Vai al contenuto

Equity Crowdfunding, l’evoluzione italiana che guarda al futuro delle imprese

Equity Crowdfunding, l’evoluzione italiana che guarda al futuro delle imprese

Si sente spesso parlare di nuovi modi per finanziare le aziende appena nate, le cosiddette startup che per far crescere il proprio valore hanno bisogno di qualcuno che creda nei loro progetti, ma sopratutto che sia disposto ad investire.

Ecco quindi che nell’era della digitalizzazione, del mercato libero e della blockchain, il modo per restare aggiornati sulle nuove proposte e decidere se finanziarle o meno si chiama Equity Crowdfunding.
In Italia si tratta di un mercato ancora giovane, ma visto il successo riscontrato negli Usa e nei paesi anglosassoni, avrà un futuro garantito.

In pratica di cosa si tratta? Ma soprattutto, come funziona?

Equity crowdfunding: il 2018

Al crowdfunding è aperto soprattutto al mercato delle piccole e medie imprese e delle startup. L’anno 2018 ha registrato i migliori risultati finora: a fine dicembre l’intero anno chiuderà con un fatturato stimato di 34 milioni di euro di raccolta. Le campagne finanziate sono state 121 e le stime per i prossimi anni sono altrettanto allettanti: vista la crescita costante, si prevede un totale di 110 milioni di euro entro il 2020.

Quali saranno i fattori che porteranno ad un aumento crescente delle campagne e ad una maggior diffusione? In primo luogo, il fatto che sia uno strumento che funziona e che fa da trampolino verso la successiva quotazione in borsa.

Si preannunciano nuove piattaforme, sempre autorizzate da Consob, che entreranno in piena funzione nel 2019.

L’intento dell’introduzione del crowdfunding in Italia

In primo luogo quello di introdurre la raccolta di capiate di rischio tramite internet. In questo modo si può favorire concretamente la nascita, ma soprattutto lo sviluppo, delle imprese, focalizzando maggiormente l’attenzione su quelle che vengono definite startup innovative.

I numeri dell’osservatorio del Crowdfunding (School of management politecnico di Milano) parlano chiaro: solo quattro anni fa, si registra che il totale raccolto in Italia attraverso le piattaforme online ammontava a 1,308 milioni di euro. Due anni dopo è passato a 4.363 milioni di euro. 
Nel 2018 ha superato i 26 milioni, un successo conclamato.

Ricordiamo che chi investe una somma di denaro nel progetto di una startup riceve in cambio alcune quote della stessa società e chi lo fa può usufruire di incentivi fiscali, riducendo i costi.