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MyBank, la soluzione di pagamenti online che vuole convincere gli italiani a rinunciare al contante

MyBank, la soluzione di pagamenti online che vuole convincere gli italiani a rinunciare al contante

Il Netcomm Forum è sempre più vicino, e in vista dell’evento che dal 10 all’11 maggio occuperà gli spazi del MiCo di Milano la redazione di Dcommerce ha deciso di scambiare quattro chiacchiere con Giorgio Ferrero e Daniela Vinci, rispettivamente ceo di PRETA S.A.S. e country representative di EBA Clearing, a proposito di MyBank, tra gli espositori più attesi della dodicesima edizione della manifestazione organizzata da Netcomm.
MyBank è la soluzione di autorizzazione elettronica che consente ai consumatori di effettuare in modo sicuro pagamenti online e autenticazioni dell’identità digitale tramite il servizio di online banking delle propria banca o via mobile, grazie alle app usate da smartphone o tablet. Il marchio gestito da PRETA S.A.S., società di proprietà di EBA Clearing, sarà presente al Netcomm Forum presso lo stand B2, dove sarà possibile capire tutti i vantaggi offerti dalla soluzione. Inoltre, durante la seconda giornata di lavori, dalle ore 11:30, Riccardo Porta, digital marketing strategist di MyBank, prenderà parte al workshop “OmniPayment: il ruolo dei pagamenti digitali nell’era dell’omnicanalità”, dove spiegherà l’importanza di un operatore come MyBank all’interno dell’ecosistema dei pagamenti.

MyBank
Giorgio Ferrero, ceo di PRETA S.A.S.

Come nasce l’idea di creare MyBank?
Giorgio Ferrero: L’idea di costruire MyBank nasce dalla volontà di rispondere alla richiesta da parte dei clienti, sia lato debitore che lato creditore, di mettere a disposizione i sistemi di online banking delle banche per effettuare pagamenti durante la fase di check-out di una transazione web. Richiesta ufficializzata a livello europeo nel maggio del 2011, a Barcellona, che dopo varie ricerche di mercato e focus group si è concretizzata in MyBank. La soluzione nasce quindi come una soluzione dalla natura inclusiva e una vocazione paneuropea, dopotutto il brand è proprietà di PRETA S.A.S., che a sua volta è una sussidiaria di EBA Clearing, la piattaforma europea che rende possibile i pagamenti SEPA.
Dal 2011 ad oggi si è andata formando la nostra suite di prodotti e servizi che si articola in tre grandi famiglie. La prima, inaugurata nel marzo 2013, è quella dell’online banking e-payment o OBeP, quindi il pagamento immediato nel corso del perfezionamento di una transazione web. La seconda famiglia è quella dei mandati elettronici MyBank, sia per schemi di addebito diretto europei, quelli dell’European Payment Council, della SEPA, sia per schemi di addebito locali. Infine, la famiglia dell’Identity, termine che include quattro livelli di servizio: la verifica della maggiore età; la provision di dati, o meglio, di attributi qualificanti dell’identità dei soggetti, nel rispetto di quanto dice il regolamento europeo emesso l’anno scorso; la possibilità di stipulare tramite MyBank contratti digitali senza il bisogno di ricorrere alla firma elettronica – di cui, al momento, c’è una crescente domanda da parte dei merchant data l’enorme semplificazione che il servizio comporta; e l’ultimo livello, già noto perché già attivato da Facebook e altri player, con cui è possibile utilizzare le credenziali della banca per effettuare il login su siti terzi di servizi pubblici o privati grazie al processo di autenticazione con la banca, in modo da non dover memorizzare 40 o 50 password per accedere a ogni sito.
Daniela Vinci: Quando i merchant hanno fatto richiesta per una soluzione come quella di MyBank, questa era di fatto una richiesta per una soluzione di pagamento che si aggiungesse e si integrasse a quelle già esistenti. Il punto è molto importante e fa registrare una crescente attenzione alla protezione della propria identità da parte di chi frequenta il web e intende fare pagamenti nella rete. Ci sono paesi infatti, tra cui l’Italia, dove esiste un problema di fiducia molto sentito nell’immettere in rete dati sensibili condividendoli con terze parti, dati che molti clienti preferiscono non divulgare. Allo stesso tempo non tutti i cittadini sono in possesso di una carta di credito, a differenza invece del conto corrente o di una carta prepagata con un IBAN attivo, strumenti che la maggior parte della gente possiede, se non altro per farsi accreditare lo stipendio.
Come funziona MyBank?
GF: Faccio un esempio pratico. Immaginiamo di voler comprare un biglietto sul sito Trenitalia: seleziono le opzioni di andata e ritorno, arrivo al carrello, e Trenitalia mi dà la possibilità di pagare in diversi modi, tra cui MyBank. La prima volta che clicco su MyBank si aprirà, sul sito del merchant, una tendina che mi permetterà di selezionare la mia banca fra quelle disponibili per completare il pagamento. Quindi sarò ridirezionato automaticamente sul sito dell’online banking della mia banca e, senza dover inserire alcun tipo di credenziale personale all’interno del sito del merchant, potrò finalizzare il pagamento direttamente sul mio online o mobile banking. Una volta effettuato l’accesso al sito della mia banca con le mie credenziali abituali, non resterà infatti che confermare il bonifico immediato precompilato. Il merchant riceverà in tempo reale la conferma del pagamento e avrà dunque la certezza di ricevere i soldi della vendita. Tutto questo meccanismo permette di proteggere i dati del debitore e lasciare i dati sensibili solo all’interno del canale tra lui e la sua banca. Oltre a questo vantaggio, con MyBank i consumatori non hanno un plafond da rispettare e il limite ai loro acquisti è dato solo dalla disponibilità del loro conto corrente.
Sono previsti degli sviluppi anche dal lato mobile?
GF: Sì, assolutamente. Proprio di recente UniCredit ha integrato le specifiche di MyBank per offrire il redirezionamento non soltanto da web a web, ma anche dall’app del merchant all’app della banca per consentire il pagamento con MyBank anche in situazioni di mobilità. Le app sono una nuova frontiera di fidelizzazione del cliente e sia i merchant che le banche stanno lavorando insieme per offrire le funzioni di MyBank all’interno delle loro app e creare per l’appunto maggiori occasioni d’uso in mobilità per la loro clientela.
Che tipo di investimento deve fare un merchant per aderire a MyBank?
GF: Dalle interviste bilaterali che abbiamo condotto con i merchant, questi definiscono l’integrazione di MyBank sui loro siti come un’operazione semplice e un investimento minimale. Dopotutto, quello che devono fare è aggiornare la loro check-out page e quindi il loro sistema di ERP in modo da considerare una nuova formula di pagamento in aggiunta a quelle già conosciute quali Visa, Mastercard, PayPal, e implementare il bottone di MyBank. I tempi di implementazione dipendono molto dalla struttura del merchant ma i dati parlano di tempistiche che oscillano tra i 5 e 10 giorni lavorativi. Una volta fatto ciò il merchant dovrà stringere un semplice accordo di servizio con una delle banche aderenti a MyBank, alla quale corrisponderà direttamente la commissione di servizio di incasso che non sarà gravata da alcuna interchange fee, il che rende la soluzione di MyBank più efficiente rispetto alle altre soluzioni conosciute.
Quali sono invece i vantaggi per le banche?
GF: MyBank compie un’attività di re-intermediazione delle banche nel processo di digitalizzazione dell’economia. Il conto di pagamento, il conto corrente, diventa il pilastro, il motore a supporto dell’evoluzione digitale del cliente stesso. Il combinato disposto della strong authentication, offerta dai sistemi di online banking, insieme a tutto il know your customer (KYC) delle banche concede a quest’ultime la possibilità di fornire ai loro clienti una serie di valori aggiunti e la possibilità di lavorare in modo più efficace ed efficiente su aree di mercato più ampie rispetto a quelle raggiunte dalle carte elettroniche. Solo per fare un esempio, quando oggi parliamo di commercio elettronico, a livello europeo parliamo di transazioni che nella maggior parte dei casi hanno un valore medio che va dai 70 ai 110 euro, il nostro ticket medio lato B2C è superiore ai 250 euro, lato b2b va oltre i 4700 euro. MyBank permette quindi alle banche di soddisfare la domanda di servizi di pagamento che oggi sono ancora basati su sistemi tradizionali o su sistemi che i clienti non considerano adeguati o sicuri a sufficienza per poterli utilizzare.
Da poco, anche in Italia, è stato annunciato l’arrivo di Apple Pay, a cui verosimilmente seguiranno i vari Samsung Pay e Android Pay. Come si organizzerà MyBank per rispondere a questo tipo di concorrenza in-store?
GF: Ci stiamo già muovendo! Il discorso fatto prima sul rendere disponibile MyBank sia sulle app dei merchant che su quelle delle banche è un chiaro segnale di ciò. Al momento stiamo anche lavorando per permettere l’uso di MyBank tramite la lettura dei codici QR, proprio per consentirne l’utilizzo non solo nel mondo virtuale ma anche nelle operazioni di prossimità. Si tratta di un processo che abbiamo intenzione di portare a termine entro i prossimi due anni e che permetterà ai merchant di ottenere una reachabillity sempre maggiore con l’obiettivo di creare più certezza e fiducia tra le parti. La fiducia del cliente è fondamentale per MyBank, da quando abbiamo iniziato non abbiamo registrato una frode e oggi transiamo 6 milioni di euro al giorno. Non so quanti altri circuiti possano vantare lo stesso risultato. Quando abbiamo iniziato con MyBank eravamo orientati prevalentemente all’ecommerce, oggi ci piace definirci come una soluzione Brick&Click. Abbiamo società che sono nate nel web e vivono nel web ma abbiamo anche società che utilizzano MyBank aventi strutture operative distribuite sul territorio, sono proprio queste società che ci spingono verso un’evoluzione che tenga conto sia dei meccanismi online che di quelli offline.
Quando sarà attiva MyBank Identity sul mercato?
GF: La prima finestra per MyBank Identity è aprile 2017. Sebbene la famiglia dell’Identity appartenga al mondo transazionale questa è una business line nuova per i PSP, in particolar modo per le banche che stanno apprezzandone il valore. Siamo curiosi di osservare soprattutto la risposta che ci sarà alla possibilità di stipulare contratti tramite MyBank Identity. La maggior parte dei contratti possono infatti essere stipulati, non firmati ma stipulati, con espressione di consenso: MyBank permette proprio tutto ciò grazie alla strong authentication dell’online banking system. Se ad esempio voglio chiudere un contratto per la fornitura dell’energia elettrica o per l’acquisto di qualche servizio o bene, con la soluzione Identity posso andare sul sito del soggetto che vende questi servizi o questi beni, leggere il loro contratto PDF e se mi sta bene accettare cliccando sul bottone di MyBank. Grazie a questa soluzione il cliente può quindi stipulare un contratto opponibile a terzi con lo stesso meccanismo di authorization e validation che utilizziamo per i bonifici o per i mandati.
PSD2 2018: pro e contro, se sono presenti, per l’ecommerce?
GF: Il fatto che il mercato si apra e dia più possibilità di offerta e competizione è una cosa buona, è buona per realizzare gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea che mira a creare maggiori scambi economici e maggiori posti di lavoro, è buona per tutti. MyBank, in qualche modo, è anticipatoria della PSD2, e vediamo la direttiva di buon occhio dal momento che allarga ancora di più le frontiere e ci dà modo di essere percepiti come una delle soluzioni, a differenza di altre, che rispondono in modo più semplice, inclusivo, diretto, economico ed efficace a quelle che sono le esigenze di compravendita da parte di cittadini, imprese e PA.
MyBank
Daniela Vinci, country representative di EBA Clearing

DV: Con la PSD2 in realtà arriveranno anche una serie di opportunità che si potranno realizzare sul mercato. Se è vero che lo scopo è quello di aprire il mercato alle cosiddette terze parti, è anche vero che l’azione delle terze parti potrà essere svolta dalle banche stesse che potranno quindi utilizzare dei sistemi di comunicazione integrati fra loro per svolgere il ruolo di terza parte e poter svolgere attività di payment initiation e accounting information rispetto alle altre banche per i propri clienti. Penso che ora le banche stiano ragionando proprio su queste opportunità da cogliere e da un iniziale atteggiamento di difesa e di preoccupazione l’obiettivo è diventato sfruttare i cambiamenti che la direttiva porta con sé per trarne vantaggio.
In India per ridurre corruzione e criminalità hanno bandito dall’oggi al domani l’uso delle banconote più diffuse. Cosa bisogna fare per convincere gli italiani a cambiare atteggiamento verso i pagamenti digitali e dirigersi sempre più verso un’economia cashless?
GF: L’utilizzo delle banconote è un argomento determinato da molte variabili di carattere sociale, politico ed economico. Sappiamo benissimo che ci sono paesi con un’elevata evasione fiscale e proprio per questo, a mio modesto avviso, uno dei motori da rafforzare per facilitare la comprensione e l’utilizzo di strumenti digitali è quello della lotta a questo cancro che è l’evasione. La soluzione MyBank può essere uno strumento importante per superare l’utilizzo del contante e favorire i comportamenti ritenuti più idonei per migliorare la qualità della vita delle persone e più in generale della nostra società nell’era della “Nuova Normalità”: l’iniziale significativo utilizzo di MyBank mediante le app è un ulteriore segnale in questa direzione.
DV: In tutti i convegni organizzati dalle banche e dal mondo finanziario in cui si parla di pagamenti ci sono spesso interventi, soprattutto da parte di ABI e Banca d’Italia, che insistono molto sulla lotta al contante, in particolar modo su quelli che sono i costi nascosti nell’uso del contante: trasporti, monitoraggio, protezione e via dicendo. Sono tutti costi di cui alla fine anche la comunità si fa carico, tra il pagamento di commissioni e costi vari. La mentalità sta progressivamente cambiando, facilitata anche da leggi che agevolano questa transizione nel momento in cui stabiliscono un tetto all’uso del contante, salvo purtroppo ritornare sulle decisioni prese e innalzarlo nuovamente. Il cittadino medio si sta modernizzando e fa uso sempre più spesso di strumenti che consentono di digitalizzare i pagamenti, nonostante le resistenze da parte di alcuni, spesso legate a motivi di personale tornaconto. La speranza è quella che sempre più persone abbiano occasione di comprendere l’importanza dei pagamenti digitali, che capiscano che questi rappresentano un vantaggio per tutti e sfruttino le opportunità che l’evoluzione del mercato e le normative offrono.