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Il Coronavirus minaccia i venditori Amazon: stock in esaurimento e prezzi alle stelle

Tra i principali venditori Amazon, il 49% ha sede in Cina, secondo i dati della società di ecommerce intelligence Marketplace Pulse. E, naturalmente, anche molti venditori Amazon con sede in altri paesi si riforniscono dalla Cina. Il CEO di Marketplace Pulse, Joe Kaziukenas, riferito in un’intervista di non poter dare una cifra esatta, ma comunque di poter affermare che a grandi linee che la maggior parte dei venditori di Amazon hanno sede in Cina o acquistano merci da lì.

Danni per i venditori Amazon

E mentre l’epidemia di Coronavirus continua, la produzione in Cina ha subito un rallentamento importante.  Il disagio per i clienti di Amazon sarà probabilmente minimo perché, almeno per il momento, c’è ancora molto da comprare sulla piattaforma. Ma, i disagi ai suoi venditori terzi, che Jeff Bezos ha notato con orgoglio, rappresentavano il 58% delle vendite di Amazon nel 2018, stanno già cominciando a essere consistenti.

Il vantaggio del Capodanno lunare

A smorzare leggermente i danni iniziali, il fatto che l’epidemia è arrivata in concomitanza con la chiusura delle fabbriche per il Capodanno lunare. Ciò significa che gli importatori avevano già effettuato ordini più grandi del solito. Ma, da allora, il governo cinese ha esteso la chiusura delle fabbriche fino a marzo in alcune aree, e resta da vedere quando l’industria manifatturiera cinese tornerà a funzionare a pieno regime. Un portavoce di Amazon ha dichiarato di aver lavorato con i fornitori per ottenere un inventario supplementare e ha fornito una guida ad hoc per i venditori Amazon e continuerà a monitorare gli sviluppi e a prendere le misure appropriate.

Prezzi in aumento

Molti venditori Amazon di terze parti, però, hanno aumentato i prezzi soprattutto per i prodotti ad alta richiesta, come il disinfettante per le mani e le mascherine, che a loro volta hanno visto aumentare la frequenza di ricerca di oltre 10 volte su Amazon.  Un’evidenza riportata anche dalla piattaforma Trovaprezzi nella sua ultima indagine relativa proprio alle ricerche di prodotti online ai tempi del Covid-19. Wired ha riferito per primo che Amazon starebbe esortando i commercianti di non aumentare i prezzi a “livelli esorbitanti” e che starebbe anche eliminando i listini per i beni troppo costosi, ma i suoi sforzi per controllare i prezzi sulla piattaforma non sono ancora così chiari.

Piccoli merchant più a rischio

I venditori Amazon, come riportato anche dal Wall Street Journal, spiegano che l’algoritmo di classifica di Amazon indica e penalizza i prodotti che non sono disponibili. Per evitare di essere penalizzati nella search, molti stanno alzando i prezzi sperando di rallentare le vendite e tentando di spostare la produzione in altri Paesi. Anche le grandi aziende come Apple Inc. hanno difficoltà a far produrre i prodotti in Cina in tempo. Ma i commercianti dicono che come piccoli acquirenti si ritroveranno in fondo alla lista dei prodotti sulla piattaforma quando la produzione si riprenderà. E una volta ricostituite le scorte, dovranno spendere molto in pubblicità per riconquistare le loro sudate posizioni su Amazon.

Opportunità per i venditori Amazon

Nel frattempo, pare che Amazon stia facendo scorta per il proprio inventario di prima parte. Se si esaurisce qualcosa, i beni esauriti saranno una “fantastica opportunità” per i venditori di terze parti che li hanno a disposizione. Si tratta dell’opinione di Guru Hariharan, CEO della piattaforma Amazon CommerceIQ ed ex membro del team di pianificazione dell’inventario di Amazon. “Amazon sa che c’è una rete di sicurezza di (venditori di terze parti)“, ha detto Hariharan. “Per ogni articolo che non è disponibile, (un venditore di terze parti) vince la Buy Box e può iniziare a guadagnare bene a causa dei problemi di esaurimento delle scorte di Amazon”.