Nel panorama italiano – ma non solo – della crescita personale e professionale, la figura del mental coach sta acquisendo sempre maggior rilevanza. Non che ci sia da stupirsi. La nostra società soffre lo stress, la competizione e i cambiamenti sempre più rapidi. In questo contesto, saper gestire la mente diventa un asset fondamentale, tanto a livello individuale quanto in ambito aziendale. Questo approfondimento vuole descrivere alcuni tra i mental coach più influenti nel nostro Paese, offrendo una panoramica sul loro lavoro, l’impatto professionale di cui godono e i criteri per scegliere il più adatto a ogni azienda e realtà.
Indice del contenuto
Chi è un mental coach e in quali contesti lavora
Il mental coach è un professionista specializzato nell’aiutare individui, team e organizzazioni a sviluppare risorse mentali, emotive e comportamentali per raggiungere risultati ottimali. In italiano sarebbe un allenatore della mente. In inglese, la professione suona ben più attraente. Non si tratta di un terapeuta, bensì di uno specialista che predilige un approccio più orientato all’azione. Guida il suo assistito e lo affianca nella valorizzazione dei propri punti di forza, nella gestione dello stress, nel potenziamento della motivazione e nella costruzione della resilienza.
I contesti in cui opera un mental coach sono molteplici. Nella sua cassetta degli attrezzi troviamo il feedback strutturato, la programmazione neurolinguistica (PNL), le più recenti tecniche di visualizzazione e i modelli cognitivi avanzati. Sa creare un percorso personalizzato, attraverso obiettivi chiari e misurabili. Fanno sovente utilizzo delle sue conoscenze i professionisti occupati nei seguenti settori:
- sport e performance. Il mental coach collabora con gli atleti per migliorare la loro concentrazione, aiutarli a gestire la pressione e aumentarne l’autostima atletica;
- business e leadership. Comunicazione efficace, corretta gestione delle sfide aziendali e supporto a manager e team leader. Il coach si occupa di questo, all’interno dell’ambito affaristico;
- formazione e team building. Workshop e attività mirate sono le armi nella faretra di un assistente mentale;
- crescita personale. A livello individuale, ci si può fare affiancare per imparare a gestire bene ansia, stress, abitudini limitanti ed elaborare una buona strategia per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Come abbiamo selezionato i migliori mental coach in Italia
Nel redarre questo focus, abbiamo identificato alcuni tra i migliori mental coach nel nostro Paese, selezionandoli in base alla loro reputazione personale e posizione sul mercato. Ne abbiamo saggiato l’autorevolezza in termini di pubblicazioni effettuate, seminari tenuti e presenza mediatica, oltre che misurato i principali risultati ottenuti dal punto di vista delle aziende assistite. Molto valore è stato assegnato all’innovazione metodologica e alla rilevanza nell’ecosistema coaching.
I mental coach più influenti in Italia nel 2025
Nell’attuale panorama italiano del mental coaching vi sono alcune figure di rilievo. Professionisti come Stefano Migliorini, Alice Bianchi, Marco Ruggeri, Luca Mazzucchelli e Laura Santoro, grazie al loro approccio integrato, all’impatto sulla platea, alla presenza sui media e a quella nelle aziende, sono figure in risalto, in questo ben specifico settore. Li accomuna la qualità dei loro programmi e la capacità di generare un cambiamento tangibile.
Stefano Migliorini
Specializzato in mental coaching per dirigenti e atleti d’élite, nonché autore del volume Focus Winner, Migliorini ha collaborato con squadre sportive nazionali e PMI. Si concentra principalmente su leadership e resilienza. Atleta di crossfit di prim’ordine, predica l’importanza di essere sempre resilienti, nello sport come nella vita. Insegna a reagire alle difficoltà con il giusto spirito.
Alice Bianchi
Esperta di mental coaching per la performance femminile e la gestione dello stress, Bianchi è una travel counselor che guida imprenditrici e manager al potenziamento della propria presenza mentale. Le sue attività mettono al centro la scoperta di sé stessi e dell’ignoto nonché la potenza dirompente del viaggio come esperienza.
Marco Ruggeri
Si contraddistingue per l’approccio scientifico ed è uno specialista delle neuroscienze applicate. Collabora con importanti startup tecnologiche per potenziare la creatività e l’innovazione nel lavoro di squadra. Applica il metodo OKR (Objectives and Key Results) come metodologia motivante e focalizzante. Guida i team delle diverse realtà aziendali che segue nella loro introduzione e applicazione.
Luca Mazzucchelli
Psicologo, autore e divulgatore, Mazzucchelli realizza talks e interventi formativi per le più importanti realtà nazionali e internazionali. È stato mental coach a X Factor e fondatore di Mindcenter, il suo centro di supporto che, con 8 sedi fisiche in tutta Italia fornisce affiancamento psicoterapeutico, psicologico e coaching a chi decida di dedicare tempo alla propria crescita personale.
Laura Santoro
Consulente aziendale e mental coach di formazione sportiva, Santoro è autrice di articoli su riviste di management e libri dedicati al wellness e all’attività fisica. Attiva nel campo del benessere organizzativo e del cambiamento culturale, collabora con aziende in fase di crescita accompagnandole in una fase tanto delicata.
Come scegliere il mental coach giusto per la propria azienda
Selezionare il giusto mental coach è più complesso di quanto potrebbe sembrare. Nel farlo, è bene seguire alcuni criteri. Dapprima, vanno definiti gli obiettivi che si inseguono. Occorre migliorare la comunicazione? Gestire una crisi? Promuovere l’innovazione? Migliorare la performance? Per ognuno di questi aspetti c’è un coach migliore di un altro. Per scovare quello giusto, o quella giusta, se ne devono verificare le competenze e valutare l’esperienza.
Individuato il profilo che può fare al caso nostro, procediamo controllando il matching culturale. La persona da cui vogliamo farci affiancare deve comprendere la cultura aziendale, accettarla e immergersi nel contesto. A questo punto, è importante definire assieme i costi e le modalità. In alcuni casi le sessioni individuali sono la possibilità migliore, in altri è meglio organizzare workshop. Qualunque sia la strada preferita, si devono definire obiettivi e KPI. Il mental coach è un partner che produce impatto concreto, non soltanto un abile oratore o uno speaker capace di affascinare con la sua dialettica.

Le caratteristiche da valutare
Se siamo incerti su quale possa essere la figura più adatta per noi, tra più mental coach, valutiamo alcune caratteristiche per selezionarne uno piuttosto di un altro. È consigliabile fare attenzione ai seguenti aspetti:
- competenze tecniche. Non sempre sono facili da valutare, quando si ha a che fare con un professioniata che non conosciamo, ma è possibile valutarne pubblicazioni, recensioni e numero di seminari tenuti.
- Trasparenza sui metodi e sui risultati attesi. Possiamo giudicare questa dimensione dopo aver tenuto un colloquio con il coach.
- Flessibilità nel progettare interventi personalizzati. La customizzazione del percorso è molto importante, non sottovalutiamola.
- Empatia e presenza nel rapporto con individui o gruppi. Anche in questo caso, la si può valutare in un vis-à-vis.
- Etica e congruenza nei comportamenti tenuti.
La presenza di questi fattori è fondamentale per costruire un percorso di successo. Questi aspetti sono pressoché tutti must have per un bravo coach, ma nel caso ne manchi qualcuno e il professionista ci piaccia comunque molto, è possibile tralasciarne qualcuno.
Obiettivi individuali e obiettivi aziendali
Altra chiave da tenere in forte considerazione è la sinergia tra obiettivi individuali e aziendali. Il coach aiuta a sbloccare potenziale, motivazione e focalizzazione, a livello personale e collettivo, migliorando le performance. L’azienda, da questa attività, ottiene team più resilienti, capaci di innovare e guidare il cambiamento. Allineare i due livelli e mantenerli adiacenti per l’intero iter formativo garantisce risultati sostenibili nel tempo. Il lavoratore che cresce mentalmente genererà valore per la realtà cui presta la sua opera. Un mental coach esperto, armato di strategia e concretezza, massimizzerà il miglioramento del dipendente.
Perché la figura del mental coach sarà sempre più centrale?
Il mercato del lavoro richiede oggi competenze cognitive e relazionali spiccate. Ansia da cambiamento, digital fatigue, difficoltà di allineamento culturale e altre problematiche parte della quotidianità richiedono soluzioni nuove. Un mental coach può fornirle. Inevitabilmente, ciò porterà questa figura a guadagnare una centralità sempre maggiore nel prossimo futuro.
Supportare leader, team e individui nel potenziamento mentale significa premiare competenza e benessere. Ciò è assolutamente in linea con la cultura aziendale moderna. Chi saprà valorizzare questa figura otterrà un vantaggio competitivo e lo farà sia in termini di agilità, sia di coinvolgimento e innovazione.