutte le fasi del processo di sviluppo e fornitura del prodotto, fino appunto alla sua consegna.

Il nostro suggerimento ai retailer e ai brand e quindi è quello di individuare ed evidenziare gli elementi in cui sono in grado di essere più trasparenti con i propri clienti, e di fornire loro quante più informazioni possibili in merito ai criteri ESG (Environmental, Social and Governance) che la propria azienda sta applicando.

Parlando di tattiche, investire sui video continua a funzionare, quali sono le tendenze che vedete in questo ambito?

Il video continua a supportare l’esperienza di acquisto del consumatore moderno. Mentre aumenta la domanda di contenuti video, anche quelli sponsorizzati, insieme all’influencer marketing, risultano venir accolti con sempre maggiore favore da parte dell’utente finale. In generale offrire esperienze online più coinvolgenti sarà un elemento chiave nei processi di acquisto del futuro.

Una tendenza che sta prendendo sempre più piede è, ad esempio, il live-shopping, innovativa modalità che permette di conquistare pubblici che sono ancora riluttanti ad acquistare online fornendo loro una migliore esperienza dal vivo. Attraverso la proposta di dirette in streaming il live-shopping “umanizza” gli acquisti online facendo leva su elementi emozionali. Una sola sessione permette di ottenere tassi di conversione fino a 6-7 volte superiori e, se ben comunicata, può consentire di raggiungere picchi di visite ad alta conversione. In questo senso può funzionare come importante motore di crescita del fatturato, e per questo è destinata, a nostro parere, a dominare il mondo dell’ecommerce.

Parliamo invece di tecnologia. Quali sono le novità che stanno prendendo piede e su quali devono puntare i retailer?

Sempre in un’ottica di miglioramento dell’esperienza utente, si sta delineando uno scenario in cui è importante cominciare a sperimentare l’idea di commercio autonomo. Si stima che entro il 2026 oltre il 10% delle transazioni di ecommerce in tutto il mondo sarà effettuato con metodi di commercio autonomo e le esperienze commerciali automatizzate saranno sempre più comuni.

Si fanno strada, inoltre, modelli di business basati sull’abbonamento o sul consumo, oppure piattaforme che permettono di sfruttare l’intelligenza artificiale per prevedere gli ordini, piuttosto che per l’evasione di consegne tramite veicoli autonomi.

Una nuova era del commercio digitale sta prendendo piede, un’era in cui brand e retailer, nonché fornitori di tecnologie, si trovano dinnanzi a sfide in continua evoluzione, che coincidono con la capacità di cogliere le opportunità di questo settore, in forte crescita.

Certamente tecnologia, multicanalità e flessibilità porteranno alla creazione di modelli di consumo sempre più ibridi e in cui fisico e digitale saranno sempre più interconnessi.