Quello dell’inizio delle ferie estive è un momento atteso da tutti. Per i piccoli negozi, però, tale periodo di tempo può rappresentare una vera e propria sfida gestionale. Chiusura, calo del traffico e gestione a ranghi ridotti mettono in discussione l’equilibrio economico del punto vendita, spesso piuttosto delicato. Valutare l’impatto delle assenze non è dunque soltanto utile per arrivare preparati al loro inizio, bensì è anche necessario per pianificare, contenere i danni e, perché no, cogliere al balzo nuove opportunità.
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Perché l’impatto economico delle ferie estive è un nodo critico per i piccoli negozi
L’impatto economico delle ferie sui piccoli negozi, molto spesso, è sottovalutato. Quando l’attività si ferma, anche solo per una settimana – magari quella di Ferragosto nella quale tutto, nel nostro Paese, rallenta – si interrompe il flusso di cassa, si rallentano le vendite e si riduce la visibilità verso i clienti abituali. Tre problemi rilevanti. A differenza delle grandi catene, i negozi di quartiere non dispongono di staff numeroso, né possono contare su sistemi automatizzati al fine di mantenere un presidio, anche minimo.
Alla luce di ciò, in molte zone urbane e turistiche, luglio e agosto rappresentano mesi di forti variazioni nella domanda. Alcuni settori – come per esempio l’alimentare, ma anche l’artigianato locale – possono beneficiare del turismo. Altri, invece, come le librerie o i negozi di articoli tecnici, registrano un netto calo di fatturato, a causa dell’assenza dei loro tipici clienti. Ignorare questi cambiamenti è un errore da evitare, poiché significa esporsi a perdite generalmente evitabili.
Calcolare in anticipo l’impatto delle ferie, stimare entrate perse e risorse da mantenere attive, consente di affrontare la stagione con maggiore consapevolezza. Il vantaggio di risiedere in un Paese nel quale la sosta estiva è molto più prevedibile che all’estero, poiché il 40% dei lavoratori va in villeggiatura a cavallo del 15 agosto, è proprio quello che si può prevedere, anche con largo anticipo, l’inevitabile flessione estiva.
Come stimare l’impatto economico delle chiusure estive
Allo scopo di comprendere l’impatto economico delle ferie sul bilancio di una piccola attività è fondamentale partire dai dati. Il primo passo è quello di confrontare le performance dei mesi estivi negli ultimi 2-3 anni. Conserviamo ogni informazione su vendite, spese fisse e affluenza media. Questo confronto storico permette di individuare trend e prevedere eventuali picchi o flessioni. Monitorare e analizzare è il segreto per mantenere un business fiorente, indipendentemente dalle sue dimensioni, poiché nulla ci coglierà mai impreparati a reagire.
Successivamente, è utile calcolare il fatturato medio giornaliero. Tale dato va poi moltiplicato per i giorni di chiusura previsti. Questo darà una prima stima della perdita di ricavi. Ma attenzione: è importante considerare anche i costi fissi. Simili uscite, inevitabilmente, resteranno attive durante le ferie: affitto, utenze, software, contributi… e peseranno naturalmente sul conto economico. Infine, va aggiunta una voce spesso trascurata, ma che andrebbe sempre tenuta presente: il cosiddetto costo opportunità. Se il negozio resta chiuso mentre la concorrenza resta aperta, o attiva online, che è la stessa cosa, il rischio è di perdere non solo vendite, ma anche clienti. Che è molto peggio.
Strumenti pratici per simulare scenari estivi
Quando si tratta di stimare, nella maniera più precisa possibile, l’impatto economico delle ferie, è possibile farlo utilizzando strumenti semplici, ma efficaci. Un foglio di calcolo con ipotesi variabili, ad esempio, può dare una grande mano. Ci offrirà infatti una panoramica comparativa tra chiusura totale e apertura ridotta o su quanto sia opportuno prediligere settimane di ferie alternate tra soci o dipendenti.
Servirsi di tool digitali come POS evoluti, gestionali di cassa o CRM aiuta. Molti forniscono report settimanali, e stagionali, su vendite, scontrini medi o fasce orarie più redditizie. Utilizzando questi dati è possibile prevedere l’effetto di una riduzione delle ore o dei giorni di apertura. Nuovamente, l’analisi dei dati ci assiste. Un altro approccio utile consiste nel creare tre scenari: uno ottimistico, uno realistico e un terzo, pessimistico. Questa simulazione permette di individuare una strategia elastica, adattabile anche in corso d’opera, in base a come stia procedendo il periodo di fuoco.

Strategie per ridurre l’impatto economico delle ferie
Non si pensi che limitare l’impatto economico delle ferie significhi rinunciare al meritato riposo. Tutt’altro, quel che va fatto è migliorare l’organizzazione dell’attività al fine di garantire che ognuno possa godere del suo break estivo. Una prima strategia consiste nello scaglionare le ferie, mantenendo almeno un presidio attivo per parte del periodo critico. Allo scopo di riuscirvi occorre concertare un calendario delle assenze, in maniera tale che il punto vendita non resti mai a corto di personale. In alternativa, l’estensione temporanea degli orari, nei giorni precedenti alla chiusura, può compensare una parte delle mancate vendite future. Tra le due possibilità, la prima è consigliabile.
Per le attività con una componente digitale, esiste una terza strategia adottabile: investire sull’e-commerce. In questo caso, puntare sull’email marketing, almeno nel periodo pre-ferie, è fondamentale. Spedizioni programmate, promozioni salva carrello e newsletter contenenti date di riapertura aggiornate aiutano a mantenere sempre vivo il contatto con il cliente, che oggi è fondamentale, com’è noto. Comunicare in modo trasparente è una leva davvero potente.
Si faccia uso di cartelli ben visibili, post social programmati, messaggi WhatsApp o email che informino della chiusura e offrano valide alternative (dalla prenotazione, al ritiro dopo le ferie fino alla possibilità di servirsi di consulenze su appuntamento) così da rafforzare la relazione con il cliente.