Vai al contenuto

Lo scaffale come strumento per aumentare l’engagement nel food retail

Lo scaffale come strumento per aumentare l’engagement nel food retail

Sei in giro tra gli scaffali del supermercato e sei indeciso se prendere o meno quella scatola di cereali al cioccolato. Pensi che potresti evitare, tanto la colazione non hai mai tempo di farla, alla fine però te ne freghi e compri i cereali con una certa soddisfazione.
Ecco, proprio quella soddisfazione potrebbe essere importante per il gestore del supermercato, potrebbe essere un dato che raccolto insieme ad altri dati simili potrebbe restituire un quadro che riesca ad aiutare brand e retailer ad aumentare i livelli di spesa e quindi le prestazioni dello store.

Come funziona lo scaffale di Cloverleaf

Raccogliere tutti questi dati sarà possibile grazie a Cloverleaf, compagnia specializzata nello sviluppo di tecnologie per retail, che con l’aiuto degli studiosi di Affectiva ha presentato qualche giorno fa shelfPoint, strumento dotato di intelligenza artificiale che verrà integrato negli scaffali degli store fisici.
ShelfPoint è in grado di classificare i consumatori in base alle loro espressioni facciali e determinarne le sensazioni generali durante l’acquisto. La tecnologia raccoglie i dati dividendoli secondo cinque possibili sentimenti provati dal cliente: “gioia”, “tristezza”, “rabbia”, “paura” e “sorpresa”. Lo strumento consente inoltre di raccogliere informazioni sull’età, il genere e l’etnia del consumatore anonimo.
Ogni scaffale sarà dotato di sensori ottici e display LCD collocati orizzontalmente lungo lo scaffale. Su ogni display invece dei tradizionali prezzi o cartoncini promozionali verranno visualizzate campagne marketing rivolte al cliente in base alla distanza e al suo livello di engagement percepito. Una volta raccolti i dati questi saranno archiviati nella piattaforma cloud di shelfPoint, analizzati e consegnati ai vertici di ciascuno store con i punti chiave su cui il negozio o il brand di turno debba concentrare i suoi sforzi per incrementare la spesa.

Emotion AI e mondo retail

La novità proposta da Cloverleaf rientra nelle idee che si stanno sviluppando attorno a quel segmento emergente dell’AI chiamato Emotion AI. L’Emotion AI non immortala o archivia immagini o altri dati personali del cliente ma permette ai retailer di catturare le sensazioni dei consumatori nel momento della scelta di uno specifico prodotto.
Tutto ciò permetterà di raccogliere molti più dati all’interno degli store fisici. Nonostante la crescita dello shopping online degli ultimi anni, gli acquisti in-store rappresentano ancora una netta maggioranza delle vendite totali, tuttavia, mentre nel commercio elettronico gli analytics a disposizione consentono ai marketer di comprendere al meglio tutte le principali abitudini dei consumatori, i brand e i retailer hanno invece ancora pochissimi dati a disposizione da analizzare su quanto avviene nei loro negozi.
“I negozi online hanno dimostrato quanta forza i data insight possano avere”, ha spiegato Gordon Davidson, fondatore e ceo di Cloverleaf. “Abbiamo progettato una soluzione che possa aiutare i retailer a studiare questo tipo di dati attirando e coinvolgendo i consumatori in una delle aree più sottovalutate ma importanti del negozio: lo scaffale”.
Cloverleaf ha affermato che i primi test di shelfPoint hanno condotto i negozi interessati ad una crescita a due cifre, annunciando che entro l’anno saranno introdotte ulteriori caratteristiche che forniranno ai brand e ai retailer informazioni sui consumatori in tempo reale.