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Pagamenti digitali e piccole imprese: da SumUp i consigli per utilizzare al meglio il credito d’imposta e risparmiare

Pagamenti digitali e piccole imprese: da SumUp i consigli per utilizzare al meglio il credito d’imposta e risparmiare

Continuare a supportare i commercianti nella promozione dei pagamenti digitali e di una società cashless: con questo obiettivo da luglio 2021, con la sospensione del Cashback di Stato per i consumatori, nel Piano Italia Cashless sono stati introdotti nuovi incentivi rivolti agli esercenti.

Adottare pagamenti digitali diventa, quindi, sempre più conveniente per commercianti e ristoratori italiani: il nuovo decreto (DL 99/2021), prevede infatti sia l’aumento del credito d’imposta dal 30% al 100% per le commissioni sui pagamenti elettronici (dal 1 luglio 2021 fino al 30 giugno 2022), sia un credito per chi acquista o noleggia un POS.

Ma come funziona nel dettaglio il credito d’imposta e come poterne usufruire? Proprio con l’obiettivo di supportare i commercianti nel valorizzare al meglio gli strumenti e i nuovi incentivi messi a disposizione anche dallo Stato per ottenere il credito d’imposta al 100%, SumUp, la fintech leader nel settore dei pagamenti digitali e soluzioni innovative cashless, ha stilato insieme alla commercialista Giorgia Salardi un vademecum per rispondere alle domande più frequenti e chiarire ogni dubbio.

“Gli incentivi del Governo si stanno spostando sempre più sugli esercenti: come SumUp siamo pronti ad affiancarli in ogni fase, per costruire una società sempre più cashless, mostrandone tutti gli aspetti positivi”, spiega Umberto Zola, Country Growth Lead Italia di SumUp. “In Italia stiamo costruendo la nostra presenza guardando alle specificità del Paese, in particolare per quanto riguarda gli aspetti normativi, particolarmente complessi e mutevoli. È fondamentale, però, che gli esercenti siano informati di tutte le novità affinché possano trarne i massimi benefici”.

Come ottenere il nuovo credito d’imposta al 100%

Il DL 99/2021 ha previsto, per il periodo transitorio che va dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022, l’aumento del credito d’imposta dal 30% al 100% relativo alle commissioni che vengono addebitate agli esercenti  dai fornitori di servizio quando un cliente (privato, non business) paga attraverso uno strumento elettronico, come carta di credito o bancomat. Il recupero integrale delle commissioni è previsto, però, soltanto nel caso in cui il pagamento venga effettuato tramite uno strumento elettronico che sia collegato ad un registratore telematico. In questo contesto si inserisce ad esempio SumUp Cassa, uno strumento all-in-one flessibile sviluppato insieme a Tiller: adatto alle attività del settore HoReCa, il registratore di cassa consente di elaborare gli ordini, accettare i pagamenti e ottenere facilmente tutte le rendicontazioni.

Dove non vi sia collegamento tra il registratore telematico e lo strumento elettronico di pagamento, il credito d’imposta rimane in misura pari al 30%, come previsto precedentemente (DL 157/2019).
Il credito d’imposta sulle commissioni per le transazioni effettuate tramite sistemi di pagamento elettronico viene riconosciuto ad esercenti, artigiani e professionisti ed imprese che abbiano conseguito ricavi e compensi inferiori a 400.000 euro nell’anno precedente.

Quali costi concorrono al credito d’imposta

Si tratta dei costi di commissione che vengono detratti dall’importo totale della transazione tramite strumento tracciabile, come: lettore di carte, Pagamenti Mobili, Buono Acquisto, Negozio Online e pagamenti con Apple Pay e Google Pay. In ogni caso, ricorda SumUp, verranno considerate unicamente le transazioni di vendita di prodotti e servizi al consumatore privato e non ad aziende, escluse quindi quelle effettuate con carta aziendale.

Come richiedere il credito d’imposta

I crediti d’imposta – ricordano SumUp e la commercialista Giorgia Salardi – sono utilizzabili esclusivamente in compensazione mediante il modello F24 e con l’utilizzo del codice tributo 6916 a partire dal mese successivo a quello di sostenimento e dopo avere ricevuto la comunicazione dal gestore del servizio circa le commissioni sostenute nel mese di riferimento. Il credito d’imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno nel quale è maturato e nei successivi per indicarne l’utilizzo fino ad esaurimento.

Come funziona il credito d’imposta per l’acquisto e il noleggio di POS

Agli esercenti viene inoltre riconosciuto un credito d’imposta sia per l’acquisto, che per il noleggio di strumenti che consentano forme di pagamento elettroniche e per il collegamento con i registratori telematici. In particolare, per gli acquisti e noleggi effettuati tra il 1.07.2021 ed il 30.06.2022 i commercianti possono ricevere un credito d’imposta fino ad un massimo di 160 euro e la percentuale varia a seconda dei ricavi e compensi dichiarati per l’esercizio precedente

In caso di ricavi/compensi inferiori a 200.000 euro, il credito d’imposta spetta in misura pari al 70%; per ricavi/compensi tra 200.000 euro e 1 milione di euro in misura pari al 40%; infine per chi ha dichiarato ricavi e compensi tra 1 milione e 5 milioni di euro si applica il 10%.

Come funziona il credito d’imposta per acquistare registratori telematici

Per il 2022, ricorda SumUp, è infine previsto un credito d’imposta per l’acquisto di strumenti evoluti di pagamento che consentano anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi. In questo caso, il massimale del credito d’imposta aumenta ed è pari a 320 euro, sempre in base ai ricavi/compensi dichiarati nell’anno precedente. Si ottiene quindi il 100% se ricavi e compensi sono stati inferiori ai 200.000 euro, il 70% per ricavi/compensi tra 200.000 euro e 1 milione di euro, il 40% per chi ha dichiarato ricavi e compensi tra 1 milione e 5 milioni di euro.