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Fashion Week: Clothest* “sfila” in digitale con una collezione ispirata allo smart working

Fashion Week: Clothest* “sfila” in digitale con una collezione ispirata allo smart working

L’intero mondo del fashion sta sperimentando nuovi modi di mostrarsi, raccontarsi e proporsi grazie a nuovi linguaggi comunicativi ma soprattutto a innovative modalità produttive, sempre più attente al riuso dei materiali e al riciclo, in un’ottica di circolarità e sostenibilità complessiva che va dal filato al prodotto finito. In questo scenario fashionista, si colloca anche Clothest*, piattaforma di ecommerce no-profit di abiti e accessori second-hand di alta moda, con una sua “sfilata” a tema smart working.

“Dentro le nostre case, davanti ad una scrivania, il tempo sembra essersi cristallizzato. Il lockdown e lo smart working hanno cambiato radicalmente la nostra percezione del tempo, ma la moda, si sa, ha reagito in modo innovativo come solo lei può fare. Questo cambiamento non è nient’altro che un segmento che s’intesse all’interno nostro quotidiano.” Racconta Letizia Baldetti, founder di Clothest*. “Da qui è nata l’idea di provare a raccontare questo segmento, creando la nostra prima sfilata in Smart working, in occasione della Milano Fashion Week 2021. La scelta di look trasversali sono racchiusi in una clip, una piccola preview della nuova collezione second-hand.”

La sfilata (qui il video) presenta quattro look, dove camicie over maschili, giacche in denim e vestiti da sera appartenenti ai grandi marchi, assumono un’altra identità, esprimendo e potenziando il modo di vestire distaccandosi dalla logica del consumo.

Clothest* nata il 1° dicembre, vede una collaborazione di 17 volontari che partendo da 198 capi donati hanno lavorato alla presentazione di 82 look presenti sul sito. L’ascesa nel mondo del digitale è stata molto rapida, anche frutto di una strategia integrata cha ha portato l’associazione a raggiungere con il profilo Instagram nei primi trenta giorni una copertura di oltre 30.000 account e il sito ad oltre di 11.000 sessioni dall’inizio attività, rendendo evidente l’apprezzamento  di raccontare in modo diverso l’alta moda.

Ed è per questo che l’associazione ha fondato il magazine The Clother*, nato il 5 gennaio e che con soli 5 articoli ha già ottenuto oltre 3 mila visualizzazioni. Una pubblicazione dedicata alle storie più belle che arrivano dal mondo della moda, sempre più impegnata nei nuovi processi di sostenibilità e consapevolezza del proprio agire sul mercato.

“La moda può sostenere la sostenibilità?” si chiede Paolo Iabichino, conosciuto anche come Iabicus, Direttore strategico e creativo del progetto. “Con The Clother* vogliamo raccontare le storie più virtuose provenienti da una delle industrie più effimere e meno essenziali del mondo attraverso la penna di alcuni volontari con il sogno di creare un nuovo modello di consumo per un settore che ha definitivamente bisogno di ribaltare i propri paradigmi.” 

È da poco iniziata la Fashion Week Autunno-Inverno 2021/22 e il calendario vede gli appuntamenti al 100% in digitale a dimostrazione che, ancora una volta, la moda riesce a colpire nel segno adattandosi, rielaborandosi e prestandosi a forme di comunicazione figlie della nostra era calandosi alle attuali esigenze del momento.