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I consumatori vogliono personalizzazione, ma non la condivisione dei propri dati

I consumatori vogliono personalizzazione, ma non la condivisione dei propri dati

Selligent Marketing Cloud ha portato alla luce un curioso paradosso: agli utenti piace la personalizzazione che le aziende offrono, ma soffrono il dover condividere i propri dati per renderla possibile.

I due lati della medaglia

Analizzando i dati, infatti, si può notare come dei 7000 consumatori presi a campione in tutto il mondo, il 33% si aspetta che i brand anticipino i propri bisogni e ben il 70% ritiene importante che le aziende siano in grado di comprendere la situazione individuale del consumatore prima che questo si trovi al centro di una campagna di marketing. L’altra faccia della medaglia, però, è che il 75% degli intervistati è preoccupato che i brand traccino i propri comportamenti e l’88% ha paura che i prori dati vengano condivise con terze parti. Inoltre, il 74% non ama sentirsi parte della segmentazione attuata dalle aziende per le loro strategie di marketing.

L’importanza della fiducia nei brand

«Senza dubbio, la sfida per i professionisti del marketing è sempre più ardua, in quanto i consumatori oggi comprendono meglio in che modo i propri dati vengono ‘catturati’ e utilizzati», spiega Nick Worth, CMO di Selligent Marketing Cloud. «La buona notizia è che nel tempo, in parallelo alla consapevolezza dei consumatori delle possibilità del digitale, crescerà anche la volontà di condividere i dati. Come dimostra il nostro studio, le persone si dimostrano più aperte con i brand di cui si fidano e che sono realmente in grado di fornire valore aggiunto. I marketer più avveduti staranno dunque attenti alle proprie strategie, creando campagne marketing personalizzate che costruiscano la fiducia dei clienti e forniscano una consumer-first experience.»

Infatti, solo 1 consumatore su 5 è disposto a condividere i prori dati in anticipo così da permettere la personalizzazione. Inoltre, il 40% afferma di essere maggiormente infastidito dalle aziende rispetto a qualche anno fa e il 30% dichiara di essere disposto ad abbandonare un brand se questo si rivela essere troppo aggressivo nell’acquisizione dei dati.