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Social: troppe foto di bambini su Facebook, cosa succede una volta caricate

Social: troppe foto di bambini su Facebook, cosa succede una volta caricate

Facebook, Instagram ed altri social network sono pieni di immagini di bambini. Ma è giusto che i genitori espongano così tanto la vita dei figli su Internet? Non solo è una violazione della loro privacy (di cui potrebbero lamentarsi da grandi), ma in alcuni casi si mette a rischio la loro sicurezza. I social si alimentano di immagini di bambini. Spesso non ancora nati. Si incomincia, infatti, pubblicando foto di ecografie, poi immagini truculenti di parto, poi neonati e così via. Bisogna rivalutare le nostre relazioni con le piattaforme che lavorano per monetizzare un record indelebile di coloro che amiamo.

 

Quello che c’è da chiedersi è se è giusto che i genitori raccontino tutto, ma proprio tutto dei propri figli a Internet, visto che i dati in rete permangono per molto tempo. Le nostre vite si svelano sui social network. Gli stati d’animo, le esperienze, i successi, i buoni propositi, le riflessioni sulla vita e sulla morte trovano posto all’interno dei social ricevendo diversi tipi di feedback da amici, contatti e followers. Raccontarsi sui social rappresenta una nuova modalità di relazione che come esseri umani stiamo faticosamente scoprendo. Può piacere o no, ma non è questo il punto. Il problema si pone quando la condivisione di immagini e racconti della vita dei figli diventa esagerato. Quando cioè un genitore non fa altro che postare in maniera compulsiva la vita dei figli.

I vari scandali che si sono manifestati nei mesi scorsi sul tema privacy e violazione dei dati, servono a ricordarci costantemente che il colosso di Mark Zuckerberg non è in grado di proteggere le risme di dati personali che ha raccolto sui suoi utenti, anche quando si professa il desiderio di farlo. Si tratta di capire cosa significa quando al servizio vengono pubblicate quantità indicibili di informazioni personali relative a tuo figlio, con o senza il tuo consenso. Cosa succede con quelle foto una volta caricate?

Secondo la politica indicata da Facebook , i minori di 13 anni non possono avere un account con il servizio. La ragione più ovvia di ciò è la legge sulla protezione della privacy online dei bambini, comunemente indicata come COPPA. In poche parole, è pensato per proteggere i bambini dai siti web e servizi online. Ma cosa sta succedendo con quelle foto una volta che sono state caricate? Sfortunatamente, non è chiaro al 100 percento, e Facebook non è incline a dire. 

Quali possono essere i rischi quando si parla di figli sui social

Le foto che pubblichiamo su Facebook e sugli altri social, è bene ricordarlo, diventano “di tutti”, ne perdiamo il controllo, non sono più solo nostre. Bisognerebbe allora evitare di condividere scatti intimi come bagnetti e simili, ma anche evitare di fornire troppi dettagli sulla vita dei bimbi. Insomma, volendo essere un po’ rigidi, sarebbe meglio evitare di condividere immagini di minori, anche se sono i propri figli, sui social network.

Ad esempio: annunciare su un social la nascita del figlio scrivendo nome e data di nascita, potrebbe esporre il bambino al rischio di furto d’identità. Oppure quando si pubblicano informazioni sul posto in cui si trovano i figli, si mette potenzialmente a rischio la loro sicurezza. Molti genitori pensano che le impostazioni sulla privacy siano una rete di protezione sufficiente perciò condividono le foto senza pensarci troppo. In realtà anche questi post possono raggiungere un pubblico molto vasto. La realtà è che le informazioni condivise dai genitori potrebbero emergere ancora dopo anni su Google. È proprio necessario far sapere a tutti chi sono i propri figli? Infine, che tipo di messaggio passiamo ai bambini/ragazzi? La verità è che al di là delle riflessioni di natura etica esistono dei rischi da non sottovalutare.