Vai al contenuto

Amazon Restaurants chiude (almeno per ora)

Amazon Restaurants chiude (almeno per ora)

Dal 24 giugno Amazon Restaurants chiuderà i battenti. Il motivo? semplice: troppi concorrenti negli US nel campo del food delivery e Amazon non è disposta a raccogliere solo le briciole di un mercato comandato da altri.

Secondo un’analisi di Edison Trends dello scorso febbraio, infatti, l’80% della spesa dei consumatori statunitensi nell’ambito della consegna di cibo a domicilio è divisa tra tre piattaforme principali: DoorDash (leader, con il 27,5% della quota), seguito da GrubHub (26,7%) e Uber Eats (25,2%). In coda Postmates (12,1%) e Caviar (2,7%). Il servizio di Seattle, di cui non sono stati resi noti i dati, lotta con i competitor minori nel 5,9% rimanente.

Amazon Restaurants – che era stato lanciato nel 2015 a Seattle con l’obiettivo di portare agli abbonati di Prime non solo la spesa (come accade con Prime Now anche a Milano), ma anche i piatti prodotti dai ristoranti – si ritirerà quindi dal mercato americano, in cui era presente in 23 città, dopo essere già uscito da quello britannico lo scorso novembre.

Bezos, però, non sembra intenzionato a mollare la presa: è notizia di poco meno di un mese che Amazon abbia guidato un investimento da 575 milioni di dollari in Deliveroo. L’azienda di delivery, infatti, nonostante non sia presente negli USA, è forte in Gran Bretagna, Italia, Francia. Inoltre, anche GrubHub ( che capitalizza poco più di 6 miliardi di dollari) e DoorDash (valutata 12 miliardi) potrebbero rientrare nel mirino dell’azienda di Seattle, non inedita ad acquisizioni di questo tipo, come l’acquisizione nel 2017 di WholeFoods, per cui aveva pagato 13,7 miliardi.