Di Davide Raimondi
Nel mondo del commercio digitale se si parla di fai da te non si può non pensare a Manomano, il più grande ecommerce di bricolage in Europa. La società francese, fondata dai due soci Philippe de Chanville e Christian Raisson, ha triplicato fatturato e dipendenti negli ultimi tre anni e molto di questo successo lo deve all’approccio al cliente. Per offrire un’esperienza di acquisto completamente personalizzata, unica, scalabile e rilevante, che possa aumentarne engagement e fidelizzazione, infatti, Manomano ha puntato sul data-driven marketing. Ha investito l’80% del reparto ‘ricerca e sviluppo’ nella costruzione di algoritmi che migliorino la customer experience, e ritiene che l’analisi dei dati possa rendere l’esperienza di acquisto virtuale ben dieci volte migliore di quella in negozio.
La digital trasformation è ormai una realtà impossibile da ignorare, che tocca tutti i settori. La conseguenza è la generazione di quantità enormi di dati grezzi, i cosiddetti Big Data: questi dati però rimangono muti se non vengono analizzati ed utilizzati. Un’azienda in continua evoluzione e in ipercrescita come ManoMano ha legato il proprio sviluppo all’innovazione dei processi, in particolare nel trattamento dei dati. Creando algoritmi ed ecosistemi coerenti di dati potenti ed efficaci, sono in grado di gestire 30 canali di acquisizione in 6 paesi attraverso una sola persona. L’ottimizzazione è evidente se si pensa che sono passati da 20 persone incaricate di classificare un catalogo di 500 mila prodotti nei primi due anni, all’attuale catalogo di 1,5 milioni di prodotti gestito da 5 persone.
Questo approccio sembra aver dato i suoi frutti ma che cosa succederà al panorama del bricolage online ora che Ikea ha deciso di scendere in campo? Il colosso svedese ha infatti recentemente annunciato che approderà nel commercio digitale, per il momento su siti terzi. E tra questi non poteva mancare Amazon.