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Intelligenza artificiale: il riconoscimento facciale monitora gli animali

Intelligenza artificiale: il riconoscimento facciale monitora gli animali

Il riconoscimento facciale oramai fa parte delle nostre vite, non solo questa tecnologia è presente nei nostri smartphone ed applicazioni di ogni tipo ma viene utilizzato spesso per scovare criminali, identificare passaporti e catturare taccheggiatori. Il riconoscimento facciale potrebbe tornare utile anche per identificare gli animali. Un recente reportage di Bloomberg ha sollevato l’attenzione di questa tecnologia sulla possibilità di monitorare lo stato di salute e combattere l’attacco di parassiti e altri agenti patogeni dei salmoni atlantici.

In Norvegia, in particolare, un’azienda sta usando un sistema di riconoscimento facciale per distinguere milioni di salmoni atlantici, in modo da tenere traccia delle malattie che a volte ne decimano intere popolazioni. La raccolta dei dati potrebbe essere molto utile ai gestori degli allevamenti di questi pesci, per ridurre il tasso di mortalità ed evitare che si diffondano pericolosi parassiti.

Quello dei salmoni è solo uno degli innumerevoli esempi di come queste tecnologie sviluppate per gli esseri umani siano sfruttate da aziende e ricercatori per tenere sotto controllo intere popolazioni di animali. Questa tecnologia è sempre più usata e con risultati ottimi, dalla sorveglianza di massa dei polli alla tutela dei leoni, perché rispetto agli umani c’è un vantaggio fondamentale: la privacy degli animali non esiste.

L’impiego del riconoscimento facciale per gli animali finora si rivelato molto più virtuoso di quello per gli esseri umani. Nella maggior parte dei casi, infatti, è adottato per migliorare la loro vita, sia allo scopo di preservare alcune specie sia per motivi commerciali, come nel caso dei salmoni. Per noi umani funziona diversamente: il riconoscimento facciale è una grande opportunità per migliorare la nostra sicurezza, dai sistemi per sbloccare uno smartphone a quelli più articolati per identificare persone ricercate, ma si porta dietro molte questioni sulla tutela della privacy e la diffusione dei nostri dati.

Un’altro interessante progetto “GoGo Chicken” è stato avviato dalla compagnia di assicurazioni cinese ZhongAn Online. Si tratta di usare il riconoscimento facciale per distinguere i polli, in modo da tracciare la loro crescita e macellazione lungo tutta la filiera, fino alla tavola dei consumatori. Un’applicazione, dice l’azienda, consente ai consumatori di risalire al luogo di nascita, al mangime utilizzato e alle informazioni sanitarie sul pollo che ha appena acquistato. Utilizzando il riconoscimento facciale, il sistema è più semplice rispetto ad altre soluzioni per tracciare la provenienza della carne, che spesso richiedono l’uso di etichette e chip negli allevamenti.

Altre iniziative non sono prettamente commerciali e hanno più stretti legami con la ricerca e, almeno sulla carta, hanno l’obiettivo di migliorare la vita degli animali. I ricercatori dell’Università di Cambridge (Regno Unito) hanno sviluppato un sistema che riesce a identificare condizioni di stress nelle pecore, osservando le loro espressioni facciali. La diagnosi di stress è automatizzata e molto più rapida rispetto a quella che può fare un veterinario, consentendo di risparmiare tempo e denaro.Insomma un vero è proprio “Grande Fratello” del regno animale pensato per ottimizzare l’allevamento, monitorare lo stato di salute degli animali e prevenire situazioni problematiche, sia dal punto di vista alimentare e speriamo anche dal punto di vista gestionale, per una maggiore qualità delle condizioni degli animali per tutta la loro vita.