Vai al contenuto

La rivoluzione del copyright: un freno allo sviluppo di internet

La rivoluzione del copyright: un freno allo sviluppo di internet

Questa volta il Parlamento europeo ha votato a favore della riforma sul copyright: versione modificata rispetto alla proposta presentata in commissione lo scorso Luglio.

I temi della nuova direttiva

La nuova direttiva ha fatto molto discutere ed è stata molto criticata, in particolar modo su alcuni aspetti particolarmente controversi. Tra questi gli articoli 11 e 13 che riguardano rispettivamente la link tax e gli upload filter per evitare preventivamente possibili violazioni del copyright online.

La critica

Le critiche che vengono fatte sollevano problemi relativi alla libertà di espressione e di accesso ai contenuti di Internet in quanto entrambi gli articoli vanno a modificare alcuni aspetti fondamentali del web aperto e libero.
La comunità di Wikipedia ha definito tale direttiva “una minaccia al nostro fondamentale diritto a condividere l’informazione liberamente”.

Come segno di protesta, prima della votazione di Luglio era stato deciso di oscurare sia la versione italiana sia quella in altre edizioni linguistiche.
In occasione del ItWikiCon 2018, conferenza annuale degli utenti attivi su Wikipedia e degli altri progetti Wikimedia in lingua italiana, Lukas Mezger, giurista esperto di copyright, membro del board di Wikimedia Deutschland, ha prontamente affermato: “Wikimedia come movimento e io come wikipediano cerchiamo di rispettare il copyright al massimo possibile, ma ci impegniamo anche perché vengano riconosciute alcune eccezioni nelle leggi che lo regolamentano, come la libertà di panorama. Per questo ci siamo impegnati perché questo avvenisse anche a livello europeo, mentre veniva discusso il progetto della direttiva. Volevamo opporci a dei cambiamenti che porterebbero dei danni: siamo certamente a favore dell’aggiornamento del diritto d’autore esistente, ma siamo anche un nuovo player a livello politico e rappresentiamo sia i creatori di contenuti che i lettori. Avremmo voluto estendere alcune delle eccezioni che riguardano grandi istituzioni come musei e università anche al grande pubblico, ma purtroppo non ci siamo riusciti”.
Il giurista sostiene che tale direttiva non sia stata discussa in modo adeguato e con il giusto coinvolgimento dell’opinione pubblica, e spiega come il copyright venga utilizzato da alcuni stakeholder come arma per avanzare richieste più ampie e pericoloso.

Per recuperare profitti da Google, soggetto fondamentale del mercato online, molti autori hanno deciso di appoggiare l’art. 11 della nuova riforma.

Uno dei punti più controversi della direttiva riguarda sicuramente l’art. 13 e gli upload filter, introdotti per far sì che i contenuti messi online non violino il copyright. I membri del movimento Wikimedia sono convinti che questo sia uno degli aspetti più preoccupanti del diritto d’autore, una vera e propria rivoluzione rispetto alla ormai sorpassata legislazione nazionale, un pericolo per la libertà di espressione di ogni individuo.
Inoltre sostengono che implementare un sistema algoritmico per il controllo preventivo dei contenuti online potrebbe portare gravi problemi economici e tecnici.

“Se sono una piattaforma piccola e non ho i soldi per lanciare il mio filtro, dovrò ricorrere a quelli delle piattaforme maggiori, su licenza”, afferma Mezger: “Come Wikimedia non potremo creare qualcosa del genere, ma ci proveremo se fosse necessario, non posso però promettere che avremo i soldi da investire su un meccanismo così. Si parla di milioni di euro, per quello che sappiamo”.

Gli aspetti negativi della normativa

Durante il suo intervento l’esponente di spicco ha spiegato quali siano le ragioni che spingono lui e il suo movimento a combattere questa normativa per difendere il web aperto: chiunque deve avere la possibilità di condividere i propri contenuti online.
“Il web non è quello degli anni novanta, né il web 2.0 ha portato la partecipazione che ci aspettavamo, ma si partecipa piuttosto nei modi previsti dalle grandi piattaforme commerciali. Wikipedia è uno dei pochi esempi open e non commerciali e non vorremmo continuare a essere gli unici. Ma questi trend di concentrazione crescono”, aggiunge l’avvocato tedesco.
E afferma ancora: “In molti Paesi non occidentali, ad esempio, per le persone ora ‘andare su Internet’ coincide con l’andare su Facebook. Le voci di Wikipedia sono citate su Facebook, per esempio: se cerchi Alessandro Volta su Facebook (l’intervista si tiene pur sempre a Como, dove Volta è nato) arrivi a una pagina basata su un testo di Wikipedia, ma non trovi il bottone per modificarla o per tradurla. Noi siamo una voce del web aperto e vogliamo sottolineare questo problema e vogliamo discuterlo con le istituzioni e la politica per non danneggiare i diritti e la partecipazione, soprattutto per il prossimo miliardo di persone che andranno online”.

Quali saranno le probabilità di vedere il testo di legge modificato prima della votazione finale sul Copyright? Mezger ha molti dubbi al riguardo: “Oggi vediamo che gli articoli 11 e 13 rimarranno nel testo e che questo, probabilmente, verrà anche peggiorato in fase finale. Manca trasparenza ed è troppo facile per i lobbisti andare dai governi nazionali per chiedere di introdurre nuovi elementi che il Parlamento Ue non avrebbe mai approvato. Non sappiamo come apparirà il testo nella sua veste finale”.

Argomenti