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Come Satispay sta promuovendo la cultura del mobile payment in Italia

Come Satispay sta promuovendo la cultura del mobile payment in Italia

I tre fondatori di Satispay, Dario Brignone, Samuele Pinta e Alberto Dalmasso, sono un po’ come il protagonista della serie “Chuck”, dove il ragazzo espulso dall’università di Stanford viene reclutato dalla CIA e finisce per fare fuori tutti i cattivoni di turno. Questa però non è Burbank e quello che stanno realizzando i ragazzi di Satispay non è finzione ma realtà. La piattaforma di pagamenti mobile sta letteralmente ribaltando qualsiasi tipo di dinamica nell’atto finale di acquisto, cambiando la user experience di consumatori ed esercenti e promuovendo la cultura del mobile payment in Italia. Abbiamo scambiato qualche battuta con Andrea Allara (nella foto in basso), head of sales and business development di Satispay, che ha raccontato a Dcommerce il funzionamento e i servizi del nuovo metodo di pagamento.
Come nasce l’idea di Satispay e che servizi offre ai consumatori?

La tecnologa semplifica la vita in tanti modi, siamo abituati a parlare con persone dall’altra del mondo e prenotare online voli e ristoranti. Se si parla di soldi invece si perde un sacco di tempo per prelevare il contante e avere le monete in tasca per pagare un caffè. Questo perché fino a ieri non esisteva un sistema di pagamenti che permettesse di affrontare anche le spese più basse senza che l’esercente di turno si preoccupasse delle relative commissioni sul pagamento. Satispay nasce con l’obiettivo di rivoluzionare questo scenario, creando un sistema di pagamento indipendente dove l’unico intermediario nella transazione tra l’esercente e il cliente è solo la nostra piattaforma. Tutto ciò permette di creare un’efficienza estrema nello spostamento del denaro, riuscendo a offrire il servizio in maniera totalmente gratuita all’utente privato. Per gli esercenti, invece, sotto i 10 euro non è prevista alcun tipo di commissione, sopra i 10 euro sono applicati, a prescindere dallo scontrino transato, sempre e solo 20 centesimi di commissione.


Come sta andando?
I dati che abbiamo ottenuto fino ad oggi sono straordinari. In più di un anno sul mercato abbiamo registrato 370 mila download dell’applicazione, oltre 220 mila utenti e più di 21.000 esercenti aderenti all’iniziativa per un totale di oltre 26.000 negozi in cui pagare con Satispay online e in tutta Italia; una crescita che lato utenti aumenta del 20% mese su mese su base totale. La cosa più interessante è però il tasso medio di utilizzo dell’app: ogni utente compie con Satispay 6,2 pagamenti al mese, lo stesso dato per le carte elettroniche è di 2,8. Chi scarica Satispay lo utilizza quindi quasi 3 volte di più rispetto a una carta di credito. Questa è una media nazionale, se scendiamo nel locale analizzando le singole città, la media raggiunge picchi di 12 transazioni al mese: è il caso di alcune città di regioni più all’avanguardia come Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
Satispay sta quindi contribuendo a un vero cambiamento culturale?

Esattamente. Satispay è visto come un metodo di pagamento che offre un servizio, non come una tassa imposta all’esercente. Per l’utente invece si tratta di un sistema comodo, utile in qualsiasi contesto, dal pagamento in negozio al pagamento online fino ad arrivare ai pagamenti P2P, usando Satispay come una sorta di WhatsApp dei pagamenti.
Come funziona nella pratica?
Una volta scaricata l’app viene chiesto all’utente di inserire i propri dati personali su cui vengono effettuate tutta una serie di verifiche. Nel momento in cui l’account è stato verificato viene chiesto di impostare un budget settimanale che viene prelevato dal conto corrente dell’utente e trasferito su Satispay. Al termine della settimana se il budget a disposizione è terminato viene ripristinato nella stessa misura all’interno della piattaforma, in caso contrario verranno prelevati dal conto corrente solo i soldi necessari al raggiungimento del budget iniziale. Lato merchant, tutto quello che viene incassato durante il giorno tramite Satispay è accreditato il giorno lavorativo successivo. Il pagamento è altrettanto semplice: l’utente sceglie all’interno dell’app il negozio convenzionato a cui intende pagare, digita l’importo e invia il pagamento. L’esercente riceverà la richiesta di pagamento e potrà decidere di accettarlo da smartphone, tablet, pc, POS o direttamente dalla sua cassa.
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Prima parlavamo di pagamenti P2P, che peso hanno sul totale dei trasferimenti di denaro che avvengono tramite Satispay?
I pagamenti P2P valgono oggi il 30% di tutte le transazioni. L’aspetto interessante però è che a crescere non sono tanto questo tipo di pagamenti ma è proprio il numero di transazioni effettuate verso gli esercenti, quindi i pagamenti person-to-business. Questo fa sì che Satispay venga percepito sempre di più come un metodo di pagamento e non solo come un mezzo per scambiare denaro fra amici.
Qual è lo stato attuale del settore dei pagamenti in Italia?
Il mondo dei pagamenti è sicuramente in fermento. Bisogna però distinguere l’operatore che si limita a replicare user experience di prodotti già esistenti, semplicemente cambiando strumento di utilizzo, da chi invece fa vera innovazione. Nei prossimi anni ci sarà una vera selezione darwiniana e tra tutti i sistemi oggi esistenti ne rimarranno solo pochi. A mio avviso, tutto ciò alza inevitabilmente il livello di competizione e quindi favorisce l’emergere di sistemi di pagamento che funzionano bene. In questo modo i consumatori avranno accesso a prodotti con un livello di qualità sempre più elevato. Questa corsa all’oro fa in modo che molti attori tradizionali sviluppino dei prodotti investendo anche decine o centinaia di milioni di euro solo per piazzare la propria bandierina sul campo di scontro e rivendicare la loro presenza sul mercato. Il più delle volte questo determina un risultato finale davvero di basso livello dove il prodotto sviluppato è stato concepito pensando con la testa di un tecnico e non con la testa dell’utente.

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Avete idea di proporre Satispay anche fuori i confini nazionali?
Satispay nasce come sistema di pagamento europeo autorizzato dalla Financial Conduct Authority (FCA) di Londra che in teoria permette di usare la piattaforma in tutta Europa. Ad oggi siamo presenti solo in Italia su cui stiamo testando il modello di business, le funzionalità principali e le reazioni degli utenti e dei merchant a determinate caratteristiche. Nel momento in cui saremo del tutto confidenti con questo modello, cosa che speriamo sia possibile già dal 2018, allora saremo pronti per fare il nostro ingresso anche su altri mercati.