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Emotional design: come usare le emozioni per migliorare la user experience

emotional design

Le emozioni sono la chiave per influenzare le persone, l’appiglio che il marketing ha sfruttato più di tutto. Questo vale anche per la user experience. Vediamo cos’è l’emotional design che utilizza le emozioni per una migliore user experience.

Non è una novità che le emozioni cambino e condizionino l’esperienza di chi utilizza un prodotto digitale. Questa idea nasce dal fatto che ognuno di noi ha desideri e bisogni che ci portano a comportarci in un certo modo, anche nel mondo digitale. Quello che vogliamo dagli strumenti digitali è trovare soddisfazione a questi bisogni e desideri. Se, dunque, un’interfaccia riesce a stabilire un contatto empatico con l’utente, l’uso smette di essere un semplice scambio di informazioni e diventa un’esperienza memorabile, in cui l’emozione diventa la leva principale per consolidare la fiducia e coltivare la fidelizzazione.

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L’emotional design genera una connessione

Facciamo un esempio, quando cerchiamo un b&b per un viaggio, se durante la ricerca vengono inseriti animazioni brevi, simpatiche e divertenti, rendono ancora più piacevole l’azione. Un’interfaccia che punta alle emozioni – in questo caso un evento felice come un viaggio avrà delle interazioni felici e divertite – facilita la connessione tra il brand e l’utente e genera un’emozione positiva, dunque un ricordo del brand positivo.

Le emozioni entrano in gioco anche quando qualcosa non va come previsto. Un celebre esempio è l’uso di messaggi empatici nelle pagine di errore. Invece di trovarsi di fronte a un freddo “Errore 404”, l’utente legge una frase colloquiale che riconosce il disappunto: “Ops, sembra che questa pagina sia in vacanza!”. Accompagnato da un’illustrazione accattivante, quel momento di frustrazione si trasforma in un piccolo momento di leggerezza, capace di riportare l’umore su toni positivi e di invitare l’utente a continuare il percorso.

La personalizzazione dell’emotional design

Un altro aspetto fondamentale dell’emotional design è la personalizzazione. Una piattaforma che riconosce i tuoi interessi e la tua storia è pensata perché scaturisca in te un’emozione di connessione e empatia. Pensate a un’e-commerce che, sulla base degli acquisti precedenti, propone non solo prodotti simili, ma intere storie fotografiche in cui quei prodotti assumono un ruolo da protagonisti. Così l’utente non percepisce più un’offerta generica, bensì un invito a immaginarsi all’interno di un’esperienza intima, fatta su misura per sé.

Non solo le immagini, ma anche i suoni giocano sulle nostre emozioni. Ad esempio, un suono che può sembrarci banale ma è incisivo allo stesso modo di un’immagine: il suono della fine di un allenamento di un’app di fitness. Questo ci fa sentire gratificati, come se avessimo tagliato un traguardo e ci incita a fare di più – e dunque utilizzare ancora l’app, sentendola quasi come un nostro personal trainer. Allo stesso modo, un feedback sonoro delicato al completamento di un form online riduce la percezione di noia, trasformando un’attività di routine in un piccolo rituale gratificante.

Spesso dimentichiamo quanto conti la componente visiva nel generare un primo impatto emotivo. Un’app realizzata con colori tenui e forme arrotondate trasmette un senso di accoglienza e calma, mentre tinte vivaci e contrasti marcati possono infondere energia e dinamicità. Questi aspetti non riguardano solo l’estetica fine a sé stessa, ma costituiscono la cornice emotiva in cui si svolge ogni interazione: un’app di meditazione si sentirà più autentica se abbraccerà palette naturali e texture morbide, mentre una piattaforma dedicata al gaming sfrutterà grafiche audaci per immergere l’utente in un’atmosfera di sfida.

Infine, l’emotional design trova nella narrazione il suo apice, perché per quanto le immagini e i suoni abbiano un forte impatto sulle nostre emozioni, lo storytelling è l’arma più efficace. Non basta raccontare le caratteristiche di un prodotto: è necessario intrecciare storie a cui l’utente possa riconoscersi. Una startup di servizi sostenibili che mostra le vicende di piccoli produttori locali, accompagnate da fotografie intime e commenti autentici, crea un ponte emotivo che va al di là della transazione commerciale, trasformando l’acquisto in un gesto che riflette valori condivisi.

Emozionare per vendere

In definitiva, utilizzare le emozioni per migliorare la user experience significa mettere al centro dell’interfaccia chi la utilizza, riconoscendo che ogni clic è anche un atto umano, permeato di aspettative e sentimenti. Quando si riesce a sintonizzarsi su queste aspettative, si ottiene molto più di un design efficace: si costruisce un’esperienza in grado di instaurare un dialogo emozionale, capace di resistere nel tempo e di rendere il prodotto non soltanto utile, ma davvero indimenticabile.

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