La riapertura delle scuole nell’anno dell’emergenza COVID-19 presenta molte incognite e gli italiani si preparano al rientro a scuola con non poche preoccupazioni: il 46% delle famiglie dichiara infatti che la situazione finanziaria è peggiorata a causa del COVID-19 e il 61% prevede che il prossimo anno scolastico avrà dei costi superiori rispetto al precedente.
Questi i dati principali che emergono dalla ricerca condotta da YouGov per Amazon Italia per analizzare come cambieranno i consumi e le abitudini delle famiglie italiane in vista del ritorno a scuola.*
Cambiano i consumi
Il fatto che la situazione finanziaria sia peggiorata determina un diverso approccio agli acquisti per il ritorno a scuola, che si traduce in un cambiamento dei consumi delle famiglie italiane. 6 famiglie su 10 pensano che il nuovo anno scolastico costerà di più di un anno normale: il 29% del campione dichiara di che prenderà in considererà dei prestiti e dei pagamenti rateali, mentre quasi 4 genitori italiani su 10 useranno i risparmi per far fronte alle spese extra e solo il 13% non ricorrerà né a prestiti né intaccherà i propri risparmi.
L’ecommerce facilita gli acquisti e aiuta a risparmiare
La prospettiva di ricevere tutti i prodotti a casa e di ottenere un risparmio sono fattori determinanti sia per chi dichiara che utilizzerà il canale online in egual misura ai negozi fisici, il 50% del campione, sia per il 17% che dichiara che privilegerà l’online.
Comprare materiale scolastico online è ritenuto vantaggioso perché permette di ricevere tutto a casa (secondo il 51%) e risparmiare (49%), nonostante il fatto di non poter verificare le condizioni dei prodotti sia considerato il principale svantaggio dello shopping online dal 39% del campione.
Gli articoli più acquistati
I libri di testo e gli articoli da cancelleria e cartoleria sono pari merito al primo posto tra i principali acquisti per le famiglie: sono prioritari per il 73% degli intervistati e rappresentano i bisogni principali per i genitori degli alunni di tutte le età. Al terzo posto si posizionano le mascherine (pari merito con vestiario e scarpe) prioritarie per il 48% delle famiglie, e a seguire si posizionano i disinfettanti: queste misure di sicurezza sono ritenute più prioritarie di astucci e zaini.
L’intenzione di comprare articoli sanitari per il nuovo anno scolastico è maggiormente diffusa al Sud e nelle isole, dove la richiesta è più alta rispetto al resto del Paese. Computer, soluzioni per la connettività e tutto l’occorrente per lo studio da casa in questo momento non rientrano tra i prodotti prioritari.
Le principali preoccupazioni
La principale preoccupazione delle famiglie italiane, come dimostra il 52% del campione, è il dubbio sulla qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento da casa, rispetto alla tradizionale didattica in aula. Seguono il distanziamento sociale e la mancata sanificazione degli ambienti scolastici (pari merito con l’impossibilità a fare gite), considerate rispettivamente tra le tre principali fonti di preoccupazione dal 42% e 35% delle famiglie. Queste percentuali crescono al Centro (48% e 40%), Sud (46% e 39%) e nelle isole italiane (48% e 43%), dove l’argomento è più sentito.
Anche la socializzazione tra compagni, soprattutto da parte dei genitori con figli che frequentano la scuola elementare, e le attività extrascolastiche e gite, in particolare per chi frequenta le medie e le superiori, risultano tra le preoccupazioni maggiori per circa 1 genitore su 3. A seguire, l’eventualità di dover rimanere a casa con i figli preoccupa il 23% dei genitori. Questa preoccupazione è diffusa soprattutto tra i genitori degli studenti delle scuole elementari, dove tocca quota 33%.
Come gli italiani hanno vissuto la didattica a distanza
Le preoccupazioni che emergono dalla ricerca sono conseguenti ai problemi che le famiglie italiane hanno riscontrato durante il lockdown e la didattica a distanza. Solo il 56% delle famiglie è riuscito infatti ad usufruire della didattica a distanza senza problemi tecnici. In uno scenario dove l’emergenza COVID-19 è ancora presente, la didattica a distanza è ritenuta utile dal 79% delle famiglie; tuttavia, ad emergenza finita, solo meno del 50% del campione lo ritiene un metodo efficace per l’apprendimento.
In generale, la didattica a distanza è difatti vista come un’utile integrazione alla didattica in aula. L’e-learning viene considerato efficace perché permette di familiarizzare con nuovi strumenti di apprendimento e con la tecnologia, soprattutto da chi ha figli che frequentano le scuole medie. Nel caso dei genitori con figli alle superiori tra i vantaggi principali viene individuato quello di evitare il commuting casa-scuola.
Lo svantaggio percepito è invece la mancata interazione tra gli studenti (47%) e con gli insegnanti (45%), oltre che la carenza di supporto che gli studenti possono ricevere stando a casa (45%). L’aspetto dell’uguaglianza sociale, legato al limitato accesso da parte di alcuni studenti agli strumenti utilizzati per la didattica a distanza, preoccupa il 41% dei genitori italiani, senza differenze tra chi la ritiene utile o meno.
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