Il pomeriggio della prima giornata della Milan Digital Week Dcommerce l’ha passato in compagnia dell’AI. L’aula magna dello IULM, Libera Università di Lingue e Comunicazione, si è infatti colorata di temi dedicati a dati e intelligenza artificiale. Tra gli interpreti dell’evento organizzato in collaborazione con Upgrade Italia: Alessio Semoli (Prana Ventures), Enrico Quaroni (Sizmek), Davide La Spina (WolfWay), Michele Papaleo (Indigo), Anna Testa (Cisco), Guido Di Fraia (IULM).
I dati sono il nuovo petrolio. Assunto che ormai conosciamo bene e che non è di certo nuovo per le nostre orecchie. E il succo sta sempre nel come questi vengano poi attivati per farli “fruttare”. Da una parte ci sono i device, necessari per raccogliere dati e processarli, come l’auto con il suo carburante, uno indispensabile all’altro, e poi naturalmente serve strategia e inventiva. Differentemente da altre occasioni dedicate a dati e AI, si è fatto anche menzione di chi veramente utilizza il device, sfrutta i dati, incarna il consumatore: l’uomo, che deve stare al centro. Altro tema interessante è come l’AI impari sbagliando, a differenza dell’uomo il cui errore qualcosa di sempre meno accettato. “Siamo più propensi a consolidare le nostre certezze che a diventare consapevoli dei nostri errori” ha affermato Davide La Spina, ceo&founder di WolfWay, durante il suo speech.
Sul palco dell’Aula Magna dello IULM, Anna Testa di Cisco, ha presentato alcune tecnologie utilizzate dall’azienda per tracciare il consumatore anche on e offline. Beacon, wi-fi, video analytics, sono alcuni degli strumenti utili ad analizzare dove il cliente si sofferma in negozio, che sentiment esprime verso il brand e qual è la percentuale di conversione. Tutti questi dati passano naturalmente da device.
Michele Papaleo, studente magistrale di Digital Marketing è anche digital marketing manager di Indigo, piattaforma di intelligenza artificiale che consente alle aziende di automatizzare la comunicazione con i propri utenti in chat. Sempre più uno strumento di engagement che piace a aziende e consumer. Tra i casi presentati da Papaleo: Bayern e Maxì, per i quali il team di Indigo ha sviluppato chat intelligenti caratterizzate da una forte componente “umana”. Data driven approach, algoritmi di raccomandazione, smart proactivity, tailored experiences, sono i pillar di Indigo per creare sempre una comunicazione one-to-one tra consumer e brand.
A metà pomeriggio è entrato in scena Enrico Quaroni, managing director Italy di Sizmek, che ha personalizzato molto lo speech parlando di sé e dalla sua esperienza. Ha parlato di come i dati siano utili solo se integrati in logiche di machine learning. A seguire, Davide Laspina, ceo di WolfWay, che ha illustrato come sia cambiato lo scenario dei computer con l’avvento dell’AI. Da un sistema che si limitava ad avere un problema e dover elaborare la soluzione, che gli era già stata indicata, ora il computer fa ordine nella confusione. Riassumendo ciò che si diceva al computer una volta era: “Questo è il problema, questa la soluzione: elabora” ora invece: “ho un problema. Risolvilo”. La Spina è poi passato a immaginare una smart city funzionale e funzionante ma con degli abitanti depressi o addirittura senza abitanti portando la platea a riflettere perché si stesse facendo tutto questo lavoro in ambito di Intelligenze Artificiali e di come l’AI possa migliorare la vita e le emozioni di tutti, purché sia utilizzata nel modo giusto.
Il nuovo corso di IULM dedicato alla data analytics
La giornata è stata anche occasione per presentare il nuovo master dello IULM, dedicato a professionisti di marketing e business intelligence. Aprirà le porte il prossimo 24 maggio fino al marzo 2019, con la possibilità di organizzare il corso di studi, 2 weekend al mese (giovedì, venerdì e sabato), in blocchi focalizzati su diverse aree tematiche, come anche seguire il corso integralmente. DMBA di IULM permetterà di interagire sia con i professionisti del settore (Prana Ventures, IBM e accademici IULM) che toccare con mano gli strumenti di analytics. Non è richiesta una conoscenza specifica nell’ambito se non qualche base di statistica.