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Acquisti online: il 66% dei prodotti non supera i test di sicurezza

Acquisti online: il 66% dei prodotti non supera i test di sicurezza

Acquisti online, sono comodi e veloci, ma non sempre sicuri. Altroconsumo ha rivelato che il 66% dei prodotti acquistati sui mercati online non ha superato i test di sicurezza. Ciò significa che 2 prodotti su 3 sono risultati non sicuri, fuori norma o contraffatti.  Altroconsumo ha collaborato con cinque associazioni europee di consumatori per testare i prodotti venduti sui principali marketplace online, Aliexpress, Amazon, eBay, LightInTheBox e Wish.

Metodologia ed evidenze

Sono stati testati 250 acquisti online di prodotti diversi in 18 categorie e alcuni di quelli che hanno riscontrato maggiori problemi sono stati:

  • Allarmi per fumo e CO2 che non sono stati in grado di rilevare fumo o monossido di carbonio
  • Luci di Natale che potrebbero dare una scossa elettrica
  • Caricabatterie USB e adattatori da viaggio che potrebbero causare un incendio
  • Un power bank che si è fuso durante i test

Tra gli acquisti online più a rischio, non sicuri per la salute e/o non a norma di legge, sono risultati anche molti prodotti per bambini, ma anche cosmetici, gioielli, dispositivi elettronici e abbigliamento, tutti acquistabili sulle principali piattaforme di ecommerce.

Acquisti online: le insidie

Su 250 prodotti acquistati online, dunque, due su tre non rispettano gli standard europei di sicurezza. La maggior parte vengono realizzati fuori dall’UE, ma circolano indisturbati snelle maggiori piattaforme di ecommerce utilizzate dagli europei. Su 29 giocattoli, ad esempio, 9 presentavano quantità di ftalati oltre il limite, in alcuni casi anche di 200 volte. Gli ftalati sono sostanze che secondo diversi studi possono avere conseguenze negative sul cervello dell’uomo. Tra i prodotti testati, alcune categorie sono state bocciate nella totalità dei casi: stiamo parlando nello specifico di palloncini, kit per sbiancare i denti, rilevatori di fumo e monossido di carbonio e caschi per la sicurezza.

Il ruolo dei marketplace

È interessante notare che quattro mercati, tra cui Alibaba (per AliExpress), Amazon, eBay e Rakuten France (Priceminister) nel 2018 hanno firmato un accordo per la sicurezza dei prodotti destinati agli acquisti online con l’UE, impegnandosi a rimuovere i prodotti pericolosi dai loro siti non appena ne ricevono notifica. E ancora, la maggior parte dei marketplace online insiste nel voler rimuovere gli annunci illegali di cui è stata informata. Ma questo non basta per impedire la vendita di prodotti non sicuri. Secondo Altroconsumo i marketplace dovrebbero avere un approccio più proattivo nel monitorare gli acquisti online, nonostante le policy di sicurezza già in essere. I consumatori potrebbero perdere la fiducia in queste piattaforme, se continuano a vendere prodotti falsi e non sicuri. Per questo sentono sempre più la necessità di condurre ricerche approfondite prima di acquistare. Naturalmente, un venditore responsabile corre anche meno rischi per il suo business assicurandosi che i propri fornitori abituali testino e verifichino completamente i prodotti che acquista e vende. Più che mai, in questo momento, se i venditori decidono di usare fornitori alternativi a causa dell’aumento di domanda conseguente al Coronavirus.

Acquisti online: il quadro normativo è carente

“Sono ancora troppe le persone che acquistano dalle maggiori piattaforme di e-commerce pensando che la comodità ed efficienza del servizio sia associato anche ad una garanzia di qualità dei prodotti offerti, purtroppo non è così, i dati ce lo dimostrano – ha dichiarato Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne di AltroconsumoL’attuale quadro normativo non è in grado di dare la giusta tutela, in termini di sicurezza, ai consumatori sui loro acquisti online. Da un lato, le piattaforme non riescono a impedire la vendita di prodotti non sicuri e a rimuoverli tempestivamente quando sono già in vendita, dall’altro, le autorità non riescono a garantire una sorveglianza adeguata e un’applicazione efficace delle norme. Come Altroconsumo, vogliamo accendere i riflettori sul tema e chiediamo alle istituzioni che ci sia una presa di responsabilità concreta e congiunta da parte di tutti gli attori coinvolti. Auspichiamo di essere partner di questo processo per arrivare ad uno scenario in cui ci sia la maggiore tutela possibile dei consumatori”.

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