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Innovazione: leggere i pensieri delle persone con un nuovo impianto cerebrale

Innovazione: leggere i pensieri delle persone con un nuovo impianto cerebrale

Tra realtà e fantascienza, la moderna tecnologia sembra non avere limiti, nemmeno etici. L’ultima novità consiste nell’idea di utilizzare microchip che possono leggere il cervello: l’ente di ricerca del Feinstei Institute for Medical Research di New York potrebbe un giorno essere in grado di leggere i pensieri delle persone e – per coloro che non sanno parlare da soli pronunciarli ad alta voce. In passato, i sistemi di “lettura mentale” sono stati in grado di indovinare quale numero una persona stesse pensando, ma i pensieri più profondi sono sempre stati effettivamente irraggiungibili da questo tipo di tecnologia.

In un’epoca in cui la privacy è un concetto sempre più labile e di libera interpretazione, ciò che rimane davvero privato è il pensiero. In futuro anche questa certezza potrebbe cadere, almeno nelle intenzioni di questo team di ricercatori. Il fine del progetto è però nobile: permettere a chi non può parlare di esprimersi liberamente, grazie all’aiuto di una tecnologia avanzata. Il sistema di interfaccia cervello-computer (BCI) si trova sulla superficie del cervello – una serie di elettrodi rileva i segnali neurali inviati dalle regioni del cervello responsabili della percezione e della generazione della parola, che vengono poi decodificati da un computer in laboratorio.

Le persone che utilizzano questo nuovo sistema non sarebbero in grado di generare discorsi eloquenti. Ma secondo  STAT, i  medici credono di poter permettere alle persone che sono paralizzate o altrimenti non parlano di informare i loro assistenti che sono affamati, assetati, sofferenti o altre cose che sono relativamente semplici ma cruciali per attraversare. Potrebbe anche – potenzialmente – aiutare i medici a determinare se le persone in coma sono sveglie e reattive o addormentate in un dato momento.

Stando a quanto dichiarato dagli stessi responsabili, la tecnologia ha ancora bisogno di perfezionamenti per poter essere ritenuta del tutto affidabile. STAT sottolinea infatti, che gli studi di chirurgia cerebrale sottoposti già ad alcuni volontari che soffrono di epilessia, sono lontane dall’essere disponibili al di fuori di un laboratorio di ricerca. Sarebbero necessari più interventi cerebrali nel corso degli anni, in quanto gli impianti cerebrali hanno una storia amara di danneggiare il cervello o essere respinti dal sistema nervoso.

L’intenzione è quella di continuare sul percorso intrapreso e puntare alla commercializzazione di un dispositivo in grado di restituire la parola a chi per problemi fisici o patologie tali da non poter comunicare con la propria voce. Se lo studio continuerà ad essere approfondito, si potrebbero aprire importanti strade della neuroscienza ed il meccanismo di lettura del pensiero potrebbe essere utilizzato in molti campi, primo fra tutti quello medico specie per chi ha patologie legate all’impossibilità di emettere suoni, chi perso la voce o non ha mai avuto il dono della parola. Nel frattempo se verranno risolte le questioni relative alla compatibilità del cervello, sembra che i poteri assistivi degli impianti BCI siano pronti e in attesa.