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Come calcolare il roas e usarlo per ottimizzare le campagne online

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Nel mondo del digital marketing, ogni investimento pubblicitario deve essere monitorato con attenzione per garantire un ritorno positivo. Tra i principali indicatori di performance utilizzati per misurare l’efficacia di una campagna, il ROAS rappresenta uno degli strumenti più affidabili e immediati.

Conoscere questo parametro e saperlo calcolare correttamente consente di prendere decisioni più consapevoli, ottimizzare il budget e migliorare i risultati delle attività promozionali. Questo articolo approfondisce cosa sia il ROAS, come si calcoli, quali strumenti utilizzare per monitorarlo e, soprattutto, come sfruttarlo per massimizzare le performance delle campagne online.

Cos’è il ROAS e perché è importante nel digital marketing

Il ROAS, acronimo di Return On Advertising Spend, è un indicatore fondamentale che misura il ritorno economico generato da un investimento pubblicitario.

In parole semplici, indica quanto si guadagna per ogni euro speso in una campagna pubblicitaria.

Questo parametro viene utilizzato per valutare l’efficacia delle campagne su canali digitali come Google Ads, Facebook Ads, Instagram, TikTok o qualsiasi altra piattaforma che consenta di tracciare le conversioni.

L’importanza del ROAS risiede nella sua capacità di fornire un dato numerico chiaro e immediato, che permette di comprendere se un’iniziativa pubblicitaria sta funzionando oppure no.

Se il ROAS è elevato, significa che l’investimento sta generando un buon ritorno.

Se invece è basso, potrebbe essere necessario rivedere il targeting, il copy, la grafica o l’offerta stessa.

Questo indicatore è particolarmente utile per gli e-commerce, ma trova applicazione anche in altri settori, come il turismo, la formazione online e la lead generation.

La formula per calcolare il ROAS

Il calcolo del ROAS è relativamente semplice e si basa su una formula matematica diretta:

ROAS = Ricavi generati dalla campagna / Costo della campagna

Ad esempio, se una campagna pubblicitaria ha generato 5.000 euro di ricavi e il budget investito è stato di 1.000 euro, il ROAS sarà pari a 5. Ciò significa che per ogni euro speso, ne sono stati incassati cinque.

Va precisato che i ricavi devono essere attribuiti in modo accurato alla campagna specifica.

Questo può avvenire grazie a sistemi di tracciamento come i pixel di Facebook, gli UTM di Google Analytics o strumenti di CRM integrati.

Una misurazione imprecisa dei ricavi potrebbe portare a valutazioni distorte, con il rischio di continuare a investire in campagne poco performanti.

Differenze tra ROAS e ROI: quando usare ciascuno

Spesso si tende a confondere ROAS e ROI, ma si tratta di due indicatori differenti, utilizzati in contesti distinti.

Il ROI (Return On Investment) misura il ritorno sull’investimento complessivo, tenendo conto anche dei costi fissi, variabili e operativi.

Il ROAS, invece, si concentra esclusivamente sul ritorno rispetto alla spesa pubblicitaria.

Il ROI fornisce una visione più ampia della redditività dell’intera attività, mentre il ROAS è utile per valutare le singole campagne pubblicitarie.

In fase di analisi del budget marketing, il ROAS rappresenta quindi uno strumento più agile e immediato per prendere decisioni tattiche. Il ROI, invece, si utilizza per decisioni strategiche più ampie, come valutare l’efficienza generale del business.

In sintesi, il ROAS è ideale per chi gestisce campagne su base quotidiana o settimanale e vuole ottimizzare la resa del budget pubblicitario, mentre il ROI è più adatto a una visione macro e di lungo periodo.

Come interpretare il ROAS per migliorare le performance

Interpretare correttamente il ROAS è cruciale per ottimizzare le performance pubblicitarie.

Un valore di ROAS pari a 1 indica che si stanno recuperando esattamente i soldi spesi.

Un valore superiore a 1 rappresenta un guadagno, mentre uno inferiore a 1 segnala una perdita.

Tuttavia, il valore minimo accettabile di ROAS varia in base ai margini del business. Ad esempio, se i costi operativi assorbono il 70% del fatturato, un ROAS di 2 potrebbe non essere sufficiente.

È quindi importante conoscere i propri margini di profitto per stabilire qual è il ROAS target.

Inoltre, il ROAS può essere utilizzato per confrontare le performance di diversi canali pubblicitari o gruppi di annunci.

Questo permette di individuare le fonti di traffico più redditizie e di allocare il budget in modo più efficiente.

Anche le modifiche creative, come un nuovo visual o un diverso copy, possono essere valutate attraverso il ROAS, per determinare quale variante funziona meglio.

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Strumenti utili per monitorare il ROAS delle tue campagne

  • Monitorare il ROAS richiede l’uso di strumenti analitici in grado di tracciare le conversioni e attribuire correttamente i ricavi. Tra i più utilizzati si trovano:
  • Google Analytics 4, che consente di tracciare il comportamento degli utenti sul sito e di misurare le conversioni generate da ogni fonte di traffico
  • Meta Ads Manager, che offre un report dettagliato sulle performance degli annunci su Facebook e Instagram, compreso il valore delle conversioni
  • Google Ads, con il suo sistema di conversion tracking integrato, che permette di associare ogni clic a un’azione di valore
  • CRM avanzati come HubSpot o Salesforce, che tracciano il percorso dell’utente dall’ingresso alla conversione, offrendo dati più completi
  • Fogli di calcolo personalizzati, spesso utilizzati per integrare dati provenienti da più fonti e ottenere una visione centralizzata

Utilizzare il ROAS per decisioni pubblicitarie più efficaci

Una volta compreso il significato del ROAS e imparato a calcolarlo correttamente, è possibile utilizzarlo per prendere decisioni pubblicitarie molto più efficaci.

Il primo passaggio consiste nell’identificare quali campagne superano la soglia di ROAS desiderata.

Quelle che performano bene possono essere scalate, aumentando gradualmente il budget e testando nuove varianti per migliorare ulteriormente i risultati.

Le campagne con ROAS basso, invece, vanno analizzate nel dettaglio. Potrebbero esserci problemi di targeting, di posizionamento dell’annuncio o di messaggio creativo.

Anche il funnel di vendita deve essere messo sotto osservazione: una pagina di destinazione poco persuasiva o un checkout complicato possono compromettere i risultati.

In alcuni casi, è utile effettuare dei test A/B per capire quale elemento stia limitando le performance.

Un altro utilizzo strategico del ROAS riguarda la stagionalità.

Analizzando i dati storici, è possibile prevedere in quali periodi le campagne generano un rendimento migliore e pianificare le attività pubblicitarie in modo più intelligente.

Infine, il ROAS può guidare la scelta delle piattaforme.

Se, ad esempio, TikTok genera un ROAS di 4, mentre Google Ads si ferma a 1.5, potrebbe avere senso rivedere la distribuzione del budget.

Tuttavia, è sempre importante considerare il contesto e gli obiettivi specifici: in alcune fasi del funnel, il ROAS potrebbe essere più basso ma comunque utile per la costruzione del brand o la raccolta di lead.

Comprendere come calcolare il ROAS e utilizzarlo come strumento di ottimizzazione rappresenta un passaggio essenziale per chiunque gestisca campagne pubblicitarie online.

Non si tratta solo di un numero, ma di un indicatore strategico che può guidare scelte operative, assegnazioni di budget e miglioramenti creativi.

Utilizzato in combinazione con altri KPI e strumenti di analisi, il ROAS consente di trasformare i dati in azioni concrete, aumentando l’efficienza e la redditività del marketing digitale.

Con l’adozione delle giuste pratiche e un monitoraggio costante, il ROAS può diventare un alleato fondamentale per ottenere risultati sempre più performanti nel tempo.

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