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I-Com Broadband Index: eCommerce in Italia ancora troppo poco usato

I-Com Broadband Index: eCommerce in Italia ancora troppo poco usato

Nel 2019 l’Italia si è posizionata al 23° posto dell’I‐Com Broadband Index, l’indice elaborato dall’Istituto per la Competitività (I‐Com) che misura lo sviluppo della banda ultra larga nei mercati nazionali ed europei, con un focus particolare sul piano della domanda e dell’offerta, ovvero, sul grado di digitalizzazione degli italiani e sul livello di sviluppo delle infrastrutture tlc.

Una posizione, quella del nostro Paese, stabile in confronto all’anno precedente, ma in calo rispetto al 2017, quando era 22° in Europa. Il risultato è dovuto soprattutto alla debolezza della domanda digitale che cresce, ma non a sufficienza, e si attesta al di sotto della media europea: il divario (negativo) è particolarmente accentuato nell’e‐commerce, usato da appena il 36% della popolazione, e nella sottoscrizione di abbonamenti con una velocità di connessione superiore a 100 Megabit per secondo (Mbps), che rappresentano poco meno del 15% del totale e neanche la metà della media europea.

“Non voglio mica la luna. Le tecnologie digitali al servizio degli italiani”: il report dell’Istituto per la Competitività (I‐Com)

I risultati dell’indice sono contenuti nel rapporto dal titolo “Non voglio mica la luna. Le tecnologie digitali al servizio degli italiani” condotto dall’Istituto per la Competitività (I‐Com) nell’ambito dell’Osservatorio sulle reti e i servizi di nuova generazione. Lo studio, curato dal presidente dell’istituto Stefano da Empoli e dal direttore dell’area Digitale Silvia Compagnucci, è stato presentato oggi a Roma nel corso di un evento a cui hanno preso parte oltre cinquanta relatori tra accademici, esperti e rappresentanti delle istituzioni, della politica e del mondo delle imprese. L’Osservatorio I‐Com sulle reti e i servizi di nuova generazione è stato promosso in collaborazione con Eolo, Hewlett Packard Enterprise, Open Fiber, TIM e Vodafone.

Digitalizzazione: il confronto con il resto d’Europa

Dallo studio emerge in particolare come il grado di digitalizzazione degli italiani cresca a ritmi troppo bassi rispetto alla media europea: non è un caso che da questo punto di vista facciano peggio di noi in Europa solo Cipro, Croazia, Grecia e Bulgaria. Gli altri Paesi corrono e noi fatichiamo a recuperare il gap accumulato in passato. In un anno, tra il 2018 e il 2019, l’Italia in questa speciale classifica ha totalizzato 4,8 punti in più, grazie soprattutto all’incremento della sottoscrizione di abbonamenti con connessione veloce, passati dal 2 al 15%: un aumento però insufficiente a scalare posizioni in graduatoria visto che siamo rimasti al 24° posto. Anche perché gli altri sono cresciuti di più: come ad esempio Spagna e Portogallo che nell’ultimo anno hanno fatto un balzo in avanti di quasi 7 punti.

Il livello di sviluppo delle infrastrutture in Italia nel 2019

A proposito dell’offerta, e quindi sostanzialmente del livello di sviluppo delle infrastrutture, l’Italia fa invece molto meglio. In questa specialità, secondo l’indice I‐Com, siamo 15° in Europa con un punteggio di 85,8 su 100, dovuto soprattutto alla ormai quasi totale copertura raggiunta nelle aree rurali e nella rete Next generation access (Nga). Tuttavia, rispetto al 2018 abbiamo perso due posizioni, a vantaggio di Ungheria ed Estonia, soprattutto per via delle difficoltà amministrative e degli impedimenti burocratici che ancora rallentano la realizzazione e il miglioramento delle infrastrutture tlc nel nostro Paese.

Un quadro in chiaroscuro che il presidente dell’Istituto per la Competitività (I‐Com) Stefano da Empoli ha commentato così: “Negli ultimi anni abbiamo fatto passi in avanti, spesso anche importanti, ma soprattutto su un versante: quello delle infrastrutture. Siamo invece indietro, troppo indietro, nell’utilizzo dei servizi digitali. E non riusciamo in alcun modo a ridurre il gap con gli altri Paesi. Anzi, la novità è che ci siamo lasciati staccare da gran parte dell’Est e del Sud Europa, che fino a poco tempo fa era più o meno alla nostra portata. Ora occorre reagire con uno scatto in avanti, grazie a policy d’impatto che siano stabili e coerenti”.

La potenza nord-europea

In generale, se si guarda al resto del Vecchio continente, è il Nord Europa a far registrare i risultati nettamente migliori secondo l’indice I‐Com. A fare la parte del leone è la Svezia grazie a un alto livello di copertura e alla percentuale di connessioni con velocità superiore a 100 Mbps: oltre il 71% delle famiglie svedesi ha sottoscritto un abbonamento di questo tipo, a fronte di una media europea del 30,8%. In base all’elaborazione dell’istituto, al secondo e terzo posto ci sono la Danimarca e il Lussemburgo, con un punteggio rispettivamente di 98,8 e 97,4 su 100. Seguono poi i Paesi Bassi e la Lettonia. Tra quelli che hanno registrato performance meno brillanti, invece, ci sono l’Estonia e la Germania, entrambe scese di sei posizioni nella classifica generale, e la Francia, che quest’anno si è posizionata al 19° posto.

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