Dopo l’intervista della scorsa settimana allo staff di SEO Tester Online, continua la serie di interviste in vista del SEO&Love 2019: per questa nuova puntata abbiamo Fulvio Julita, co-founder di Plume.
Plume è una realtà che fa del racconto il suo fulcro, attraverso storie, strategie digitali e canali per comunicare, con lo scopo di aiutare i clienti a guadagnare visibilità, diffondere buona reputazione e vendere.
Si tratta di un approcio che sfrutta le caratteristiche intrinseche di ogni azienda con cui Plume lavora, valorizzandone esperienze, emozioni e know-how.
Quali sono le 3 keyword che definiscono il tuo lavoro?
Storie, strategie e piume.
Le storie sono un fattore a costo zero nel patrimonio delle piccole imprese. Sono la componente narrabile di quel che le aziende fanno ogni giorno: prendere iniziative, compiere delle scelte, rispondere ai clienti, risolvere problemi. Sono situazioni che non dipendono dalla volontà di raccontare. Succedono e basta. Raccontarle è quel piccolo passo in più che oggi apre loro delle opportunità.
Oggi, nell’era di internet e dei social media, una piccola impresa può ragionare come un tempo facevano solo le grandi multinazionali, preoccupandosi non solo di svuotare, domani, il magazzino, ma creando le condizioni per farlo negli anni a venire.
Le condizioni sono la fiducia dei clienti, una reputazione riconosciuta, la consapevolezza diffusa di ciò che rende quell’impresa differente dalle altre. Non mi stancherò mai di dirlo ai clienti: se il mercato non vede la differenza tra voi e i vostri concorrenti, prenderà decisioni secondo l’unico parametro che sa riconoscere: il prezzo. E sceglierà il più basso.
Ecco perché le storie: sono uno straordinario mezzo per trasmettere i valori distintivi. Una buona strategia è la condizione affinché le storie contribuiscano alla fiducia nel marchio.
Serve innanzitutto piena coscienza dei punti di forza dell’impresa e chiarezza sugli obiettivi. Vanno organizzati i canali di comunicazione, definiti gli argomenti su cui puntare, stabiliti i tempi con cui agire, misurati i risultati. Nelle strategie, soprattutto dove c’è una squadra di lavoro da coordinare, spesso io e i miei colleghi ci affidiamo a due metodi di mia invenzione.
Il primo si chiama metodo SIEPE, aiuta ad organizzare il piano editoriale, a generare contenuti, stimolare la creatività. Il secondo, il metodo dei Cinque Vasi, è un piccolo supporto alla scrittura di testi destinati al web.
Le piume sono un simbolo a cui sono affezionato. Plume è il marchio che mi lega a tre amici e compagni d’avventura: Lorenzo Lucca, Elisa Piemontesi e Stefano Cerutti. Tra noi quattro c’è un’alchimia unica che ci spinge ad affrontare sfide poco scontate.
Lorenzo ed Elisa sono fotografi le cui immagini sono storie da guardare, autentiche e imperfette come la vita delle persone, ideali per lo storytelling sui social.
Stefano è la mente di Mirtillo Rosso, l’unico posto al mondo dove Natale arriva una volta al mese. Si tratta di un albergo per famiglie, ai piedi del monte Rosa, diventato un caso esemplare nel mondo del turismo. È un bel progetto di comunicazione a cui ognuno di noi quattro ha contribuito,
letteralmente fin dalle fondamenta.
Secondo te, quali saranno i trend del prossimo futuro in merito al digital marketing?
Video, voice e virtual, da quel che si racconta in giro, saranno le tendenze a cui prestare attenzione.
Il video ha tanto da dire. Le tecnologie hanno abbassato per tutti la soglia della difficoltà di produrre filmati belli da vedere e accelerato i tempi della post-produzione. Per contro serviranno sempre più idee originali, buone storie e capacità narrativa per far la differenza.
Per i contenuti vocali vedo delle praterie. Il territorio del vocal search è tutto da esplorare e c’è un interesse crescente per gli audiolibri e i podcast. E poi ci sono community nate attorno a strumenti di messaggistica – Telegram su tutti – ancora acerbi per un uso broadcast ma che ben assolvono allo scopo. Insomma la voce sembra non essere più un monopolio esclusivo della radio.
Ma il fenomeno che più segnerà il marketing digitale è il virtuale: realtà aumentata e virtual reality offriranno spazi nuovi per comunicare. Mi ha incuriosito Spaces, di cui si è parlato poco. È un progetto di Facebook ancora in forma embrionale, una sorta di Second Life. Chissà, forse il futuro dei social sarà un mondo alla Black Mirror (la serie Netflix), popolato dagli avatar dei nostri amici.
Vorrei aggiungere un altro pensiero. C’è tanta tecnologia nuova nel futuro del marketing, questo è vero, ma a due tecnologie antiche non potremo rinunciare: retorica e creatività. La prima per dare forme convincenti ai contenuti che produrremo, la seconda per distinguerci e non omologarci.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
C’è tanta carne al fuoco sulla griglia di Plume. Alcuni mesi fa abbiamo varato il Club Raccontare le Imprese, un luogo su internet che raccoglie persone interessate al racconto d’impresa applicato alle strategie digitali.
L’uso delle storie sui social media ha generato una forma di narrazione nuova, fluida e transmediale i cui confini sono ancora da scoprire. Il Club desidera esserne promotore, diffonderne cultura, offrire occasioni di confronto sul tema.
Allo storytelling dedicherò anche un libro in uscita nel 2019: “I metodi della Luigina” sarà il titolo. Chi è la Luigina? Un po’ mi vergogno a dirlo: è una gallina. Un animale speciale, straordinario esempio di buona comunicazione e saggezza. Pagina dopo pagina, porterà il lettore a conoscere l’uso strategico della narrazione, lo guiderà un passo alla volta. Sarà un manuale pratico e divertente.
La Luigina sarà al mio fianco, a giugno, al convegno Scrivere è vivere organizzato da Accademia di Scrittura. Sarò tra i relatori con un intervento dal titolo Piume, galline e storytelling: quando la scrittura aiuta a vendere.
Non è tutto. Con Lorenzo ed Elisa, i miei colleghi, stiamo aggiornando i programmi formativi (quello di fotografia per i social media ad esempio), inserendo nuovi corsi e implementando il servizio Personal Tutor, con cui affianchiamo le aziende nei processi di pianificazione e gestione della comunicazione.
Quali sono le 3 keyword che descrivono per te il SEO&Love?
Ispirazioni, metodi e dandy.
Partiamo dall’ultima. Non esiste evento del marketing più dandy del SEO&Love: c’è l’atmosfera romantica di una città che è simbolo di tormento d’amore, l’eleganza chic dei temi esposti, il palpabile desiderio di godere le cose belle della vita, fuori e dentro il web. È un’occasione frizzante e intelligente come il suo ideatore, Salvatore Russo, a cui va il merito di saper riunire ogni anno alcune tra le migliori teste pensanti in circolazione.
Il SEO&Love apre la mente e ispira con il sorriso sulle labbra. La qualità è nella diversità di ogni relatore: le tante sfumature di digital marketing mettono in scena una visione d’insieme utile anche agli addetti ai lavori.
Se il mondo delle piccole e medie imprese desidera capire come il web si evolve e come trarne profitto, SEO&Love è il posto da cui partire.
Con i workshop del 1 marzo, l’edizione di quest’anno aggiunge una nota pratica ad un evento già ricco di spunti. Io e miei colleghi di Plume porteremo i nostri metodi di narrazione d’impresa. Ci lusinga l’idea di condividerli, confrontarci con altri professionisti, offrire un piccolo contributo alla diffusione di quella mentalità digitale necessaria a tutte le imprese per competere sui mercati globali.