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Stati uniti: dati su smartphone e pc copiati nei controlli alla frontiera

Stati uniti: dati su smartphone e pc copiati nei controlli alla frontiera

Secondo un’inchiesta, effettuata all’inizio di Dicembre, dagli ispettori del Dipartimento per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, i dati di dispositivi digitali copiati alla dogana dagli agenti potrebbero non essere stati cancellati e addirittura potrebbero essere stati conservati in modo scorretto. Sembra che queste persone non disconnettono gli apparecchi elettronici alle reti. In questo modo avrebbero accesso a molte informazioni riservate. Tra l’altro non sarebbero dotati neanche di apparecchiature di sicurezza per la tutela di questi dati.
Gli accessi doganali americani sono 328. Tra il 2016 e il 2017, hanno varcato la frontiera 787 milioni di visitatori.

Le ispezioni doganali

Queste ispezioni solitamente vengono fatte per smascherare reati, quali terrorismo, pedopornografia o importazione di droga o prodotti contraffatti. A marzo, tale ispezione ha permesso di identificare video e materiali terroristici.
Il personale addetto può anche procedere a un esame più approfondito: copiare i dati su un programma, per poi incrociarli con le informazioni esistenti. Di norma, i controlli a computer, smartphone e tablet rappresentano solo una piccola percentuale.

Negatività delle ispezioni

Molti, però, sono gli aspetti negativi che derivano da questi controlli. Gli agenti non documentano nel modo corretto l’ispezione quindi i risultati di solito rimangono parziali e lacunosi.
Inoltre, le apparecchiature elettroniche non vengono mai disconnesse, in realtà gli agenti possono controllare le informazioni contenute fisicamente da smartphone e pc; non possono verificare quelli salvati in remoto, quindi ogni apparecchio dovrebbe essere disconnesso prima di essere ispezionato. Questa pratica solitamente non viene rispettata.
Il problema che ne deriva è che solitamente i dati, copiati e salvati per essere confrontati con gli elementi che si trovano sui software della polizia, non vengono cancellati. Da alcune ispezioni è emerso che in tre casi su cinque i dati copiati erano ancora nella memoria dei dispositivi.
Ultimo problema, ma non meno importante, l’antivirus. Per evitare di contagiare i computer di stato, gli apparecchi doganali dovrebbero essere dotati di antivirus. Naturalmente con le licenze aggiornate. Gli ispettori del dipartimento hanno trovato le licenze scadute da sette mesi del programma che analizza i dispositivi senza importare materiale illegale.
Per concludere, secondo i risultati del rapporto, gli uffici doganali sarebbero stati scoperti per sei mesi, ed esposti pertanto a qualsiasi tipo di rischio.