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L’influenza di Google sulle ricerche anonime

L’influenza di Google sulle ricerche anonime

Il nostro primo approccio su Google determina i nostri futuri risultati: questo perché i suoi algoritmi analizzano le informazioni che abbiamo introdotto inizialmente e influenzano in modo considerevole il nostro modo di navigare. Sono proprio questi algoritmi che studiano le nostre esigenze e ci mostrano i risultati che sono più adatti al nostro modo di navigare. Questo meccanismo prende il nome di Filtro a bolla. Spesso, però, l’uso di questa bolla, può risultare sbagliata per alcuni tipi di ricerche, come per esempio quelle che hanno sfondo politico, in quanto i risultati non risultano obiettivi.

Le lacune del Filtro Bolla

Google si difende da questa accusa sostenendo prontamente di aver preso provvedimenti per evitare, almeno in parte, l’influenza di questo tipo di filtri. Tuttavia, la studio effettuato dal suo rivale mette in evidenza altri risultati. Infatti, si è visto come effettuando la stessa ricerca, con background differenti e in diversi momenti della giornata, siano stati dati ai vari utenti risultati diversi. Cosa ancor più evidente è che Google in prima pagina mostrava ad alcuni soggetti dei risultati e ad altri no. Questo sia in modalità classica, sia in incognito, che navigando offline.
Si è provato, quindi a ricercare la parola “Gun Control”, nello stesso momento e in modalità incognita: solo in pochissimi casi sono stati ottenuti risultati simili.
Secondo i ricercatori di DuckDuckGo, tutto questo succede in quanto è una carenza di protezione da parte del filtro bolla di Google.

La personalizzazione di Google

Danny Sullivan, portavoce della ricerca su Google, ha scritto su twitter: “Nel corso degli anni, un mito diceva che Google personalizzasse così tanto le ricerche che per la stessa query persone diverse avrebbero potuto ottenere risultati significativamente diversi gli uni dagli altri. Questo non è il caso. I risultati possono variare, ma di solito per motivi non personalizzati”.
Dopo la pubblicazione dell’analisi da parte del Team di DuckDuckGo, Google dichiara a The Verge: “la metodologia e le conclusioni di questo studio sono errate poiché si basano sul presupposto che qualsiasi differenza nei risultati di ricerca sia basata sulla personalizzazione. Questo semplicemente non è vero”. Il portavoce di Google aggiunge: “ci sono una serie di fattori che possono portare a leggere differenze, incluso il tempo e la posizione, che questo studio non sembra aver controllato in modo efficace”.

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