
Secondo le ultime informazioni dell’International Telecoms Union (Itu), associazione che riunisce le aziende di telecomunicazioni, almeno il 50% della popolazione è online: entro la fine del 2018 , circa 3,9 miliardi di persone avranno accesso alla rete.
“Le nuove stime del 2018 rivelano che continua a esserci una generale tendenza al rialzo nell’accesso e nell’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione”, commenta Brahima Sanou, direttore dell’ufficio sviluppo telecomunicazioni dell’Itu. “L’accesso alle reti di telecomunicazione continua ad aumentare, in particolare attraverso le connessioni mobili”, continua il business man per sottolineare l’importanza del Mondo Digitale.
I Paesi Industrializzati e non
Nei Paesi sviluppati, però, la percentuale di popolazione che utilizza Internet passa dal 51,3% nel 2005, a 80,9% di oggi.
Nei paesi in via di sviluppo questa crescita è stata molto più esponenziale, infatti si è passati da 7,7% del 2005, al 45,3% della fine del 2018.
In Africa, Paese dove questa crescita si è vista con più evidenza, la percentuale degli utenti di internet è salita dal 2,1% del 2005 al 24,5% del 2018.
L’Europa e le Americhe, invece, sono state le Nazioni con il più basso tasso di crescita.
Il servizio Mobile e la famiglia
L’accesso ai servizi mobile ha sviluppato le connessioni: il numero degli abbonamenti ai cellulari è infatti superiore alla popolazione globale.
Altro aspetto chiave chiama in causa la famiglia: quasi il 60% ha accesso al Digital World a casa, contro il 20% del 2005.
Popolazione non coinvolta
Zhao Houlin, segretario generale dell’Itu, spiega: “tuttavia, troppe persone in tutto il mondo stanno ancora aspettando di sfruttare i vantaggi dell’economia digitale. Dobbiamo incoraggiare maggiori investimenti da parte del pubblico e i settori privati e creare un buon ambiente per attirare investimenti e sostenere la tecnologia e l’innovazione del business in modo che la rivoluzione digitale non lasci nessuno in linea”. Anche Web Foundation, fondata da Tim Berners-Lee, fondatore di Internet, sostiene che la diffusione di internet sia più lenta del previsto, e non coinvolga ancora ampie fasce di popolazione, quali i poveri e le donne.