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Guida all’esterometro: cos’è e come si compila

esterometro come si compila

Per tante aziende nostrane alle prese con la complicata fiscalità italiana, l’esterometro ha rappresentato per diversi anni un adempimento cruciale per tutte le operazioni transfrontaliere non soggette a fatturazione elettronica. Si tratta di uno strumento introdotto nell’ambito della digitalizzazione e tracciabilità delle operazioni con soggetti esteri, con l’obiettivo di rafforzare la lotta all’evasione fiscale e migliorare la trasparenza tra imprese e amministrazione finanziaria.

Con l’obbligo generalizzato della fatturazione elettronica, è emersa l’esigenza di estendere i controlli anche alle operazioni effettuate verso o da soggetti non stabiliti nel territorio italiano. Da qui la nascita dell’esterometro, un adempimento che ha creato non poche difficoltà interpretative e operative tra aziende, commercialisti e operatori del settore.

Nel tempo, però, il panorama normativo è cambiato rapidamente, e oggi è fondamentale fare chiarezza su che cosa fosse realmente l’esterometro, come veniva compilato, quali adempimenti lo hanno sostituito e da quando è stato ufficialmente abolito. Questa guida ha lo scopo di offrire un quadro completo e accessibile, utile per chi si trova a gestire la contabilità e la fiscalità internazionale in Italia.

Cosa si intende per esterometro

Il termine “esterometro” non è ufficialmente presente nella normativa, ma è un’espressione entrata nel gergo fiscale italiano per indicare l’obbligo di comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate delle operazioni effettuate con soggetti esteri, cioè non stabiliti in Italia.

In particolare, riguarda operazioni attive e passive che non sono soggette all’obbligo di fatturazione elettronica attraverso il Sistema di Interscambio (SdI).

Introdotto con la Legge di Bilancio 2018, l’esterometro rientrava nel più ampio contesto del cosiddetto “adempimento comunicativo”, previsto dall’articolo 1, comma 3-bis del D.Lgs. 127/2015.

Era previsto che le operazioni con controparti estere venissero comunicate entro una scadenza trimestrale, specificando i dati principali delle fatture emesse o ricevute.

La comunicazione avveniva in modalità telematica tramite il tracciato XML, simile a quello utilizzato per la fatturazione elettronica, e doveva contenere informazioni dettagliate come la partita IVA o il codice fiscale del soggetto estero, la data del documento, l’importo dell’operazione e la natura della stessa.

esterometro cos'è

Come si compila l’esterometro

La compilazione dell’esterometro era un’operazione piuttosto tecnica, che richiedeva attenzione alla corretta codifica dei dati e alla conformità del file trasmesso ai requisiti dell’Agenzia delle Entrate.

Si trattava, in sostanza, di una comunicazione mensile o trimestrale da effettuare mediante il Sistema di Interscambio, ma con un tracciato differente rispetto a quello delle fatture elettroniche ordinarie.

I soggetti obbligati dovevano raccogliere tutte le informazioni relative alle operazioni effettuate con clienti e fornitori esteri e inserirle in un file XML conforme al formato richiesto.

Le informazioni richieste comprendevano, tra le altre cose, i dati identificativi del soggetto estero, il numero e la data della fattura, la base imponibile, l’imposta (se presente), e il tipo di operazione (ad esempio cessione di beni o prestazione di servizi).

Una delle maggiori criticità nella compilazione dell’esterometro riguardava proprio l’identificazione corretta delle operazioni da includere, in quanto vi erano eccezioni legate alla territorialità IVA e alla modalità di emissione della fattura.

La trasmissione avveniva attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate, con la possibilità di avvalersi di intermediari abilitati come i commercialisti.

Qual è la differenza tra Intrastat ed Esterometro

Molto spesso si è fatta confusione tra l’esterometro e il modello Intrastat, ma si tratta di adempimenti diversi, con finalità e ambiti distinti.

L’Intrastat è un modello introdotto a livello comunitario per monitorare gli scambi intracomunitari di beni e servizi tra soggetti IVA, e riguarda esclusivamente operazioni tra soggetti appartenenti a paesi dell’Unione Europea.

L’esterometro, invece, includeva sia operazioni con paesi UE che extra-UE, ma solo nel caso in cui non fossero già state trasmesse tramite il Sistema di Interscambio.

Inoltre, mentre l’Intrastat ha una finalità statistica oltre che fiscale, l’esterometro era un obbligo pensato per garantire la tracciabilità delle operazioni internazionali ai fini dell’IVA.

Un’altra differenza riguarda la struttura del documento: l’Intrastat si compila su modelli specifici forniti dall’Agenzia delle Dogane, mentre l’esterometro veniva inviato come file XML attraverso i sistemi telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Infine, le periodicità di invio possono differire, anche se negli ultimi anni si è teso ad allineare le scadenze per semplificare gli adempimenti per i contribuenti.

esterometro sostituito

Cosa ha sostituito l’esterometro

A partire dal 1° luglio 2022, l’esterometro è stato sostituito da un nuovo obbligo di trasmissione dei dati relativi alle operazioni transfrontaliere direttamente tramite fattura elettronica.

In altre parole, non è più necessario compilare un documento separato per l’esterometro, ma è sufficiente trasmettere la fattura elettronica verso l’estero attraverso il Sistema di Interscambio.

Questa modifica normativa ha introdotto l’obbligo di emissione di fatture elettroniche anche per le operazioni con soggetti non residenti, a condizione che il soggetto italiano sia tenuto alla fatturazione elettronica.

In caso di operazioni passive, cioè acquisti da fornitori esteri, è previsto l’invio di un documento di tipo “autofattura entro 15 giorni dalla data di ricezione del documento estero.

Il passaggio dall’esterometro alla fatturazione elettronica transfrontaliera ha semplificato il processo di comunicazione con l’Agenzia delle Entrate, riducendo gli adempimenti distinti e migliorando il controllo delle operazioni internazionali.

Tuttavia, ha richiesto un adeguamento tecnico dei sistemi gestionali delle imprese, oltre a un aggiornamento delle procedure contabili.

Da quando viene abolito l’esterometro?

L’abolizione dell’esterometro è diventata effettiva a partire dal 1° luglio 2022, con l’entrata in vigore dell’obbligo di trasmissione elettronica dei dati delle operazioni transfrontaliere. A partire da questa data, i soggetti obbligati devono utilizzare esclusivamente il canale della fatturazione elettronica per comunicare le operazioni con soggetti esteri.

La normativa di riferimento è contenuta nel Decreto Legge n. 146 del 21 ottobre 2021, convertito nella Legge n. 215 del 17 dicembre 2021, che ha ufficializzato il superamento dell’esterometro. In base a quanto previsto, le nuove regole si applicano sia alle cessioni di beni che alle prestazioni di servizi effettuate verso soggetti non residenti, non stabiliti o identificati in Italia.

È importante sottolineare che la mancata trasmissione delle informazioni tramite fattura elettronica comporta sanzioni amministrative.

In particolare, è prevista una sanzione di 2 euro per ogni fattura non trasmessa correttamente, fino a un massimo di 400 euro mensili, salvo casi di regolarizzazione tempestiva.

L’esterometro ha rappresentato per alcuni anni un tassello importante nel mosaico della digitalizzazione fiscale italiana.

Pur essendo nato con l’intento di migliorare la trasparenza e il controllo delle operazioni internazionali, ha generato confusione e complessità operative che hanno spinto il legislatore a trovare soluzioni più semplici ed efficaci.

Con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per le operazioni estere, il sistema si è evoluto verso un modello più integrato e meno frammentato.

Questo cambiamento ha comportato l’abolizione definitiva dell’esterometro, semplificando gli adempimenti e favorendo una maggiore efficienza nella gestione della contabilità fiscale.