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Millennials e Generazione Z: passione per la moda senza dimenticare retribuzione e benefit

Millennials e Generazione Z: passione per la moda senza dimenticare retribuzione e benefit

Millennials o generazione Y, sono i nati tra il 1980 e la fine degli anni 90; la Generazione Z invece è costituita da coloro nati dal 1997 in poi. Quindi, facendo un rapido calcolo, si tratta del momento in cui adesso la Generazione Z si appresta ad entrare nel mondo del lavoro. Sono giovani, i più giovani. Sono ispirati, ma soprattutto pragmatici. Bramano la stabilità finanziaria. Questo nuovo gruppo ha appena iniziato ed essere considerato come forza lavoro (almeno i più grandi, che hanno 23 anni) e sarà indubbiamente l’argomento di molte discussioni su quale approccio adottare per farli diventare i futuri manager del nostro tempo.

Le due generazioni quando si parla di lavoro sono molto distanti. Mentre i Millennials hanno vissuto i cambiamenti della crisi, la precarietà e si “accontentano”,  quelli della Generazione Z sono nati in questa situazione e vogliono investire in un futuro sicuro, sono più intraprendenti e vogliono avere un loro spazio nel mondo, magari creando una startup di successo.

Al 23° Fashion & Luxury Summit Pambianco a Milano, PwC ha presentato i dati dell’ultimo Osservatorio sulle prospettive e aspettative at work 2018 condotto su oltre 2.400 giovani millennials e della generation z. È nel fashion il lavoro da sogno per il 61% dei millennials, e il 65% della z generation. La passione per il fashion è il motivo principale della scelta per il 29% di millennials e gen z, seguito dai work benefit (17% sia per m che gz).

Entro il 2020 i millennials saranno infatti il 50% della forza lavoro, ma cosa chiedono in particolare? Retribuzione e benefit (27% M-28%GZ), sviluppo professionale (26% per m e gz) e stabilità lavorativa (22%m e 23% gz) sono le loro aspettative per la carriera. Di fronte a queste generazioni cresciute con internet e i social media, per i quali l’esperienza è Digital First anche nel lavoro, come stanno reagendo le aziende fashion italiane? Possono contare sul sicuro appeal del settore su Millennials e Generation Z, ma non sarà sufficiente per competere in futuro con colossi come Google, Apple, Amazon e nuove start-up digitali.

I brand del fashion e del lusso- secondo Erika Andreetta, Partner Retail&Consumer Goods Consulting Leader di PwC – per rispondere alla sfida lanciata dal mercato del lavoro e della produttività, dovranno essere pronte a lavorare su nuove strategie tra le quali: miglioramento dell’ambiente di lavoro, maggior flessibilità dell’organizzazione delle attività, migliore gestione delle persone, sia dal punto di vista economico che formativo, maggiore attenzione alla sostenibilità e alla corporate social responsibility”.

Si stima che in futuro si cambierà lavoro ogni 4,2 anni, le carriere saranno sempre più fluide e in questa incertezza la capacità di orientare il proprio percorso di studi e la voglia di imparare costantemente sarà determinante per le nuove generazioni. Come trattenere allora i talenti? Le strategie introdotte sono: modernizzare l’ambiente di lavoro (86%), rinnovare la percezione del brand (84%) programmi di apprendimento (84%). La chiave non è solo offrire stipendi più alti, ma aiutare i dipendenti a connettersi con i valori e la mission aziendale e offrire opportunità di realizzazione che vanno al di là della busta paga.

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