Nel panorama digitale contemporaneo, dominato da intelligenze artificiali sempre più sofisticate e da una quantità di contenuti generati in automatico, si sta assistendo a un ritorno sorprendente: quello dei contenuti autentici, scritti, raccontati o vissuti da esseri umani reali. Questa tendenza è nota come human generated content (HGC) e rappresenta una risposta concreta all’eccesso di comunicazione artificiale che ha saturato feed, siti e piattaforme digitali.
Nel 2025, l’autenticità si afferma come un valore chiave per le aziende che vogliono distinguersi e costruire relazioni solide con i propri utenti. In questo contesto, i contenuti umani non sono solo una moda passeggera, ma diventano una leva strategica di fiducia, rilevanza e conversione.
Indice contenuto
Cosa sono gli HGC e come si differenziano da UGC e contenuti AI
Quando si parla di human generated content, si fa riferimento a contenuti prodotti manualmente da persone reali, spesso senza l’ausilio di intelligenze artificiali o automazioni avanzate.
A differenza dei user generated content (UGC), che provengono da clienti o fan di un brand, gli HGC possono includere una gamma più ampia di contributi: non solo utenti, ma anche collaboratori, ambassador, partner, creator, e perfino membri interni dell’azienda.
Questi contenuti possono essere recensioni scritte a mano, blog post, fotografie scattate sul campo, video esperienziali o testimonianze dirette.
A distinguerli è la presenza palpabile di un punto di vista umano, con tutto ciò che comporta: imperfezioni, emozioni, tono personale.
Diversamente dai contenuti generati dall’intelligenza artificiale, che tendono a essere generici e ottimizzati per piacere agli algoritmi, gli HGC portano con sé il peso dell’esperienza vissuta e del racconto autentico.
Inoltre, rispetto agli UGC, gli HGC possono essere più strutturati e integrati in una narrazione strategica.
Se i primi nascono spesso in modo spontaneo, i secondi possono essere guidati, incentivati o addirittura co-creati insieme al brand, mantenendo però una forte componente genuina.
Perché gli utenti cercano autenticità nel 2025
Negli ultimi anni, si è registrato un cambiamento significativo nelle aspettative degli utenti online. Se un tempo bastava un video accattivante o un testo persuasivo per attirare l’attenzione, oggi la domanda di contenuti è accompagnata da un bisogno crescente di trasparenza, coerenza e autenticità.
Sovraccarico da contenuti artificiali
L’avvento dell’AI generativa ha reso possibile la creazione di testi, immagini e video in modo automatico e massivo.
Questo ha portato a un’esplosione di contenuti spesso ridondanti, impersonali e, in molti casi, difficili da distinguere tra loro.
Di conseguenza, gli utenti si trovano inondati da messaggi che sembrano “finti” o privi di identità, sviluppando una sorta di immunità emotiva nei confronti di ciò che non trasmette autenticità.
In un contesto così saturo, i contenuti umani emergono come oasi di verità.
Sono quei post con una scrittura imperfetta ma sincera, quelle storie raccontate in prima persona, quei volti non patinati che comunicano qualcosa di reale.
E proprio perché diversi da tutto il resto, riescono a catturare attenzione, generare empatia e costruire legami più profondi.
Fiducia come leva di scelta
La fiducia è diventata una delle principali valute del marketing contemporaneo.
In un’epoca in cui le persone sono più consapevoli, più informate e più scettiche, il valore attribuito alla parola di un altro essere umano è tornato centrale.
I contenuti generati da persone reali (clienti, esperti, dipendenti) trasmettono credibilità.
Non promettono perfezione, ma mostrano esperienza, opinione, vissuto. Ed è proprio questo a influenzare le decisioni d’acquisto: non più il claim del brand, ma la testimonianza autentica di chi ha provato davvero un prodotto, vissuto un’esperienza o fatto una scelta.

Come stimolare e raccogliere contenuti autentici
Incorporare human generated content in una strategia non significa aspettare passivamente che i clienti parlino spontaneamente del brand. È necessario creare contesti, stimoli e spazi che favoriscano la partecipazione e l’espressione autentica delle persone coinvolte.
Coinvolgimento attivo di clienti e collaboratori
Una delle strade più efficaci è quella di coinvolgere direttamente chi già interagisce con l’azienda: clienti soddisfatti, dipendenti appassionati, fornitori di fiducia, partner strategici.
Invitarli a raccontare la loro esperienza, magari attraverso interviste, questionari, challenge creative o format social, può generare una mole di contenuti autentici con un forte valore relazionale.
Anche l’attivazione di micro-influencer o ambassador può rientrare in questa logica, a patto che venga lasciato spazio alla loro voce e visione personale.
L’obiettivo non è replicare lo storytelling aziendale, ma arricchirlo con prospettive reali e credibili.
Format narrativi e strumenti per la pubblicazione
I format migliori per valorizzare gli human generated content sono quelli che mantengono intatto il tono umano del racconto.
Interviste video, vlog brandizzati, post di blog firmati, podcast esperienziali o caroselli social che raccolgono citazioni reali sono tutti strumenti efficaci per far emergere la voce delle persone.
Fondamentale è anche il supporto nella fase di pubblicazione: dare visibilità a questi contenuti sul sito aziendale, nelle newsletter, nei canali social e durante gli eventi significa riconoscerne il valore e inserirli a pieno titolo nella narrazione del brand.
Dove pubblicarli e come integrarli nella strategia marketing
Il human generated content non deve rimanere confinato in un angolo del sito o in una stories che sparisce dopo 24 ore.
Per esprimere tutto il suo potenziale, va integrato nella strategia marketing in modo coerente e strategico.
Le landing page, ad esempio, possono contenere testimonianze testuali o video di persone reali che raccontano l’uso di un prodotto o la partecipazione a un evento.
Le campagne sponsorizzate possono essere costruite a partire da clip autentiche e genuine.
Anche nella fase di nurturing, attraverso newsletter o automazioni, si possono inserire storie o voci umane capaci di rafforzare la relazione e guidare alla conversione.
Ogni contenuto umano diventa così una tessera del puzzle narrativo del brand, in grado di rafforzare identità e fiducia.
L’autenticità torna al centro del funnel
Per anni si è pensato che l’autenticità fosse un elemento utile soprattutto nella fase iniziale del funnel, quella della brand awareness.
Oggi, invece, si sta riscoprendo il suo potere anche nelle fasi centrali e finali, dove si gioca la vera partita della conversione.
L’autenticità non è solo un biglietto da visita, ma anche un incentivo alla scelta e un motore di fidelizzazione.
Un racconto umano può convincere più di una lista di feature, un volto reale può persuadere più di una grafica perfetta.
Per questo, il ritorno dell’human generated content è destinato a ridefinire l’intero percorso d’acquisto, riportando le persone, con le loro storie, emozioni e opinioni, al centro delle strategie digitali.
Il 2025 segna il ritorno dell’autenticità come valore centrale nella comunicazione online. In un mondo in cui l’intelligenza artificiale produce contenuti in quantità industriale, le parole, i volti e le storie umane tornano ad avere un peso specifico fondamentale.
Il human generated content non è solo una tendenza, ma una risposta concreta al bisogno di verità, empatia e fiducia.
Le aziende che sapranno stimolare e valorizzare questi contenuti potranno costruire relazioni più solide, distinguersi nel rumore e trasformare ogni racconto autentico in una leva concreta di conversione.